Aggiornato al 21/10/2025

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

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A proposito di Giorgia

di Ruggero Cerizza

 

A margine dei commenti generati dallo scritto “… ho le orecchie che sanguinano, Giorgia!”, vi propongo la mia breve considerazione.

Preliminarmente mi è utile ricordare che il nostro ordinamento prevede:

  • Vilipendio alle istituzioni, è un reato previsto dall'articolo 290 del codice penale italiano che consiste nell'offendere pubblicamente la Repubblica, le assemblee legislative, il Governo, la Corte Costituzionale o l'Ordine giudiziario.
  • Obbligatorietà dell'azione penale, cioè il Pubblico Ministero è tenuto a mettere in moto l'attività di indagine ogni volta venga a conoscenza di una notizia di reato ed in qualsiasi modo gli derivi questa conoscenza. (art. 112 Costituzione Italiana)
  • Presidente del Consiglio dei Ministri, dal punto di vista protocollare, è la quarta più alta carica della Repubblica Italiana, mentre, a livello esecutivo, è l'effettiva dirigente della politica, nonché la carica che concede maggior potere.

Personalmente ritengo incontestabile che da quando la Presidente Giorgia Meloni è stata eletta si è trasformata nel principale bersaglio di alcuni soggetti politici, funzionari dello stato, capi di organizzazioni sindacali, opinionisti, giornalisti e altri “chiacchieroni non meglio identificabili”, i quali nel corso di ogni loro manifestazione pubblica, discorso parlamentare, comizio più o meno elettorale, talk show televisivo, intervista giornalistica, messaggio o commento “social”  non riescono a far altro che rivolgersi al Presidente del Consiglio Italiano, tra l’altro donna, ledendo sistematicamente in maniera becera ed incivile l'onore e il prestigio della sua figura istituzionale e offendendo volgarmente la sua dignità personale e dei suoi familiari.

Questo comportamento non è “criticare l’operato di chi governa”, bensì buttarla semplicemente “in caciara”.

Di fronte a questo indecoroso fenomeno di malcostume ci si sarebbe potuti aspettare una delle seguenti situazioni:

  1. che quei tromboni smettessero spontaneamente di dare, almeno in pubblico, spazio alle loro invettive,
  2. che almeno un P.M., appena un poco informato, perseguisse autonomamente il reato, così, facendo leva sul loro portafogli, ottenere il risultato del punto precedente,
  3. che il Presidente della Repubblica li richiamasse formalmente ad un atteggiamento un poco più “civico” ed “educato”,
  4. che il Presidente del Consiglio contribuisse ad intasare i tribunali con sfilze di querele per diffamazione e nei casi più gravi per calunnia.

Invece il nostro Presidente del Consiglio si è limitato a stigmatizzare gli insulti lamentandosi pubblicamente e fornendo sagaci ed argute risposte, confermandomi così nell’opinione che Giorgia Meloni è una vera statista.

Di fronte a questo suo atteggiamento, non mi sarei davvero mai aspettato che qualcuno potesse contestarlo suggerendole “te insonorizza”.

 

Inserito il:18/10/2025 11:00:15
Ultimo aggiornamento:21/10/2025 12:32:28
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