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Considerazioni sulla TAV
di Giorgio Panattoni
Sono davvero sconcertato.
Su questo progetto il governo, o meglio i Cinque Stelle, hanno imposto la analisi costi benefici, che, come ampiamente previsto, ha dato risultati fortemente negativi. Cioè in linea con le necessità dei proponenti.
Ma c’era bisogno dell’appoggio di uno strumento esterno per giustificare secondo loro in modo oggettivo la decisione?
Ovviamente il risultato dipende esclusivamente dai dati che si inseriscono nei conti, e su questi ci sarebbero molte cose da dire. Anzi moltissime.
Ne cito una sola, clamorosa. Fra i benefici cessanti sono stati considerati i mancati introiti per le accise sui carburanti derivanti dalla riduzione di traffico su strada.
Ma come, non è questo governo che ha introdotto l’eco bonus per le auto che emettono meno CO2 nell’atmosfera?
E in questo caso, oltre la spesa del bonus, è stata considerata nelle valutazioni la riduzione delle accise proporzionale al successo della operazione?
E’ evidente che se i consumi si spostano verso le auto ibride od elettriche, come auspicato, si consuma molto meno carburante. E quindi meno accise.
E allora perché questo provvedimento è stato deciso?
Le motivazioni sono chiarissime. Occorre preoccuparsi del futuro, diminuire l’inquinamento, limitare i danni, perché stiamo compromettendo la salute di tutti, oltre favorire i mutamenti climatici. E allora perché per le auto sì e per la TAV no?
Altra chicca è la riduzione degli introiti derivanti dai pedaggi stradali. Sono anni, anzi secoli, che si chiede di spostare il traffico da gomma a rotaia, e qui si tirano le prime conclusioni per affermare che non è conveniente!
Ma ci sono altre considerazioni di fondo.
Quando la TAV fu decisa l’alternativa era tagliar fuori l’Italia dal sistema alta velocità/alta capacità europeo, o inserirla nel circuito, attraverso questa opera, che collega il paese alle infrastrutture europee. Ovviamente fu deciso di non restare isolati.
Anche perché nel frattempo stavano crescendo gli investimenti alta velocità nel paese. E fu fatto un accordo con la Francia, l’attuale nemica dell’Italia, per condurre di intesa il progetto. E furono stanziati fondi europei per aiutare i due paesi, vista l’importanza sovra nazionale della iniziativa.
Ora queste realtà non contano più, nella smania isolazionista che contraddistingue l’attuale gestione del paese.
E poi occorrerebbe capire perché il terzo valico sì, per collegare Genova e il suo porto, front end nel Mediterraneo, all’Europa in modo decente. E la TAV no!
Liguria e Lombardia due regioni rette da Destra e Lega?
Come si traducono in numeri le questioni strategiche dell’inquinamento e del collegamento con l’Europa? Del resto la decisione TAV no farebbe felici proprio i petrolieri.
E scontenta tutta la Val di Susa, che dovrebbe vedersi tagliare i cospicui investimenti decisi a risarcimento dell’opera.
Per non parlare della enorme brutta figura internazionale, della rottura dei rapporti in atto, della riduzione di occupazione immediata, delle sanzioni da pagare, dei fondi europei come minimo da restituire. Ora la decisione, trattandosi di trattato internazionale, spetta al parlamento.
Chissà se anche questa volta la Lega sacrificherà sull’altare del potere la sua valutazione positiva sull’opera!
Veramente questa gestione del paese, fatta così, con queste improvvisazioni, preoccupa non poco. Speriamo che alla fine prevalga il buon senso, anche se c’è da dubitarne, visti i precedenti.