Aggiornato al 08/10/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Kent Michael Smith (Winfield, Kansas - Contemporary) - N.I.M.B.Y. (2012)

 

Invece di “Vietato vietare” aiutiamo chi è contrario a qualcosa

Considerazioni a perdere

di Mario Salmon

 

Cari lettori vi propongo di formare una associazione di volontari, senza, inizialmente, fine di lucro, ma, in futuro, trasformabile in una “for profit”.

Non vi propongo idee nuove, innovazioni, cambiamenti vi propongo di ottenere un profitto dalla propensione degli italiani a “opporsi”, “bloccare”, “non permettere” … la realizzazione di qualcosa.

E’ una vecchia abitudine particolarmente forte in questi tempi.

Finite le ideologie il vero collante del paese è la “opposizione” nelle sue molte forme:

  • NIMBY dall’inglese Not In My Backyard cioè un no “locale” limitato nello spazio
  • Minoranze di blocco quando una minoranza si oppone alla maggioranza per bloccare una iniziativa
  • Tabù cioè una avversione preconcetta per una idea, un prodotto, un animale,..
  • Un NOxxx dove xxx sta per TAV, TAP, passante, ….

I potenziali clienti sono quindi tutti quelli che si battono non per una causa ma contro una idea, una realizzazione, una opera pubblica e anche, direi soprattutto i politici del “mai con B”, mai “con i 5stelle” ecc. ecc. le vere bandiere del dopo voto.

In generale il NOqualcosa ha sostituito, alla grande, ogni “proposta”: è più importante battersi contro qualcosa piuttosto che proporre una qualsiasi attività.

E’ finito il tempo del “mi batterò per le mie idee” e, tanto più per il “Non sono d'accordo con le tue idee ma mi batterò fino alla morte perché tu possa esprimerle”. Oggi impera il “sono contrario alle tue idee e al solo fatto che tu possa esprimerle”.

Non vale più Voltaire ma la proposta di legge polacca sulla definizione di “campi polacchi”, ovviamente proibita.

La mia idea di sfruttare questo giacimento di negazioni non è del tutto originale in quanto esiste già un ”Nimby Forum® ” con il patrocinio della, non scherzo, Presidenza del Consiglio dei Ministri che ha l'obiettivo di analizzare l'andamento della sindrome NIMBY e gestisce l'unico database nazionale delle opere di pubblica utilità che subiscono contestazioni.

E dico poco!

Ma la mia proposta va oltre la semplice elencazione dei ”bastian contrari ” ma vuole essere, scusate il gioco di parole, “propositiva e rafforzativa dei NO”.

Per operare in questo mercato si potrebbe pensare di “pensare positivo” e di aiutare, in qualche modo, a superare i NO e di cercare qualche forma di “conciliazione”: ma sarebbe una fatica sprecata.

Si potrebbe utilizzare come libro di testo il bel librino “ Contro Il Fanatismo” di Amos Oz ma credo che sarebbe fatica sprecata: il fanatismo vincerebbe sempre alla grande. Per entrare su questo ricco mercato vi propongo quindi di creare una associazione che si affianchi a qualsiasi NIMBata per aiutarla a trionfare annullando qualsiasi attività.

I NO-qualcosa sono, pensateci bene, i veri padroni del paese, i creatori delle “minoranze di blocco” che garantiscono all’Italia un immobilismo e una magnifica protezione, spesso ben camuffata degli interessi personali.

Il nostro mercato potenziale non è limitato al solo mondo pubblico ma esiste anche un potenzialmente ricco mercato nel privato in particolare dentro le imprese dove viene utilizzato per bloccare ogni innovazione e far vincere i “si è sempre fatto così”. Se, come paese, non siamo tanto innovativi non è perché non esistono le idee è perché siamo bravissimi nel combatterle e bloccarle.

Invece che realizzare la Open innovation noi siamo bravissimi nel”non innovare” !

Cosa può offrire la nostra associazione:

  • modelli di successo: esempi di “blocchi” riusciti nel passato
  • ricerca di sponsor politici. Contatti con le minoranze politiche locali, con il parlamentare locale trombato in cerca di visibilità
  • contatti con la stampa, esempi di press release da personalizzare
  • organizzazione di “sit in” e “flash mob” da mettere in atto
  • legali disposti a collaborare in cambio di visibilità
  • come nascondere ogni “conflitto di interessi” nella battaglia di blocco: “sono contrario a prescindere dal mio interesse personale” (sempre ben presente!)
  • come impostare una “class action” del tutto inutile ma buona per un fundraising

fino a prendere contatti con chi afferma che “invitare al danneggiamento” non è detto che sia un reato!

In altre parole vogliamo diventare dei lobbisti specializzati nella promozione del non fare.

L’associazione deve farsi le ossa operando inizialmente su piccole beghe condominiali, di vicinato, per espandersi poi a grandi opere pubbliche e private.

La battaglia per il trionfo del NO deve essere condotta non solo a livello locale, ma anche a livello globale vietando parole e concetti quali:

  • conciliazione, accordo, analisi, valutazione obiettiva, misurazione degli effetti, mitigazione, PIMBY, ….

tutti concetti da bandire “ope legis”.

Non tutti i richiedenti assistenza saranno accettati, ogni domanda sarà vagliata per vedere che si tratti di un NO senza se e senza ma e che non preveda scappatoie. I “paletti”, cioè punti irrinunciabili contrapposti a temi trattabili saranno proibiti per il rischio di aggiramento stile Tomba.

L’associazione che vi propongo deve essere apolitica e non deve “entrare nel merito” della contestazione deve essere sempre favorevole “al blocco” e alla “conservazione dello stato quo ante” deve essere “reazionaria” e bandire ogni forma in qualche modo positiva, mai proporre “soluzioni alternative” e deve battersi per annullare qualsiasi azione che turbi la quiete.

In un secondo tempo l’associazione potrà espandersi in nuovi terreni potenzialmente fertili come la formazione ai genitori per cancellare ogni traccia del sessantottino “Vietato vietare” ed evitare che possano mai dire ai figli frasi del “io, come genitore, sono contrario ma decidi tu come credi”.

Seguitemi, garantiamo il “va bene come era”, guardiamoci bene dal “capire le ragioni dell’avversario”, imponiamo questi concetti nel mondo pubblico e anche privato, spingiamo verso un sano fanatismo, evitiamo ogni rischio di “ripensamenti”: il NO è NO e tale deve restare.

Finisco con un pensiero positivo: la propensione nazionale alla conservazione, reazione e negazione spero mitighi i danni che proveranno a fare sovranisti, apri-scatolette, rovescia-calzini, ….

 

Inserito il:22/05/2018 16:01:01
Ultimo aggiornamento:22/05/2018 16:27:29
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