A Vanvera (27)
di Massimo Biondi
Brava gente
Un migrante proveniente dal Gambia si è suicidato, pare, gettandosi nel canal grande. Veneziani e turisti hanno assistito e filmato. Qualcuno ha insultato il suicida ricorrendo al repertorio degli epiteti da stadio dedicati ai calciatori avversari dalla pelle scura.
Sul Corriere della Sera Aldo Cazzullo, giornalista modesto che il vuoto intorno ha portato a ruoli in passato ricoperti da fuoriclasse, si domanda cosa abbia portato all’esasperazione un popolo “ospitale e ricco di umanità”. Che secondo lui sarebbero gli italiani.
Mi domando dove abbia vissuto Cazzullo negli ultimi venti o trent’anni. Italiani brava gente è una tesi che è tornata utile a suo tempo ma che poi gli storici hanno sconfessato.
Gente primitiva
Percepisco pensione INPS ma ho diversi impegni e interessi. Ignoro il concetto di noia. C’è sempre qualcosa da fare, se fisico e testa lo consentono. Perciò capisco gli amici che lo dicono per prendere in giro ma non quelli, tanti, che si stupiscono davvero. Sei in pensione, mi dicono, cosa hai da fare? Evidentemente per loro il senso della vita è il lavoro e quello del lavoro il reddito.
Trovo ciò molto triste.
Stampa consequenziale
La Borsa sale, titoli (larga parte): Trump infiamma le Borse. Esultano i trumpisti della prima ora e successive. Lo avevano previsti, i maghi.
La Borsa scende, titolo (larga parte): Trump preoccupa le Borse. Dotti interventi degli anti-Trump. Lo avevano previsto anche loro.
Peccato che i giornali non si usino più per né per incartare il pesce né per proteggersi dal freddo allo stomaco, in bicicletta.
Corsie protette
Milano, 4 febbraio 2017. Auto in sosta vietata impediscono ad un bus di raggiungere la fermata. L’autista ferma il mezzo in attesa dei trasgressori, bloccando il traffico. Altri automobilisti imprecano. Uno più inferocito decide di fare giustizia usando le mani. Per spostare l’auto in sosta vietata? No. Per picchiare il suo proprietario incivile? Nemmeno. Sale sul bus e mena l’autista.
Non tutto è perfetto in Magistratura
All’inaugurazione dell’anno giudiziario, disertata per la prima volta dall’Anm, il primo presidente della Cassazione, Giovanni Canzio, ha bacchettato le toghe per le fughe di notizie e le “distorsioni del processo mediatico”, favorite anche dalla “spiccata autoreferenzialità di taluni PM”. Invocati inoltre maggiori controlli sulle modalità d’indagine dei magistrati.
C’è il sospetto che sia stato per non sentire dal vivo queste critiche che il presidente dell’Associazione Magistrati Davigo ha deciso di non presenziare.
Per di più Canzio è uno dei giudici di rango elevato fruitore della deroga che consente di ritirarsi a 72 anni, due dopo gli altri. La regola che Davigo detesta.
O forse qualcuno si
Piercamillo Davigo ha sostanzialmente affermato l’infallibilità dei giudici. Magari qualche condanna discutibile o qualche carcerazione ingiusta c’è stata, ha ammesso, ma certo non per responsabilità dei giudici. Semmai erano le leggi ad essere sbagliate.
Dove lo ha detto? In TV, naturalmente.
Tempestività e aspettative.
Un magistrato non può essere iscritto a un partito né svolgere attività politica. Lo afferma il CSM che ha aperto un procedimento disciplinare nei confronti del governatore della Puglia, Michele Emiliano, pronto a candidarsi alla guida del PD.
Emiliano fa politica da oltre tredici anni, ricopre e ha ricoperto ruoli istituzionali e non è certo l’unica toga militante. Perché il CSM lo prende di mira solo adesso?
Ma, altra domanda: per quanti anni un magistrato può stare in aspettativa?
Partito giustizialista
Chissà se Beppe Grillo e il suo supporter Marco Travaglio sanno che Justicialista è il nome assunto dal partito peronista argentino, quello fondato da Juan Domingo Peron. Potrebbero pensarci, magari dopo la buriana Raggi che li ha costretti a posizioni più garantiste.
Forse lo sa Piercamillo Davigo.
Che c’entra? Mah! Vedremo. Il partito giustizialista potrebbe indicarlo come ministro della Giustizia nel suo ipotetico governo.
L’uovo e la gallina
Mi sembra che l’accanimento mediatico anche gossipparo nei confronti di Virginia Raggi sia straordinario, con qualche eccezione (Mentana, noto sughero sempre a galla, addirittura più di Travaglio).
Quello che mi sorprende è al contrario il poco rilievo dato all’origine di un personaggio tanto palesemente inadeguato al gravoso compito di sindaco di Roma. Origine che si trova nel metodo di selezione del Movimento 5 stelle, anche più inadeguato del sindaco. Raggi è frutto di quel metodo, che evidentemente ha capito e sfruttato meglio degli altri candidati.
È stata brava. Infatti nonostante il titoletto non intendo sostenere che Raggi sia una gallina. Però purtroppo nemmeno un sindaco.
A disposizione
In un colloquio con La Stampa il segretario di Stato americano, Rex Tillerson, tranquillizza: "Con l'Italia faremo grandi cose. Abbiamo bisogno del vostro Paese in Libia e per gestire la questione ucraina".
Ah ecco! E noi che pensavamo alla fraterna amicizia…
Consumatori
Dopo lo scandalo dieselgate Volkswagen nel 2016 ha venduto più di 10 milioni di veicoli ed è diventata la numero uno mondiale, superando Toyota, impegnatissima nelle auto ibride.
Ho l’impressione che “sai, inquina meno” sia una motivazione da dare al coniuge quando si vuole giustificare il cambio dell’auto.
Politica povera. O povera politica?
Da quest’anno le forze politiche non hanno più diritto a ricevere alcun contributo pubblico. È terminato il periodo transitorio previsto dalla legge del 2014, seguente ad un decreto del governo Letta, che prevedeva una riduzione graduale in tre anni fino al nulla dal 2017, appunto.
Naturalmente sono attivi movimenti trasversali per il ripristino di qualche forma di finanziamento, pubblico o privato incentivato.
La revoca del finanziamento pubblico - un’altra superficiale precipitosa concessione al qualunquismo e al rancore verso la politica - potrebbe anche essere a sua volta revocata, in qualche misura e forma. Ulteriore dimostrazione di debolezza della politica che anziché orientare e in qualche misura educare l’opinione pubblica se ne fa succube.
Politica in evoluzione
Innegabile l’evoluzione del PD. Gli antiberlusconiani sono diventati antirenziani. Da mesi non criticano più gli altri partiti e i leader degli altri partiti; solo Renzi. Criticherebbero anche gli eventuali residui sostenitori esterni di Renzi, se ne fosse rimasto qualcuno.
Politica sotterranea
C’è però chi un’alleanza con Renzi la farebbe subito, nel nome del riformismo, non importa quanto velleitario: Berlusconi. Credo che entrambi siano consapevoli di avere sbagliato su Mattarella e di essere alla guida di partiti infidi. Ma come fanno? Devono lavorare nell’ombra e poi fingere di avere combinato tutto ad elezioni avvenute, nell’interesse del Paese. Ma nel frattempo cominciano a far girare nomi di possibili presidenti del consiglio, alcuni per bruciarli, altri per qualificarli.
Forse più che sotterranea è la politica normale quando il sistema elettorale è proporzionale.
Europa prudente
Ho il sospetto che la politica dei governi europei preveda il mantenimento di strutture che rendano gestibile dai singoli Stati l’eventuale crollo della UE. Diversamente si potrebbe discutere di molto altro, anche di “banche di sistema” europee, anziché nazionali. Ma certo questo non pare il momento più opportuno. Parrebbe piuttosto il momento di accantonare i sogni dei fondatori. Raggiunto, almeno per questi 70 anni, l’obiettivo della pace tra europei (grandissimo risultato) sarebbe ora di ricondurre tutto a patti economici, come di fatto oggi è.
Europa aggressiva
In Europa la situazione italiana la leggono così, più o meno: 1. Ha il solito debito esagerato, come arcinoto. Terremoto, certo, una catastrofe. Ma i portafogli non stanno dalla parte del cuore. 2. C’è un governo precario che al massimo dura un anno, al minimo tre mesi. Gente seria Padoan e colleghi, ma su quali programmi a medio termine può mai impegnarsi? 3. Si voterà comunque presto e le elezioni potrebbero portare al governo forze anti-euro e anti-Europa. Alcune addirittura ventilano l’ipotesi di non pagarli proprio, i debiti. 4. Nel frattempo gli italiani hanno respinto riforme che i più – all’estero – giudicavano non forse fondamentali ma ragionevoli. 5. Nel Paese si agitano al contrario forze che vorrebbero smontare le poche riforme dei governi Monti e Renzi che, sempre all’estero, sono state apprezzate. 6. Si colgono segnali di un possibile rallentamento della già affannata e lenta crescita. Anche perché in una situazione così incerta non investe nessuno.
Ho l’impressione che la sola arma a nostra disposizione (di Padoan) sia poco diplomatica: prendere o lasciare. E prenderanno, a Bruxelles; che altro possono fare oltre a concordare qualche compromesso buono per i comunicati stampa? Qualche ramanzina e qualche intervista stizzita, ma abbiamo 2.200 miliardi di debito, vogliamo mandare tutto in vacca per 3?