Aggiornato al 02/11/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Norbert Papp (Gyor, Hungary, 1981 -   ) - Past, Present, Future

 

Ragionare sul futuro


di Gianni Di Quattro

 

Ci sono momenti nella storia di una comunità in cui il futuro come per magia scompare. Succede quando in quella comunità prevale la mediocrità culturale o quando qualche evento grande e brutto si verifica e blocca tutta la comunità, la costringe ad occuparsi quasi esclusivamente di quell’evento, diffonde la paura.

È successo nel nostro paese altre volte, per esempio nel periodo del terrorismo, e succede ora per la presenza di una brutta pandemia che certamente un giorno si riuscirà a battere od a controllare, ma che per il momento sta rivoluzionando la società tutta, portando alla morte decine e decine di migliaia di persone, impegnando tutte le risorse attuali, e non solo, per cercare di difendersi.


Una società che non ha futuro non esiste, esiste solo una società che non lo vuole vedere perché distratta o perché incapace o perché troppo coinvolta nel presente. Perché il futuro c’è anche quando non lo vediamo e anche quando non lo vogliamo. In altri termini, come in una impresa quando gli azionisti e il management non hanno la visione del futuro, vuol dire che questa impresa in un tempo più o meno breve è destinata alla scomparsa.


Abbiamo nella storia esempi anche importanti di questa teoria. Per le imprese basta pensare alla Olivetti, alla scomparsa di Adriano non ha più trovato la strada perché gli azionisti dopo di lui non sapevano, non capivano dove andare, guardavano solo il cassetto a fine giornata e così è passata da mano in mano sino a Carlo De Benedetti che la ha praticamente accompagnata verso il niente.

Così per una comunità per la quale non si verifica magari la scomparsa fisica, ma ancora peggio il suo degrado sino a ritrovarsi come un aggregato molto diverso dal suo passato, dalla sua storia, proiettato verso un recinto dove nelle apparenze di una modernità finta prevale nella sostanza una completa disumanità e una regressione civile consistente.

Molti paesi che hanno anche conosciuto momenti di grande splendore e che hanno dato importanti contributi al mondo nel cammino verso la civiltà e il progresso, si sono trovati nelle miserevoli condizioni di avere cancellato un loro brillante passato. Perché chi cerca di cancellare il futuro non cancella mai il presente ma cancella sempre il passato.


Ma parlando di futuro non si può tacere il ruolo che la cultura ha nello spingere la comunità verso la sua comprensione, verso la voglia di volerlo, verso la coesione di tutti verso l’obiettivo con la coscienza che si può perseguire solo insieme e in un contesto sociale favorevole e che certe storie di solitari e spontanei, come direbbero in una plaza de toros, non aiutano la comunità e forse al contrario la danneggiano e comunque sono molto effimere.

Quando poi un paese, una comunità, si trova immerso nella mediocrità perché ha abbandonato o trascurato la cultura e la conoscenza e nel contempo viene invaso da qualche evento straordinario, per esempio una pandemia, vive i suoi momenti peggiori come popolo e comunque la sua resurrezione lascerà ferite e cicatrici difficilmente cancellabili invitando tutti a non pensarci. Coraggio!

 

Inserito il:06/12/2020 17:34:30
Ultimo aggiornamento:06/12/2020 18:04:44
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