Aggiornato al 26/08/2025

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Immagine realizzata con strumenti di Intelligenza Artificiale

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I tre tempi e l’ombra della guerra ucraina

di Achille De Tommaso

 

I Greci antichi sapevano che il tempo non è unico.

Per loro il tempo aveva tre volti, tre respiri, tre destini: Chronos, Kairos e Aion.

Tre figure che non appartengono al passato, ma che tornano a parlarci quando l’umanità si trova davanti ai suoi crocevia.

E oggi, nel cuore della guerra d’Ucraina, queste figure riemergono con forza.

***

Chronos – il tempo che divora

La guerra appartiene anzitutto a Chronos.

È il tempo che conta i giorni, le settimane, gli anni.

È il tempo delle cronache e dei bollettini, dei droni, dei missili, della logorante attesa di un esito di pace che non arriva. Ogni mese che scorre divora vite, economie, speranze.

Chronos misura, ma non consola.

Sotto il suo regno, la guerra diventa un’abitudine di telegiornale, diventa routine: un orologio che batte sempre la stessa ora, una clessidra che non si capovolge mai.

Chi vive soltanto in Chronos, assiste al lento invecchiare di un continente che si trascina nel peso delle sue paure. Incapace di prendere una decisione: tra staccare la spina o giungere ad una guerra mondiale.

 

Kairos – l’attimo fuggente

Eppure, anche nei conflitti più cupi, può aprirsi l’istante di Kairos.

È il momento in cui una decisione – diplomatica, politica, persino spirituale – può cambiare la traiettoria della storia.

Kairos è il varco che si apre all’improvviso: l’occasione di una svolta che può condurre alla pace, o a un diverso equilibrio.

Ma Kairos è fragile: non aspetta, non si lascia rimandare.

L’Europa di oggi sembra incapace di coglierlo. Resta sospesa, come se attendesse che la storia si compia da sola.

Eppure, senza il coraggio di afferrare Kairos, Chronos continuerà a divorare senza tregua.

 

Aion – il tempo che ricorda

Sopra il rumore delle armi, c’è un tempo più profondo: Aion.

Aion non scorre, non si consuma, non si ripete.

È il tempo eterno, circolare, che custodisce la memoria dei popoli e dei miti.

Aion ci ricorda che la guerra in Ucraina non è solo una vicenda militare, ma parte di un archetipo antico: lo scontro annoso fra poteri ed egemonie, la frattura di civiltà, l’oblio dell’identità.

In Aion, ogni conflitto non è solo distruzione, ma anche specchio: ci costringe a chiederci chi eravamo, e come eravamo, chi siamo e chi vogliamo essere. Quale è stata la vera causa della guerra.

Non è un tempo che misura i giorni della guerra, ma che ci domanda:

Perchè è successa la guerra? Quando è iniziata? Cosa eravamo e che cosa diventeremo dopo?

 

Tre vie, una scelta

Se restiamo nel dominio di Chronos, la guerra continuerà a consumare vite e futuro.

Se avremo la forza di cogliere Kairos, potremo trasformare la necessità in possibilità.

Ma solo se sapremo ascoltare Aion, ritroveremo l’identità più profonda dell’Europa, smarrita tra interessi e paure.

Perché i tre tempi non sono solo categorie filosofiche: sono le tre vie dell’anima collettiva.

E la domanda che ci pongono non riguarda soltanto l’Ucraina, ma tutti noi:

 

In quale tempo stiamo vivendo?

 

Inserito il:26/08/2025 08:08:46
Ultimo aggiornamento:26/08/2025 18:50:11
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