Aggiornato al 08/10/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Brandon Hebb (Contemporaneo – North Carolina) - Washington DC Under Moonlight - 2012

 

La lezione americana

di Gianni Di Quattro

 

La campagna elettorale americana in pieno svolgimento è molto importante in questa tornata perché non significa solamente l’elezione di uno dei protagonisti principali delle cose che accadono nel mondo, ma anche e soprattutto perché sta contribuendo a cambiare molte regole e comportamenti ed a cancellare tradizioni che si ritenevano connaturate con la cultura democratica e sociale di quel grande paese con tutte le conseguenze evidentemente possibili, e anzi certe, per il resto del mondo.

Per la prima volta, almeno ufficialmente, i politici in quel paese mentono e non sono perseguiti né dai media né dai cittadini come nel passato ed ancora per la prima volta si scoprono comportamenti passati dei candidati presidenziali un po’ oscuri per vari motivi che non incidono più di tanto nei sondaggi. Si deve aggiungere che il gossip impazza e soprattutto che i partiti tradizionali si spaccano in correnti che lottano tra di loro mentre personaggi storicamente legati ad un partito annunciano di votare per il partito concorrente e tutte le carte sociali dei filoni tradizionali del potere si rimescolano.

Per finire, anche negli Stati Uniti il populismo, inteso come strumento per attrarre adesioni al di fuori di qualsiasi schema ideologico e basato su rivendicazioni di interesse popolare anche se di nessun interesse per la costruzione del futuro del paese, trova ampia diffusione come conseguenza di pessimi comportamenti delle vecchie classi politiche, della distorsione dei sistemi economici con il prepotente sviluppo di diseguaglianze, di forme ampie e macroscopiche di corruzione che provocano forte astio popolare. Ed inoltre delle tecnologie che apparentemente allargano la conoscenza ma che, in effetti, tendono a standardizzarla ed a complicare la vita di tutti limitandone la libertà e della presa di coscienza della perdita di autonomia di tutti gli Stati, anche di quelli più potenti, a causa della interdipendenza economica e finanziaria dai grandi gruppi che sono globali e che condizionano la vita e l’esistenza stessa di molti se non di tutti i paesi.

Vuol dire che anche gli Stati Uniti si sono europeizzati e soprattutto italianizzati si dice, fenomeno che è in espansione in tutto il mondo e ciò vuol dire che la speranza di un miglioramento della nostra situazione almeno a breve possiamo davvero scordarcela. Ma soprattutto vuol dire che la democrazia applicata al capitalismo pervaso dal liberismo come il Presidente Reagan ha contribuito a diffonderlo nel mondo, non regge più alle esigenze dei popoli, vuol dire che il controllo dei poteri è sempre più sostanzialmente nelle mani di pochi, vuol dire che il rispetto dell’avversario non esiste come non esistono più le ideologie, il concetto homo homini lupus (Hobbes) ha inquinato definitivamente la politica e le classi dirigenti, l’economia e il potere sono il vero obiettivo di gruppi pronti a conquistarlo ad ogni costo e con tutti i mezzi.

Questo è il senso della lezione che proviene da questa tornata elettorale americana peraltro incerta e volgare perlomeno rispetto al passato e nella quale i vari gruppi di interesse e di potere si confrontano ormai apertamente senza il pudore di celare in qualche modo le loro manovre e i loro calcoli di interesse.

Questa lezione che viene dagli Stati Uniti, dal paese che in qualche modo, anche se con alcune ombre, ha rappresentato la democrazia, se viene considerata insieme ai sommovimenti europei, al disastro del Medio Oriente, al ritorno prepotente del gigante russo sulla scena mondiale e, infine, sulla presenza asiatica che sarà protagonista della storia del mondo nei prossimi anni, alimenta il quadro della incertezza e della imprevedibilità completandolo.

Il problema è la revisione di molti dei concetti anche nel modo di essere della democrazia che fino adesso ci hanno accompagnato nel percorso dalla fine della seconda guerra mondiale. Adesso è ora di cambiare, ma chi ci può aiutare a capire e a lavorare per questo cambiamento?

Inserito il:07/09/2016 17:54:34
Ultimo aggiornamento:07/09/2016 18:02:41
Condividi su
ARCHIVIO ARTICOLI
nel futuro, archivio
Torna alla home
nel futuro, web magazine di informazione e cultura
Ho letto e accetto le condizioni sulla privacy *
(*obbligatorio)


Questo sito non ti chiede di esprimere il consenso dei cookie perché usiamo solo cookie tecnici e servizi di Google a scopo statistico

Cookie policy | Privacy policy

Associazione Culturale Nel Futuro – Corso Brianza 10/B – 22066 Mariano Comense CO – C.F. 90037120137

yost.technology | 04451716445