Samy Charnine (Nizza ,1967,Usa - Contemporary) - Homesickness
Il luogo del cuore
di Gianni Di Quattro
Gli animali feriti vanno a rifugiarsi nella loro tana, quella in cui sono nati.
Gli uomini spesso abbandonano il luogo in cui sono nati per piacere o per irrequietezza, ma soprattutto per necessità e non riescono a dimenticarlo a prescindere dalla vita che si costruiscono e indipendentemente dal successo che afferrano.
Il luogo del cuore è quello in cui si nasce, ne possono esistere degli altri in cui succedono determinati eventi importanti e si fanno gli incontri della vita, ma nessuno di questi potrà mai esercitare una attrazione come quello natio.
Perché? Perché è il mistero e la magia della vita.
Infatti gli odori, i sapori, le immagini che entrano nella nostra mente nei primi anni della nostra vita sono destinati a non essere dimenticati mai.
Così come non si dimenticano i primi giochi e i primi amici, le strade e la casa, il cielo tante volte guardato con curiosità per capire come si muovono le nuvole, la famiglia e persino i rumori.
I primi anni della nostra vita si identificano con un luogo che, negli anni, quando si è fuori, viene ricordato continuamente.
Si sa che quando si incontra, anche dopo molti anni, qualcuno che viene dal luogo del cuore si fanno domande, si vuole sapere di persone, di strade, di costruzioni, di feste, di negozi come se tutto fosse rimasto immobile perché per noi nel luogo del cuore tutto dovrebbe rimanere immobile.
La delusione è cocente quando il qualcuno incontrato dice che la tale persona non c’è più, quell’altro è andato via e non si sa che fine abbia fatto, quella casa è stata demolita, quei negozi hanno lasciato il posto ad un supermercato, rimane la festa ma con programmi totalmente diversi, i rumori sono scanditi dal traffico e, nella notte, da una discoteca punto di ritrovo della gioventù nei giorni di festa.
Il luogo del cuore è come il DNA, anzi è il vero DNA, quello umano e non quello scientifico, la scatola nera che ognuno di noi si porta dietro tutta la vita, lo scrigno che contiene quello che abbiamo di più prezioso. E quando la vita volge al termine, quando il percorso della stessa comincia ad accorciarsi, il ricordo si fa più insistente e molti, quelli che se lo possono permettere, è là che chiedono a parenti ed amici di essere sepolti, di confondersi con quella terra che li ha visti nascere e che amerebbero li vedesse anche riposare. Quasi a chiedere scusa per essersene andati, per averla abbandonata anche se mai tradita.
È inconsapevolmente una grande aspirazione anche se non lo si confessa o lo si fa timidamente, ma gira nella testa il ritorno comunque.
Il ritorno, come cercano di fare gli animali e questo vuol dire che la vita ha per tutti, animali o persone, lo stesso sapore e scorre allo stesso modo al di là del genere, della razza, di quanto si sia riuscito a prendere dal mondo o a dargli.
Nel percorso della vita di coloro che lo abbandonano per lavorare e che poi rimangono lontano perché entrati in un meccanismo irreversibile, magari mettendo su famiglia, il luogo del cuore è anche una consolazione continua, un dolce pensiero che accompagna, un sistema di protezione, nel senso che comunque ci si illude sempre, e soprattutto in caso di necessità, di poter tornare e di essere accolti, anche se razionalmente si sa che si tratta di una utopia.
Coloro che non hanno un luogo del cuore o che non capiscono quelli che lo hanno od ancora che non si rendono conto del sacrificio che fanno quelli che sono costretti ad abbandonarlo, sono strane persone. Forse invasi da sentimenti di egoismo sfrenato, di voglia di vincere a tuti i costi, forse ancora senza amore e comunque talmente impauriti da avere tanto coraggio e spregiudicatezza nell’affrontare una vita di successo anche se inutile perché senza contenuto vero.
E quelli che invece hanno la fortuna di vivere sempre nel luogo del cuore non possono capire e guardano con diffidenza quelli che arrivano, che invadono dicono, che tolgono qualcosa ma non sanno cosa e inventano.
Difficilmente potranno capire quanto grande e importante è il bagaglio di umanità che porta chi arriva e che mette generosamente a disposizione di tutti.