Immagine realizzata con strumenti di Intelligenza Artificiale
Un mondo disintegrato
di Gianni Di Quattro
Non è facile cercare di capire di questi tempi i pensieri colti, tecnologici, scientifici che si incrociano e che ci dicono con una certezza che non ammette dubbi come sarà il futuro e come si vivrà. Ammiro gli uomini che li capiscono, li cavalcano, li spiegano, li giustificano, li predicano. È una fortuna ad ogni modo per chi non ne è all’altezza capirne qualcosa, magari il senso se non le tecniche.
Infatti, non pretendendo di capire fino in fondo tutti questi scenari a me sembra comunque di avere capito una cosa, forse per tanti irrilevante e forse anche banale, ma per me fondamentale. E cioè: il mondo è sempre più disintegrato, corre sempre più velocemente verso questa schizofrenia sociale, scavalcando almeno per me purtroppo quella che si chiama ancora umanità con i suoi valori, i suoi tempi, le sue connessioni.
Perché lo penso? Perché manca una visione di insieme, perché si sviluppano tecnologie e sistemi in modo parallelo a prescindere da come è fatto il resto del mondo. La scienza, in altri termini, è diventata corporativa o, se si vuole, ha accentuato l’egoismo che è il pregio ed il difetto allo stesso tempo della ricerca e dei mondi che sono ad essa legati. Mi viene in mente il fascismo che inventò le corporazioni economiche per gestire meglio la società e ciascuna di esse. Per dividere, tentare equilibri, creare anche ad arte opposizioni ed evitare concertazioni, una tecnica da cui ancora oggi la società italiana non si è liberata.
I tempi che corrono sono prigionieri in gran parte della tecnologia e della economia e questo crea ed accentua la mancanza di visione di insieme che solo la filosofia potrebbe dare, solo il pensiero rivolto ad una visione unitaria potrebbe proporre. Di conseguenza sviluppando contrapposizioni, culture settoriali e non generali.
La mancanza del ruolo della filosofia, in conclusione, è la causa di questa disintegrazione, facendo sì che le nuove tecnologie e scoperte scientifiche creeranno certamente meravigliosi benefici per gli uomini, ma senza una visione integrata, rischiano allo stesso tempo di creare un mondo evoluto e senza umanità, un mondo fatto a corporazioni che non si parlano e magari si combattono. Un mondo certamente poco solidale e molto diseguale, un mondo dove ciascuno avrà il suo scaffale diverso dagli altri, dove cambieranno i valori. Forse non ci sarà più posto per la follia perché nessuno se ne accorgerà.
Qualcuno adesso mi dirà che la politica sarà in grado di gestire questa grande trasformazione epocale, che basterà cambiare i sistemi politici rappresentativi, che gli uomini si abitueranno a vivere in modo diverso.
Ed io temo proprio questo.