Gianfranco Bonomi (Lumezzane, Brescia, 1939 - ) - Senza titolo
La quadra
di Gianni Di Quattro
Probabilmente viene da quadratura del cerchio e che contratto da queste parti, al Nord del paese, si dice quadra per fare presto, infatti qua c’è gente spiccia che non ha tempo da perdere.
Lo usava molto Bossi, il nonno politico dell’attuale super ministro di polizia, per indicare che una vertenza politica, una situazione ingarbugliata si stava risolvendo, abbiamo trovato la quadra diceva e tutti capivano che i giochi erano fatti.
Bisogna riconoscere che il termine però è piaciuto a tutto l’ambiente politico e giornalistico e si è diffuso rapidamente ed ancora oggi, pur con protagonisti quasi totalmente nuovi rispetto al periodo in cui Bossi era in auge, il termine si usa, anche se sempre più raramente, per dire che ce l’abbiamo fatta ed è ancora capito da tutti, c’è la quadra infatti dicono tutti e si capiscono.
È opportuno precisare che il termine spiccio e chiaro è usato molto da chi cerca soluzioni, da chi vuole trovare un compromesso tra due possibilità alternative, dai mediatori politici che cercano di trovare accordi tra partiti. Non è viceversa molto usato da chi è distante dal compromesso, da chi non è pressato dal trovare soluzioni a problemi aperti, da chi preferisce lasciare ad altri il compito di trovare questa quadra, è meno impegnativo tutto sommato.
In certi momenti politici può accadere che la conflittualità, la lotta per il potere, il disinteresse verso la cosa pubblica e l’interesse collettivo a vantaggio di interessi personali o del proprio gruppo o partito di appartenenza allo scopo di conquista del potere è così forte che non si ricercano e non si trovano quadre. Si lascia scorrere tutto in attesa di vincere.
La quadra è dunque non tanto una filosofia, ma certamente una prassi consolidata, un riferimento di cultura del settore e dietro di essa si muovono varie tipologie di personaggi.
Alcuni amano impegnarsi e collaborare per trovare la quadra a tutto, altri preferiscono che alle cose non si trovi una quadra perché amano le cose non risolte, altri ancora dicono di avere trovato la quadra millantando ed, infine, ci sono quelli che sostengono che non ci sono quadre da trovare.
In effetti viviamo tempi che si allontanano sempre più dal ricercare le quadre delle cose, dei problemi. Perché ormai nessuno è disposto al compromesso da una parte e poi soprattutto perché i protagonisti in gioco cercano di dividersi il potere e questo non dipende più dal trovare soluzione per i problemi sul tappeto, ma dipende, come è ovvio, dai patti che i contendenti stipulano per dividersi la torta in gioco. Questi patti non dipendono più dai compromessi, ma dalle forze che si scontrano e che condividono il possibile nell’interesse reciproco. Non più compromessi dunque, solo accordi di potere su cui non si può ricercare e trovare la quadra, ma su cui i contendenti possono decidere solo spartizioni.
La fine della quadra è la fine di un’epoca, di un momento importante della nostra storia e la fine di un modo di vedere la politica e si può dire che la quadra è stata l’ultima manifestazione di una politica vera, alta anche se definita con parole popolari e gergali.