Aggiornato al 28/04/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire
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Carlo Carrà – Solitudine , 1917 - Coll. privata.

La dipendenza digitale dei giovani.

L’avvento di internet e della telefonia mobile, l’uso di ampia portata che via via le persone ne hanno fatto nel corso degli anni, li hanno resi compagni onnipresenti nella vita di gran parte di noi.

La tecnologia si adatta ed evolve: non solo computer portatili sempre più maneggevoli, ma ora anche smartphone e tablet garantiscono una comunicazione diretta e l’accesso al web ovunque ci troviamo. Oggi dopo aver largamente concesso l’uso di portatili, tablets e cellulari ai figli adolescenti, i genitori cominciano a preoccuparsi.

Per quanto riguarda Internet.

Può spesso succedere che si verifichi un sovraccarico cognitivo, meglio conosciuto come “information overload”  in quanto si ricevono troppe informazioni per riuscire a prendere una decisione o sceglierne una specifica sulla quale focalizzare l’attenzione.

Certamente è molto difficile valutare se e quando un uso eccessivo del web si trasformi in un problema vero e proprio. Molti giovani passano ormai una quantità significativa di ore sul computer/tablet senza per questo sviluppare forme di dipendenza.

Quello che diventa un segno della eventuale presenza di un “problema” riguarda il modo in cui l’uso di internet riduce la qualità relazionale e interattiva dell’individuo nella sua quotidianità.

In poche parole, quando l’uso smodato del computer e di internet  compromette le normali attività di tutti i giorni – il lavoro, la scuola, le uscite sociali – e soprattutto le relazioni affettive e la capacità di instaurare legami stretti e duraturi nella vita reale, allora siamo probabilmente alle prese con una situazione entrata in fase di disagio.

Per quanto riguarda il cellulare.

Il cellulare ha cominciato a rispondere e ad alimentare il bisogno comune di essere vicini, superando i confini dello spazio e del tempo, trasformando profondamente le possibilità delle relazioni quotidiane, favorendo la possibilità di aumentare le occasioni di intimità e, talvolta, anche quelle di violazione della libertà e degli spazi personali.

Così, di pari passo alla moltiplicazione delle funzioni tecniche di un telefonino si sono trasformate anche le sue funzioni sociali e psicologiche: il cellulare oggi è uno strumento che accompagna ogni momento della giornata e che aiuta ad organizzare ed a gestire ogni momento della vita, dal lavoro (con le agende, le sveglie, le rubriche, l’orologio) ai momenti di svago (con i giochi, le fotocamere, le videocamere).

Una delle principali funzioni psicologiche del cellulare è quella di regolare la distanza nella comunicazione e nelle relazioni.

Attraverso il telefonino, infatti, ci si può avvicinare o allontanare dagli altri: ci si può proteggere dai rischi dell’impatto emotivo diretto, trovando una risposta alle proprie insicurezze relazionali, alla paura del rifiuto ed ai sentimenti di insicurezza; ma ci si può altresì mantenere vicini e presenti costantemente alle persone a cui si è legati affettivamente, gestendo l’ansia da separazione e la distanza, costruendo un “ponte telefonico” che attraversa infiniti spazi in pochissimo tempo.

I giovani sono spesso esempio dell’utilizzo del telefonino come strumento di difesa per affrontare le insicurezze nella comunicazione, sia nella fase di iniziale di conoscenza che in quelle di trasformazione e gestione delle relazioni. In tal modo è possibile che la “comunicazione telefonica” diventi un sostituto della “comunicazione reale, che lo strumento tecnico prenda il sopravvento e finisca per sostituirsi alla realtà, creando e alimentando una equazione “comunicazione telefonica = comunicazione reale”.

Parrebbe, da alcune analisi, che due terzi dei ragazzi possono utilizzare dispositivi elettronici a letto e una alta percentuale di bambini sotto i 10 anni controlla messaggi più volte all’ora.
Infine è stato calcolato che un bambino che nasce oggi, a sette anni avrà già passato un anno intero davanti ad uno schermo.
A 80 anni ne avrà impiegati 18, un quarto della vita, a inviare mail, foto e messaggi non legati alla propria attività lavorativa.
Le nuove generazioni, avvisano gli esperti, rischiano di crescere incapaci di avere veri rapporti umani, anche all’interno del gruppo familiare.

Ecco il Decalogo, suggerito dagli esperti in materia, per curare la Dipendenza Digitale:

1)    Dare il buon esempio: i genitori non devono essere a loro volta dipendenti.

2)    Patti chiari subito: il cellulare appartiene ai genitori, cioè viene dato solo in uso.

3)    Di notte si dorme: togliere il cellulare alla sera e restituirlo al mattino; spegnere internet.

4)    Se si studia, niente WhatsApp.

5)    A tavola si mangia e si parla.

6)  Nel week end, ogni tanto, la famiglia deve spegnere i cellulari e non accedere a Internet.

7)    Parlare guardandosi negli occhi: se ci si parla direttamente è meglio.

8)    C’è anche la vita reale: si possono cercare le cose non solo su Google.

9)  Vivere invece di fotografare: memorizzare certi momenti nel proprio cervello.

10)   Provare a lasciare a casa il telefonino/tablet ogni tanto: aiuta a vincere la paura di essere isolati dagli amici.

Sulle mie colline si tradurrebbe il tutto in un semplice: cerchiamo di usare il buon senso che ognuno di noi ha nel definire precise regole e farle rispettare.

 

Prima pubblicazione su Nel Futuro: 24/03/2014

Inserito il:04/11/2014 21:45:20
Ultimo aggiornamento:11/11/2014 10:50:24
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