Hans Erni (Luzern, 1909-2015) – Ta Panta Rei – Mural United Nations in Ginevra
Stavolta Trump ci azzecca
di Davide Torrielli
Un po’ spocchioso dire che l’avevo detto quando mi pregiavo esprimere il mio compassato parere su Unesco ed Onu ma, forse, qualcuno un po’ più energico e meno obnubilato si sta accorgendo di che razza di ente stiamo parlando.
Vero è che le ragioni front espresse dal segretario di stato Usa sono discutibili, ma la sostanza descrive finalmente un approccio che spedito si dirige finalmente a far emergere l’inutilità, la prosopopea, l’anacronismo e l’inerzia di una massa informe di delegati sonnecchianti: se stessimo leggendo Topolino, la vignetta sopra gli scaldapoltrone indicherebbe famosi richiami disneyani come “Groan” e “Burp”….
Gli americani non pagano già la retta dal 2011 cosa che stupisce oltremodo, facendoci riflettere sulla reale necessità di pagare… noi che siamo leader nel salterellare da un carro ad un altro stiamo pagando? Indagheremo ma presumo ovviamente di sì: noi paghiamo sempre le cose inutili.
Orbene la diligenza Usa con Cow-Donald in testa, esce formalmente dal lettone nel quale riposano i figli dell’Unesco portando a casa così un pacco di becchime, evitando di perdere del tempo e lasciando lì un loro capelluto rappresentante a far da parata muovendo la testa da destra a sinistra per far vedere che è vivo. Forse lo sostituiranno con un cartonato robot a pile Duracell che possa attivarsi in remoto…
La motivazione espressa dai figli degli hamburgers, è che l’ente si sarebbe avvicinato, pericolosamente e troppo, alle politiche palestinesi, cosa che effettivamente colpisce nella sua verità: le ultime dichiarazioni da quel manichino denominato direttore, portano a pensare che proprio con Gerusalemme non ci hanno acchiappato.
E noi? Non oso neanche pensare quanto grano stiamo buttando in quelle iniziative .., insomma, noi siamo il maggiore detentore di opere d’arte, scientifiche etc etc e non possiamo proprio fare a meno dell’Unesco! Non investire il denaro nel mantenere efficiente e funzionante il sistema di manutenzione e tutela del nostro patrimonio artistico, ma insistere nel voler sprecare risorse in partecipazioni farlocche a unti sodalizi.
Il nostro bistrattato paese assomiglia in queste occasioni al famoso merlo che viene accerchiato all’uscita della stazione di Napoli da 3 o 4 svegli signori che lo coinvolgono nel solito e famoso gioco delle tre carte: la differenza sta sempre però nel fatto che il preso in giro usa il frumento nostro!
Niente da fare, non ce la facciamo.
Forse però ora vedendo papy Donald che tira cristi e se ne va qualche dubbio a Paperino e Orazio, nostri presidente del consiglio e della repubblica, potrebbe anche venire…
Vediamo che fa Clarabella Merkel.
La speranza è l’ultima a morire.