Aggiornato al 27/04/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Angela Hawkey (Gilston, QLD, Australia) – Looking Ahead

 

Riflessioni su “La vendetta dei giovani sui vecchi”

di Ruggero Cerizza

 

Provando a mettermi nei panni di un 25-40enne che ha letto l’articolo di Achille De Tommaso “La vendetta dei giovani sui vecchi”, mi sono sorte in mente le seguenti riflessioni:

  • gli adulti (genitori, maestri, professori, autorità, opinion maker, ecc.) mi hanno spinto a studiare almeno sino a 23/24 anni - oggi il ciclo di studi minimo è la laurea breve- per poi non trovare un’occupazione coerente, dover “saltapicchiare” da un insulso stage all’altro e/o accettare “lavoretti umilianti” spacciati per gig economy (chissà perché la schifezza se detta in lingua inglese diventa una trovata geniale);

 

  • quando finalmente trovo un lavoro regolare, sentendomi dare nel frattempo del “bamboccione” perché vivo “a carico” dei miei genitori, mi tocca “smezzare” il mio stipendio (tra imposte, tasse e contributi mi viene trattenuto più del 50% del reddito, mentre quarant’anni fa sui miei predecessori il prelievo non superava il 25% del loro); in prima battuta penso: bèh quanto meno cosi usufruirò di ottimi servizi pubblici e mi garantisco un futuro sereno…

 

  • ……poi però mi inducono a leggere i “loro” giornali, come deve fare ogni democratico cittadino modello, e scopro che i contributi e parte delle imposte che mi trattengono devono servire a “pagare le pensioni”, perché i miei geniali predecessori, invece di mettere da parte i fondi necessari per farvi fronte, hanno pensato bene di distribuirli a piene mani a soggetti che nella migliore delle ipotesi hanno versato contributi sino a 55 anni –e che vanno avanti per più di trent’anni a prendere una pensione commisurata all’ultimo stipendio e non a quanto effettivamente versato-, nell’ipotesi intermedia sino a 40 anni – vero maestri?- e nell’ipotesi peggiore non hanno mai versato nulla –a partire dai coltivatori diretti in avanti.

 

  • siccome non sono stupido, ho studiato e sono un buon osservatore, penso: bè sarebbe sufficiente che i miei predecessori, che nel frattempo hanno già raggiunto la pensione oltre a dedicarsi ai loro hobby preferiti, soggiornare in località amene, viaggiare in lungo e in largo per il mondo, deliziare il loro palato con cibi prelibati e vini raffinati, discettare di temi culturali, trasferirsi in paesi dove non si pagano tasse sulle pensioni (salvo tornare in Italia per le questioni sanitarie) e “pontificare” sui difetti e le carenze delle nuove generazioni pensassero anche a trovare una soluzione ai loro errori di valutazione e vi facessero fronte ponendoci rimedio. Invece l’unica cosa che sono riusciti a fare è concepire il nuovo e davvero geniale concetto del “diritto acquisito”, senza vilmente dargli il nome corretto “dovere delegato”, cioè trasferendone su di noi l’onere senza neanche concederci la facoltà di “accettare l’eredità con il beneficio dell’inventario”.

 

  • leggo anche che, in ossequio ad una intelligentissima teoria economica per la quale la spesa pubblica è in grado di “moltiplicare miracolosamente” i pani ed i pesci, i miei predecessori hanno sperperato e continuano stoltamente a “bruciare” una quantità inimmaginabile di soldi indebitandosi come il più sprovveduto degli individui e che quindi nei prossimi anni con il mio lavoro dovrò pagare gli interessi su quel debito, ma posso stare tranquillo perché tanto il capitale non dovremo mai restituirlo perché i predecessori hanno già trovato la soluzione, anche questa davvero geniale, basta “ristrutturare il debito” allontanandone infinitamente la scadenza, tanto, al massimo la figura degli insolventi la faremo noi.

In sintesi per noi “successori” (millenials, post-millenials, generazione Z o come diavolo volete chiamarci) si applica il principio che “le colpe dei padri ricadono sui figli”.

Va bene, ce ne faremo una ragione come è sempre avvenuto nelle generazioni precedenti, ci rimboccheremo le maniche, troveremo una via d’uscita e vivremo la nostra vita.

Non vi porteremo rancore e neppure penseremo a vendicarci.

Però concedeteci almeno di rivolgervi una preghiera: smettetela di suonarvela e cantarvela come se foste stati migliori dei vostri predecessori, come se aveste lasciato il mondo perfetto! grazie a Dio la storia non finirà con voi “baby boomers”.

 

Post Scriptum: sono un baby boomer nato nel 1956.

 

Inserito il:26/10/2020 11:53:28
Ultimo aggiornamento:26/10/2020 12:01:43
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