John Loyd Rushing (Oklahoma City, USA - Laguna Beach, CA) - Beyond the Limits
Abbiamo tutti forzato il blocco!
di Mara Antonaccio
Non ne posso più dei post, degli articoli e dei telegiornali che parlano di Sea Watch, di Carola e di Salvini, come sempre tutti hanno un’opinione, sanno cose e dispensano opinioni.
La verità è che tutti i blocchi sono stati forzati e che tutti siamo andati oltre: gli Stati Europei che eludono il problema e ci lasciano in prima linea ad affrontare il fenomeno sbarchi di immigrati, come se l’essere geograficamente al centro del Mediterraneo, determinasse l’obbligo dell’accoglienza; il Vice Premier che parla al Paese, toccando le corde giuste e creando un popolo di senza cuore odiatori, come se l'invasione degli Unni d' Africa fosse alle porte ed omette di parlare dell'emigrazione, che quota numeri ben più alti e che fa partire i nostri giovani, impossibilitati a trovare lavoro in patria; l'opinione pubblica spaccata che vede la fazione del livore verso chi viene additato come il responsabile dei nostri mali, il povero immigrato, contrapposta a quella dei buonisti vetero-cattolici o peggio, catto-comunisti, portatori dell'opinione dell’accogliamoli-a-prescindere, per i quali essere obbiettivi o critici, ti fa diventare di Destra; le comandanti tedesche Carole che, infischiandosene delle leggi di un paese, per giuste o sbagliate che siano, forzano il blocco e scaricano a Lampedusa, qualcuno mi spieghi perché non Malta o Spagna, i poverini raccolti in mare; la politica europea, e per sfere di influenza, mondiale, che ha destabilizzato intere aree dell'Africa e del Medio Oriente, facendo crollare governi e difficili equilibri, che comunque reggevano, la cui conseguenza sono stati il caos e la nascita di bande di pseudo rivoluzionari, accoliti della criminalità e delle multinazionali del petrolio, che lucra sulla disperazione.
La verità è che i flussi migratori dai paesi poveri verso quelli industrializzati sono una costante dell'ultimo secolo, soprattutto dal Dopoguerra in poi, che ha visto la sostituzione del colonialismo europeo de jure, in uno de facto, economico e finanziario, ben più subdolo e devastante: difficile fermarli, si può solo regolamentarli.
Sovrappopolamento, impossibilità di accesso alle ricchezze dei paesi di origine, con conseguente accentramento del reddito in poche mani e nascita di popolazioni povere e demograficamente esplosive, e sfruttamento economico da parte dei Paesi Occidentali continueranno a produrre milioni di affamati, che spingeranno verso i confini europei, in cerca di una vita appena decente.
Non abbiamo ancora visto nulla, siamo seduti su una polveriera e ci diamo lo smalto alle unghie, parlando di aria fritta. La strumentalizzazione da parte di tutti del fenomeno è evidente, come le forzature a vario livello; senza una regia internazionale e progetti di sviluppo e miglioramento della vita nei luoghi d'origine, sarà sempre peggio.
Le sofferenze dei migranti sono innegabili e la presenza del malaffare pure. Onestamente credo che senza la Politica come strumento per regolare e gestire il fenomeno dei flussi migratori, non ci siano altre soluzioni. Purtroppo mi rendo conto che, per motivi a me poco noti, non vi sia la volontà di occuparsi del problema, non solo in Europa ma anche in Italia, visto che il Vice Premier ha disertato tutte le riunioni del Parlamento Europeo che trattavano il tema immigrazione.
Nella politica europea dei prossimi anni, le spinte demografiche dei Paesi dell’Africa e del Medio Oriente, assieme alla loro povertà e ai cambiamenti climatici, saranno uno dei temi più spinosi da affrontare, con le inevitabili conseguenze che ne deriveranno per gli assetti socio-economici degli Stati dell’Unione.
Ritengo tutto quello che inutilmente viene scritto e detto sull’argomento, inutilmente perché non leggo mai proposte, ma solo critiche o condanne, insomma un mero esercizio di retorica, di buonismo sterile, un informe agglomerato di sentimentalismi e una totale mancanza di lucidità pratica e prospettiva futura, unici mezzi per possibili limitazioni del fenomeno.
Così non se ne viene fuori.