Granger Historical Picture Archive - Oxford University College
Un sistema universitario
di Gianni Di Quattro
Il nostro sistema universitario non è inquadrato in un disegno nazionale, i vari atenei sparpagliati sul territorio cercano di avere il maggior numero di facoltà possibili per avere più studenti e contrattare più professori e cioè avere più importanza e sono collocati vicino a città piccole o grandi in modo casuale. In relazione a come è stato possibile realizzare l’iniziativa di qualche politico locale, a come si è riusciti a mettere d’accordo i vari enti locali, a come, infine e soprattutto, si sono ottenute le autorizzazioni da parte del Ministero anche in questo caso grazie a qualche sponsor politico.
È evidente la presenza di università, anche di più università nelle metropoli del nostro paese, perché questi luoghi hanno la presenza di un gran numero di studenti e concentrano inoltre ricerche, incontri, collaborazioni internazionali. Hanno anche, per motivi economici e per il loro ruolo, la possibilità di potere utilizzare docenti di esperienza, protagonisti importanti del mondo culturale e scientifico del paese.
Il resto del sistema universitario sparso nel paese avrebbe senso se ciascun ateneo in linea di massima fosse in qualche modo specializzato in qualche cosa, se rappresentasse un punto di eccellenza in una disciplina, in un lavoro, in una ricerca. Così come è, fa solo comodo agli studenti che vivono vicino, che vogliono una laurea per passare il tempo e per avere un titolo, a parte per coloro che ci vivono sopra.
Sarebbe bello se, a parte le metropoli, il sistema universitario del nostro paese fosse davvero concentrato perché ciascuna unità rappresenti una massa critica che consenta di investire e ricercare. Nelle discipline, nei metodi, nei talenti. Ed inoltre se ciascuna unità non concentrata fosse dedicata ad una disciplina, ad una professione, ad una eccellenza della conoscenza.
Questo potrebbe permettere a ciascun studente di scegliere l’università in cui studiare, non perché è vicina a casa, ma perché può rappresentare il viatico migliore per i propri interessi e per le proprie ambizioni.
Certo il paese intanto dovrebbe favorire questo piano universitario e dovrebbe consentire, magari attraverso un sistema di borse di studio e di rimborsi, ai giovani di andare a studiare dove sono i loro interessi e che prima o dopo coincidono con gli interessi del paese.
La cosa straordinaria è che si assiste al turnover dei ministri che si occupano delle università, che passano il loro tempo a studiare e parlare con i sindacati di come sistemare meglio il corpo docente, di come distribuire quei pochi soldi che i budget del nostro paese anno dopo anno possono consentire, di quali eventi patrocinare e quali eventi sponsorizzare. Affrontare il problema del sistema universitario del nostro paese e delle relazioni con la politica dei giovani, con il futuro dei giovani non se ne parla proprio. Un paese sempre più lontano dal futuro!