Immagine realizzata con strumenti di Intelligenza Artificiale
Riflessione sulle riflessioni
di Achille De Tommaso
Non potendo commentare alle riflessioni sulle riflessioni, mi accingo a riflettere io stesso su alcune riflessioni, cominciando da quella di Giacomo Ghidelli, che, elegantemente mi offende.
È curioso, infatti, come il raffinato esercizio retorico del mio interlocutore, sotto la patina di dotta obiettività, non riesca a trattenere la punta velenosa: la sottile insinuazione che io abbia smarrito l’intelligenza. È il classico trucco del moralismo travestito da dialogo: non si contesta l’argomento, si insinua la tara mentale dell’avversario. Come consigliano gli avvocatucoli americani: “se non riesci a contestare le prove, afferma che chi te le porta è scemo!”
In realtà, il meccanismo è sempre lo stesso: negare la responsabilità culturale di anni di odio sistematico, sdoganato e praticato verso chiunque non si inginocchi al dogma (sedicente) progressista; e quando il fango si trasforma in minaccia morale indiscutibile, ci si affretta a produrre qualche indignazione di facciata, (eh, sì, ma chi volete prendere in giro: sono solo indignazioni di facciata, quelle sbandierate. Mica potevate dire che il professore che auspicherebbe la morte della figlia della Meloni, aveva agito bene!). Sventolate titoli di giornale per assolvervi l’anima. Affermate piuttosto che è ora di dire addio all’odio, che vede libri a testa in giù e università e festival dei libri blindati verso chi non la pensa come voi; allora sì che sareste credibili. L’intelligenza, che con tanta premura mi viene sottilmente negata, mi consente, comunque, con quel poco che resta, di vedere il quadro intero: la violenza verbale non nasce dal nulla, ma da un clima coltivato per anni da chi oggi si affanna a recitare la parte del garante morale.
E, a proposito di intelligenza, sapete come si scusa il professore sinistroide incriminato? Egli afferma:” Le minacce non le ho scritte io, ho chiesto all'intelligenza artificiale “fammi un post cattivo su di lei”” (Corriere della Sera). Capito in che mani sono i nostri figli?
Vengo ora a commentare, rispettosamente, le altre riflessioni:
La solita elegia del tramonto
Scusate, ma vorrei dire quanto segue. È sempre la stessa litania: il mondo diventa più caldo e allagato, la politica si svuota di ideali, i migranti muoiono, l’economia schiaccia la cultura, e ovviamente — come da copione — la colpa è di chi governa oggi. Di Meloni, di Trump, di chiunque rompa lo schema dell’intellighenzia, “sedicente” progressista, che si sente moralmente superiore per diritto divino.
La retorica del “mondo dominato solo dalla forza” ignora un dato essenziale: oggi il conflitto globale non nasce dalla forza in sé, ma dall’assenza di autorità forti in Occidente, soprattutto in UE, che sappiano difendere valori, confini e sistemi di civiltà. È proprio la debolezza morale e il relativismo etico — tanto caro ai progressisti (sedicenti…) — ad aver creato, a mio modesto parere, i vuoti che Cina, Russia e nuovi imperialismi stanno riempiendo.
L’affermazione secondo cui il Governo Meloni respinge l’immigrazione utile è una falsificazione. Mentre i governi sedicenti progressisti arricchivano le cooperative rosse affamando i migranti che accoglievano, l’esecutivo Meloni ha avviato piani strutturali di ingresso per lavoratori regolari: decreti flussi, accordi bilaterali, e quote programmate.
Chi ostacola il controllo efficace? Una certa magistratura ideologizzata e fortemente politicizzata che blocca i rimpatri di criminali accertati, dilata i tempi della giustizia amministrativa, e consente che il traffico illegale di esseri umani prosperi sotto la retorica dei “salvataggi umanitari”.
Lo affermo con tutto il rispetto per le opinioni altrui: qui non si tratta di rifiutare il salvataggio di chi fugge da fame o guerra (addirittura molti arrivano ormai direttamente sulle nostre coste, senza essere “salvati”), ma di impedire il caos sistematico che sta trasformando la demografia europea in una bomba sociale, come dimostrano i disastri francesi, belgi, tedeschi e svedesi. La migrazione utile esiste: quella illegale e incontrollata devasta le società di arrivo e spesso anche chi è emigrato legalmente.
La nostalgica contrapposizione fra la “nobile politica di una volta” e il presunto "business del consenso" è anch’essa pura mitologia. Anche i partiti del passato gestivano potere, clientele e compromessi; cambiava solo la retorica.
Fermo restando, poi, che l’astensione da referendum è prescritta come atto costituzionalmente valido; e non è lo stesso che andare al voto scrivendo “NO”, (l’astensione sta a significare, per il cittadino che si astiene: “questi referendum per me sono solamente una fesseria, fatta per ottenere visibilità politica e raggranellare voti; e quindi vado al mare”) l’attacco a La Russa è, secondo me, un esercizio di doppia morale. La sinistra italiana ha boicottato decine di referendum negli ultimi decenni (v. alla fine), invitando apertamente all’astensione per evitare quorum. Nessuno gridava allora al colpo di Stato. La Russa ha espresso una posizione politica legittima, non un attentato alla democrazia. La democrazia non è un dogma liturgico: è anche critica, astensione e battaglia di consenso. Le vere offese alle istituzioni sono state altre: golpe giudiziari, giustizia politicizzata, violazione sistematica della volontà popolare espressa nelle urne.
E’ sbagliato, poi, a mio parere, scambiare semplicemente la lucidità pragmatica di Trump per cinismo affaristico. In realtà Trump ha rimesso al centro:
- Il lavoro americano (reshoring industriale)
- La sicurezza dei confini (lotta all'immigrazione illegale)
- La neutralizzazione dei conflitti (basta vedere l’Ucraina e il Medio Oriente prima e dopo Trump)
- Il riequilibrio degli accordi commerciali truffaldini firmati da amministrazioni precedenti.
Parlare di “business personale” è superficiale e banalizzante. Trump non ha avviato guerre, ha ridotto la disoccupazione, ha difeso le classi medie sacrificate dalla globalizzazione e dal “green”. È esattamente per questo che viene odiato: ha rotto il gioco di élite globali e media compiacenti. Trump non è un luddista tecnologico: ha difeso lo sviluppo industriale americano nell’AI, nella microelettronica e nel cloud, proteggendo gli asset strategici dal controllo cinese e dalle multinazionali extraterritoriali. Cosa che la UE non ha fatto e, forse, non è in grado di fare. O, peggio, non vuole farlo, perché corrotta (v. Qatargate). L’AI senza regolazione etica? Certo. Ma chi oggi si sta piegando ai monopoli dell’AI controllati da poche big tech americane e cinesi? Non Trump. Sono proprio le sinistre globali, le élite di Davos e i "filantropi digitali" della governance woke.
In realtà, Trump è stato tra i primi leader a capire i rischi dell’AI senza cadere nella trappola della regolazione distruttiva come sta facendo UE. Ha difeso l'innovazione americana, senza sacrificare la competitività sull'altare di una burocrazia ipermoralista. Senza crescita economica non ci sarà mai un'AI etica, ma solo miseria regolamentata. E il Papa — pur nelle sue nobili intenzioni — non gestisce mercati e innovazione. I governi sì. Non c’è dignità senza sviluppo, e non c’è sviluppo senza libertà economica: il capitalismo produttivo è la condizione della dignità umana, non la sua negazione.
Lo dico con rispetto per le opinioni: in questa sequenza di riflessioni, il (sedicente) progressismo intellettuale recita un suo rosario laico nebbioso: predica umanità mentre alimenta il caos migratorio, invoca la democrazia mentre delegittima chi vince democraticamente, denuncia la decadenza mentre ne è, in parte, artefice culturale.
Meloni e Trump disturbano non perché “violenti”, ma perché ancora capaci di rappresentare il diritto dei popoli a non farsi dissolvere sotto il ricatto moralista della post-politica globale.
***
I CASI PIÙ EMBLEMATICI DI BOICOTTAGGIO REFERENDARIO PROMOSSO O FAVORITO DA FORZE DI SINISTRA
Anno |
Referendum |
Posizione prevalente del centrosinistra |
Esito |
1990 |
Referendum sulla responsabilità civile dei magistrati |
Astensione promossa da PCI-PDS e parte della DC |
Quorum raggiunto, vince il sì |
1995 |
Referendum sull'ordine pubblico (art. 18 Statuto Lavoratori) |
Astensione o invito al no da CGIL e sinistra |
Quorum non raggiunto |
1997 |
Pacchetto referendario su privatizzazioni e lavoro |
Astensione sostenuta da PDS e DS |
Quorum mancato |
1999 |
Referendum sull’abolizione della quota proporzionale |
DS e sinistra invitano al voto, ma molti ex DC astensionisti |
Quorum mancato |
2003 |
Referendum sull’estensione dell’art.18 alle PMI |
CGIL e DS per l’astensione |
Quorum mancato |
2005 |
Referendum legge 40 sulla procreazione assistita |
Astensione promossa apertamente da CEI ma anche favorita in settori DS |
Quorum mancato |
2009 |
Referendum legge elettorale (Porcellum) |
Pd diviso, forti correnti astensioniste |
Quorum mancato |
2016 |
Referendum costituzionale Renzi |
Astensione meno praticata; ma fu battaglia frontale |
|
2022 |
Referendum sulla giustizia (proposto da Lega e Radicali) |
Ampia area PD-M5S promosse disinteresse e astensione |
Quorum mancato |