Aggiornato al 09/12/2025

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Voltaire

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National Security Strategy e l’Europa

di Giorgio Bertolina

 

Intanto bisogna precisare che il documento pubblicato dal Presidente Donald Trump il 4 dicembre risponde ad un obbligo di legge, stabilito nel 1986. L’amministrazione Biden pubblicò la sua NSS nell’ottobre 2022.

Originariamente era prevista una pubblicazione annuale, ma a partire dall’amministrazione di George W. Bush (Junior, 43° Presidente dal 2001 al 2009) è diventato prassi pubblicare una strategia per mandato presidenziale, anche se possono essere pubblicati aggiornamenti intermedi.

Il documento ha lo scopo principale di definire gli interessi e gli obiettivi di sicurezza nazionale degli USA, come si può evincere dal titolo e di identificare le sfide, le minacce e le opportunità che la nazione deve affrontare. Serve a delineare la strategia generale con cui l’amministrazione intende usare gli elementi del potere nazionale (diplomatico, economico, militare e informativo) per raggiungere tali obiettivi. Serve quindi per informare il Congresso ed i cittadini statunitensi sulla direzione della politica estera e di sicurezza.

E’ peraltro evidente che la NSS oltre ad essere uno strumento istituzionale obbligatorio, rappresenta la modalità con la quale ogni Presidente imprime la propria impronta ideologica e strategica alla politica estera del Paese.

Nella lettera di accompagnamento il Presidente Trump, presentando il documento, si rivolge direttamente ai propri concittadini (My fellow Americans) e ricorda, con l’enfasi che lo contraddistingue, quanto realizzato nel primo anno di amministrazione e ancora una volta riprende il concetto di America First (In everything we do, we are putting America First).

Non ho mai ben compreso perché questo concetto semplice e comprensibile abbia trovato reazioni anche scomposte da parte di governi europei, proprio coloro che nel passato, nel presente e nella visione futura pensano, nei fatti e nei comportamenti, esclusivamente al proprio interesse nazionale, nessuno dei quali avendo mai veramente inteso la comunità europea come un’entità superiore e in grado, se opportunamente guidata, di superare i limiti dei singoli paesi e rappresentare perciò un degno avversario politico, economico, culturale e, laddove necessario, militare.

Tornando al NSS, nell’introduzione si chiarisce che l’obiettivo primario del Presidente e quindi degli USA è di assicurare che l’America rimanga il più forte, il più ricco, il più potente e il paese nel mondo di maggior successo per i decenni a venire e quindi necessita di una strategia focalizzata e coerente su come deve interagire con il mondo.

Una “strategia” è un concreto, realistico piano che spiega la essenziale connessione tra fini e mezzi: comincia con una valutazione accurata dei desiderata e degli strumenti a disposizione, o che possono realisticamente essere creati, al fine di raggiungere gli obiettivi prefissati.

Qui un passaggio importante: “non ogni paese, regione, questione o causa, comunque degna, può essere il focus della strategia americana”. Si ritorna al concetto di America First e si precisa ancora: “lo scopo della politica estera è la protezione dei fondamentali interessi nazionali” e si ricorda, nella piena coerenza della critica trumpiana, come obiettivi ampi e generosi, soprattutto in termini di politica estera, delle amministrazioni precedenti abbiano poi portato ad una situazione che ha di fatto fallito nel raggiungimento di tali obiettivi.

Vengo però al dunque, a quella parte del documento che ha provocato reazioni indignate da parte dell’establishment europeo.

Prima però un passaggio nel documento che non può essere ignorato ed è dove si dice espressamente che gli Stati Uniti (e quindi il suo Presidente): “vogliono supportare i propri alleati a preservare la libertà e la sicurezza dell’Europa, ripristinando al contempo la fiducia in sé stessa e l'identità occidentale dell'Europa”.

Non mi sembrano le parole di un nemico del nostro continente, come invece leggo in questi giorni sui nostri giornali, ma tralascio questi aspetti ed entro nel merito della questione europea.

Il merito è trattato nel paragrafo C) Promoting European Greatness, che segue quelli relativi all’emisfero occidentale, all’Asia e precede i paragrafi sul Medio Oriente e poi l’Africa.

Parte dalla constatazione che i funzionari americani ritengono da tempo che i principali problemi europei siano rappresentanti dall’insufficiente spesa militare e dalla stagnazione economica, sicuramente veri, ma aggiunge che i reali problemi dell’Europa sono ancora più profondi.

Il declino economico (il contributo dell’Europa al PIL mondiale è passato dal 25% nel 1990 al 14% attuale), in parte determinato dalle regole nazionali e transnazionali che hanno minato la creatività e l’operosità, è eclissato dalla prospettiva reale e più cruda della cancellazione della civiltà.

I problemi più ampi che l’Europa si trova ad affrontare includono le attività dell’Unione Europea e di altri organismi transnazionali che minano la libertà e la sovranità politica, le politiche migratorie che stanno trasformando il continente e creando conflitti, la censura della libertà di parola e la repressione dell’opposizione politica, il crollo dei tassi di natalità e la perdita di identità nazionali e di fiducia in se stessi. Se le tendenze attuali dovessero continuare, il continente sarà irriconoscibile tra vent’anni o meno. Pertanto, non è affatto scontato che alcuni paesi europei avranno la necessaria forza economica e militare per rimanere alleati affidabili.

La critica è indubbiamente pesante, ma non rappresenta forse quello che la maggior parte di noi pensa relativamente ai problemi e soprattutto all’incapacità della Comunità Europea di fronteggiarli in modo serio, coerente e determinato? Non pensiamo anche noi che se l’Europa continua su questa china la cancellazione della civiltà europea, come la intendevamo fino a qualche tempo fa sarà, ed in parte lo è già, un fatto ineludibile?

Potremmo poi pensare che questa civiltà non merita di sopravvivere, ma allora non dovremmo comunque scandalizzarci all’affermazione americana che è destinata a scomparire, ma semmai concordare e accelerare questo processo, a puro scopo esemplificativo, eliminando non soli i presepi ma anche la religione, ovviamente solo quella cristiana!

Il documento parla poi delle relazioni con la Russia e dell’incapacità europea di trovare una soluzione alla guerra in Ucraina e quindi della necessità di un intervento diplomatico diretto degli USA per arrivare ad una soluzione di pace.

E questo perché, si legge sempre sul documento, l’Europa è e rimane strategicamente e culturalmente vitale per gli Stati Uniti. Il commercio transatlantico rimane uno dei pilastri dell’economia globale e della prosperità americana. I settori europei dalla manifattura, alla tecnologia, all’energia sono ancora tra i più robusti nel mondo. L’Europa è sede di ricerca scientifica all'avanguardia e di istituzioni culturali leader a livello mondiale. Non solo non possiamo permetterci di escludere l'Europa, ma farlo sarebbe controproducente per gli obiettivi che questa strategia mira a raggiungere.

La diplomazia americana dovrebbe continuare a sostenere la vera democrazia, la libertà di espressione e la celebrazione senza remore del carattere e della storia delle singole nazioni europee. L'America incoraggia i suoi alleati politici in Europa a promuovere questa rinascita di spirito e la crescente influenza di partiti patriottici europei danno davvero motivo di grande ottimismo.

L’ottimismo di questo passaggio nel documento è indubbiamente determinato dal crescente consenso di partiti di centro destra nei paesi europei e probabilmente è una delle principali ragioni di critica del main stream europeo al documento di Trump.

Ancora, il nostro obiettivo dovrebbe essere quello di aiutare l'Europa a correggere la sua attuale traiettoria. Avremo bisogno di un'Europa forte che ci aiuti a competere con successo e che lavori di concerto con noi per impedire a qualsiasi avversario di dominare l'Europa.

L'America è, comprensibilmente, sentimentalmente legata al continente europeo e, naturalmente, alla Gran Bretagna e all'Irlanda. Il carattere di questi paesi è anche strategicamente importante perché contiamo su alleati creativi, capaci, fiduciosi e democratici per stabilire condizioni di stabilità e sicurezza. Vogliamo lavorare con paesi allineati che desiderano ripristinare la loro antica grandezza. Nel lungo termine, è più che plausibile che entro pochi decenni al massimo, alcuni membri della NATO diventino a maggioranza non europea. Pertanto, è una questione aperta se considereranno il loro posto nel mondo, o la loro alleanza con gli Stati Uniti, allo stesso modo di coloro che hanno firmato la Carta della NATO.

Seguono poi una serie di indicazioni circa le azioni che l’Europa dovrebbe intraprendere e naturalmente si parla di collaborazione con gli USA, l’acquisto di armamenti dagli stessi e attività di scambio commerciale.

Riassumendo ritengo che il documento, nella parte che riguarda precipuamente l’Europa, non contenga nulla di scandaloso rispetto all’analisi della situazione e che dovremmo invece, come europei, scandalizzarci per come i problemi percepiti dalla gente comune (situazione economica, perdita di potere d’acquisto, demografia, immigrazione irregolare, capacità militare) non abbiano non solo trovato nessuna risposta in una seria strategia della CE, ma al contrario alimentato problemi con soluzioni ideologiche e del tutto inconcludenti (vedi ad esempio il tema del motore termico e del riscaldamento domestico).

Non stupiamoci inoltre se la disaffezione verso questa Europa monta e fa lievitare i partiti cosiddetti sovranisti che, sbagliando dal mio punto di vista, solleticano la pancia della gente stufa di continue e incomprensibili regole comunitarie in assenza di una strategia di lungo termine per i reali problemi.

Vorrei un’Europa forte e che, ripartendo dai principi sanciti dai paesi fondatori, rivedesse strutturalmente il proprio ruolo, ma questo vorrebbe dire che i singoli paesi dovrebbero rinunciare ad una parte della propria sovranità, cosa che stante l’attuale ordinamento comunitario non mi sentirei proprio di proporre.

 

PS – Il documento integrale è scaricabile dal sito della Casa Bianca all’indirizzo:

https://www.whitehouse.gov/wp-content/uploads/2025/12/2025-National-Security-Strategy.pdf

 

Inserito il:09/12/2025 18:10:18
Ultimo aggiornamento:09/12/2025 19:02:23
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