Aggiornato al 14/12/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

René Magritte (1898 – 1967) – Il vaso di Pandora (1951)

 

PUNTI DI VISTA (13)

di Gianni Di Quattro

 

LE ELEZIONI FRANCESI. Hanno lasciato diversi messaggi (alcuni ancora da interpretare e da approfondire) e lanciato un nuovo protagonista della politica mondiale e del futuro. Ma su tutto e su tutti la cosa più importante che hanno detto è che per andare avanti, per costruire ci vuole cultura (molto più di prima) e che le persone senza cultura non sono in grado di progettare. Bisogna studiare e fare studiare, bisogna spingere il paese ad avere maggiore conoscenza, bisogna investire e creare meccanismi di selezione che da una parte assicurino le competenze dove ci devono essere e spingano tutti a procurarsele queste competenze. Macron ne è l’esempio più evidente, non ha solo coraggio e carattere, ha soprattutto cultura.

MACRON SI MUOVE pur non essendo ancora Presidente formalmente. Infatti, telefonate con il Presidente degli Stati Uniti per dirgli che lui intende rispettare l’accordo di Parigi sul clima e sull’ambiente e con il Presidente cinese per sentire la sua opinione e per confermarsi reciprocamente il loro accordo in merito. Donald Trump in seguito a questa telefonata ha sospeso (non sappiamo se temporaneamente, ma ha sospeso) il decreto che ritirava la firma americana dall’accordo. Quando la tecnologia anche se non ultima (il telefono) serve a fare quello che serve e non a costruire meccanismi per evitare di fare quello che serve!

BARACK OBAMA SI IMPEGNA a fare cose in difesa del clima e dell’ambiente che considera la priorità della politica di tutto il mondo. E poi si impegna per formare e aiutare a formare nuove classi politiche e giovani nel mondo. Quando per difendere cose così vitali e per avviare cose che servono a migliorare il mondo scendono in campo prestigiosi protagonisti come l’ex Presidente il beneficio e l’applauso è generale, anche se qualche mediocre egoista dirà che non condivide. Si sa che l’intelligenza circolante è inferiore al cinismo.

Il PRESIDENTE DONALD TRUMP CHE LICENZIA il capo dell’FBI perché indaga sulla connessione tra gli hacker russi e la sua elezione a Presidente rappresenta la manifestazione più esplicita della interpretazione del potere e della democrazia da parte di questo personaggio che il mondo si deve gestire per i prossimi quattro anni. Non pare possibile di più (e la speranza proveniente da tutto il mondo in merito è tanta).

JEREMY CORBYN, IL VECCHIO LEADER dei laburisti inglesi. I laburisti inglesi passano da una sconfitta all’altra, recentemente nelle ultime elezioni municipali, mentre i sondaggi per le elezioni politiche del prossimo 8 giugno li danno relegati pesantemente verso la pochezza politica. La verità è che anche il Partito Laburista inglese come tanti altri partiti socialisti nel mondo è avviato rapidamente verso la estinzione, mentre Corbyn è il classico prototipo del vecchio dirigente della sinistra storica e massimalista (ce ne sono) che non demorde e che si comporta come se il mondo fosse immobile (vecchi nostalgici copernicani). L’ultima sua dichiarazione è stata: non importa vincere o perdere, l’importante è essere di sinistra (somiglia sempre più a Massimo D’Alema e non sarebbe male se questo suo pensiero lo spiegasse anche a quelli che pensano che il socialismo dovrebbe lavorare per l’eguaglianza anche se con piccole conquiste alla volta).

OGNI TANTO BUONE NOTIZIE. Forse ci si sta rendendo conto che siamo arrivati vicino al baratro e che bisogna cominciare davvero a fare le cose seriamente. In Corea del Sud eletto un Presidente di mediazione, un avvocato difensore di diritti umani, una speranza per cominciare a trattare con la Corea del Nord senza mandare portaerei o sommergibili. Più uomini del genere ci sono al tavolo del potere più speranze ci sono.

Il DIBATTITO POLITICO ITALIANO (I). Riflettendo intorno al discorso di Renzi alla Assemblea del suo partito che lo ha fatto segretario, si possono trarre alcune considerazioni. Ha capito la lezione del referendum, ossia ha capito che il paese e il suo livello politico e culturale non sono in condizione di subire tante riforme insieme perché ne hanno paura e che le riforme si possono fare ma con tempi lunghi e con metodologie sociali diverse. Ha inoltre capito che deve distaccarsi dal giorno per giorno se vuole avere un ruolo e una credibilità e non deve battersi in prima persona per la legge elettorale che sarà motivo di scontro acceso e di colpi bassi (un sistema comunque complicato che nessuno conosce e di cui tutti parlano). Ha capito ancora che deve procedere su innovazione, tecnologia, progettualità quasi a fari spenti senza sbandierare quello che fa (spaventa gli anziani, il mondo intellettuale lo interpreta come una forma di snobismo, i pescatori nel torbido di professione danno la caccia a eventuali scelte di campo per costruire castelli in aria), mentre deve definire i canali di impegno politico e sociale ancorati a concetti antichi e consolidati ed ecco il piano presentato articolato in tre punti: lavoro, casa, mamme. La sensazione dunque è che Renzi abbia capito e che è un’altra persona rispetto a quella di prima del 4 dicembre scorso, deve naturalmente far seguire alle idee un comportamento adeguato meno aggressivo e più razionale, più colto (soprattutto).  Infine, deve inserire con maggior forza l’Europa nei programmi e su questo tema non basta dire di lavorare con Macron o con altri, bisogna anche spiegare, perché, come e per fare cosa. Bisogna far capire il valore di questa scelta e bisogna cercare di istradare i giovani soprattutto verso il loro futuro.

Il DIBATTITO POLITICO ITALIANO (II). Il mondo politico italiano non riesce ad imparare che alla fine non si può vincere spargendo odio e coprendo gli avversari di accuse (vere o false non conta tanto circolano lo stesso e influenzano molti italiani poco frequentatori della logica e della analisi). Come non si può vincere   aggredendo e lanciando slogan di cose irrealizzabili perchè spesso non sono nelle competenze delle strutture del paese (e quindi contando sulla ignoranza diffusa). Questo indica che chi si aggrappa a questi comportamenti ha fragili programmi, poca cultura, scarso equilibrio e rappresenta una pericolosità altissima per il futuro di qualsiasi comunità. Gli esempi, purtroppo, non mancano, citarli è superfluo.

IL PETTEGOLEZZO che l’ex direttore del Corriere stia cercando di correre per entrare nel prossimo governo dei 5 stelle è solo tale, dicono tutti i suoi amici e colleghi della stampa (e in particolare quelli della 7).  Anche se, come diceva Andreotti, ogni tanto queste dicerie, non si sa come, vanno a finire nella verità.

COSE DI CUI IN QUESTO PAESE NON SI PARLA MAI e la classe politica tutta lo fa genericamente e gridando ma non individuando e indicando soluzioni con tempi e procedure: formazione, l’impiego dei pensionati nella preparazione dei giovani lavoratori in tutti i campi, costo tariffe per coloro che hanno ricavi (remunerazioni o guadagni) inferiori ad una certa cifra, la politica del turismo e la difesa delle città d’arte, una politica per un ripopolamento dei campi e l’aiuto ai giovani agricoltori, un piano per l’impiego dei pensionati per combattere l’evasione nei trasporti pubblici, la scuola e l’inserimento degli immigrati intesi come nuovi cittadini. Sono solo esempi ma questo sarebbe un modo di fare politica e di farsi capire dalla comunità nel bene o nel male.

UN PENSIERO DI ADRIANO OLIVETTI che sarebbe bello non dimenticare e da adattare: la Olivetti è una azienda che assume giovani intelligenti e consente loro di continuare a praticare l’intelligenza.

Inserito il:11/05/2017 22:52:37
Ultimo aggiornamento:11/05/2017 22:56:20
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