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… ho le orecchie che sanguinano, Giorgia!

di Davide Torrielli

Lettera aperta alla Presidente Giorgia Meloni

Cara Giorgia,

siamo ormai tutti spettatori affezionati del grande spettacolo del “Vittimismo Istituzionale – stagione due”, prodotto, diretto e interpretato da Te, con tanto di luci, effetti speciali e colonna sonora a base di indignazione patriottica.

Guarda, ti giuriamo: abbiamo capito la trama. Davvero. Non serve ripeterla ogni settimana. “Mi attaccano perché sono donna!”, “Mi odiano perché sono patriota!”, “Ce l’hanno con me perché difendo la famiglia tradizionale!”. Ecco, sì, tutto chiaro. Ma permettici una piccola osservazione da pubblico pagante: forse, giusto forse, non è sempre un complotto cosmico contro Giorgia Meloni.

Vedi, da quando esiste la Repubblica, tutti i Presidenti del Consiglio sono stati bersaglio di critiche, minacce, insulti e vignette poco lusinghiere. È il mestiere. È il prezzo della visibilità. Non sei la prima né l’ultima a ricevere una lettera minatoria o una caricatura con il nasone. Fa parte del gioco democratico, quel piccolo fastidio che accompagna la libertà d’espressione — quella stessa libertà che, tra un comizio e l’altro, ti piace tanto difendere.

Ma il punto è un altro, cara Giorgia.
Non è che ti senti perseguitata un po’ troppo volentieri? C’è come la sensazione che questo continuo “mi attaccano perché sono io!” serva più a cementare il consenso che a raccontare la realtà. Perché la verità, nuda e cruda, è che nessuno ti sta combattendo in segreto, non ci sono complotti nei corridoi, né droni comunisti sopra Palazzo Chigi. C’è solo gente che, come in ogni democrazia normale, critica chi governa. E meno male, aggiungerei.

Ora, veniamo al capitolo “tono di voce”.

Perché, diciamocelo, Giorgia: non serve urlare ogni volta come se stessi chiamando il cane da un campo di grano. La forza delle idee non si misura in decibel. Gridare “Onestà! Libertà! Difesa della Patria!” ogni tre frasi non rende più vero ciò che dici — lo rende solo più rumoroso. E chi, nella storia, ha dovuto urlare per farsi sentire, di solito lo faceva perché non aveva molto altro da dire.

E poi quella gestualità teatrale, il braccio che si alza, l’occhio che lampeggia, la voce che si spezza sul patriottismo… Giorgia, va bene l’enfasi, ma a volte sembri più un personaggio di varietà che una Premier della Repubblica Italiana. Ti immagini Cavour che urla “ITALIAAAAA!!!” in mezzo al Parlamento?

Ecco.

Noi cittadini, ti assicuro, non siamo tuoi nemici.
Siamo solo stanchi di vedere ogni critica trasformata in un atto di lesa maestà, ogni domanda in un complotto, ogni dissenso in un tentativo di delegittimazione. Forse la vera forza non è nel rispondere a tutto con veemenza, ma nel saper distinguere tra un attacco politico e una semplice opinione diversa.

Dunque, un consiglio spassionato, da cittadini che pagano le tasse e non hanno tempo per le telenovele istituzionali:
Rilassati, Giorgia. Nessuno ti vuole male. Nessuno trama nell’ombra.
Abbassa il volume, siediti, respira. E magari, ogni tanto, ascolta che è gratis, e fa anche bene all’immagine.

Ricorda che sei il capo di tutti e non solo dei tuoi discepoli!

Con affetto (e un po’ di tappi per le orecchie),

Gli italiani esausti ma ancora dotati di senso dell’umorismo.

Te insonorizza.