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Europa ed impero romano: quando le civiltà smettono di guardare avanti

di Achille De Tommaso

 

Tra l'Impero Romano morente e l'Europa di oggi corrono quindici secoli, rivoluzioni tecnologiche, mondi completamente diversi. Eppure, c'è qualcosa di inquietante nelle somiglianze. Non nei dettagli - quelli sono ovviamente diversi - ma nei meccanismi profondi, nelle dinamiche che trasformano una civiltà da protagonista in spettatrice del proprio declino.

Perché il punto è questo: i grandi imperi non crollano mai all'improvviso. Si sgretolano lentamente, quasi impercettibilmente, quando smettono di fare le cose che li avevano resi grandi. Quando la capacità di creare futuro viene sostituita dall'abitudine a gestire il passato.

***

Perdere il Motore Produttivo

Roma, al suo apogeo, produceva tutto ciò che consumava: dalle manifatture galliche ai cantieri tirrenici, dalle miniere iberiche alle officine danubiane. Poi, progressivamente, quella macchina produttiva si inceppò. L'impero cominciò a vivere di rendita: tributi dalle province, grano egiziano per sfamare la capitale, dipendenza da rifornimenti sempre più difficili da garantire. Quando l'Egitto sfuggiva al controllo, Roma tremava.

L'Europa ha seguito una traiettoria simile. Fino al 2008 vantava l'economia più grande del mondo. Oggi è ancora un mercato enorme - 450 milioni di consumatori affluenti - ma ha perso la capacità di generare le tecnologie che contano. L'elettronica è asiatica, i semiconduttori taiwanesi e coreani, le piattaforme digitali americane o cinesi. Come Roma importava grano dall'Egitto, l'Europa importa tecnologia dalla Silicon Valley e manifattura da Pechino.

Non è stato un complotto. Sono state scelte: delocalizzazioni miopi, ricerca sottofinanziata, “green deal” ideologico e fallimentare; incapacità di creare campioni europei, mercati frammentati. Il risultato? L'Europa consuma innovazione altrui e paga royalties ad altri.

Quando la Burocrazia Soffoca

Roma nei suoi secoli d'oro era incredibilmente flessibile: assimilava popoli, integrava élite locali, innovava costantemente. Poi l'apparato burocratico si irrigidì. Prefetture, diocesi, uffici si moltiplicarono. Il sistema gestiva l'esistente ma non sapeva più generare risposte nuove. Quando le minacce si moltiplicarono, l'impero non riuscì a reagire abbastanza velocemente.

L'Unione Europea eccelle nel regolare - GDPR, Digital Markets Act, AI Act - ma fatica drammaticamente a creare. Non ha prodotto un equivalente di Google, Amazon, Tesla, OpenAI. Le startup promettenti finiscono acquisite da americani o cinesi, oppure si trasferiscono dove trovano capitali più abbondanti e norme meno soffocanti. La burocrazia imperiale gestiva ma non innovava; quella europea regola ma non genera. In un'epoca dove il vantaggio competitivo si costruisce sulla velocità, questa asimmetria è letale.

Società che Invecchiano

Roma soffrì un progressivo calo delle nascite, specialmente nelle élite urbane. Guerre, epidemie, impoverimento. Il risultato fu una contrazione della forza lavoro: Roma dovette ricorrere ai barbari, prima come ausiliari, poi come indispensabili, infine come padroni.

L'Europa affronta uno degli invecchiamenti più rapidi della storia. Italia, Spagna, Germania: natalità ben sotto il livello di sostituzione, piramide demografica invertita. Sempre meno giovani devono sostenere sempre più anziani. Meno lavoratori, meno innovazione, welfare insostenibile, società avversa al rischio. Come Roma con i barbari, l'Europa dipende dall'immigrazione per compensare il deficit demografico, ma fatica a integrarla. E quando essa appare integrata, in realtà desidera comandare; magari imponendo una cultura diversa. Le società vecchie sono stanche. Non è moralismo, è matematica.

Dipendenza Strategica

Nel tardo impero, Roma delegò la difesa delle frontiere ai federati barbarici. Non aveva più la capacità di difendersi da sola. Quando i generali barbari capirono di essere diventati essenziali, iniziarono a dettare condizioni, deporre imperatori, ritagliarsi regni. Roma aveva rinunciato al monopolio della forza, quindi alla sovranità.

L'Europa vive dipendenze analoghe: sicurezza militare garantita dalla NATO (quindi da Washington), tecnologia americana o cinese, energia - dopo il gas russo - largamente GNL americano, finanza in dollari. Quando la crisi ucraina è esplosa, l'Europa ha scoperto di non avere né munizioni, né capacità logistiche, né autonomia decisionale; né vere competenze militari globali. E dovremmo essere noi a controllare la NATO?...

Perdere l'Immaginario

Roma, nei secoli d'oro, era un laboratorio di idee: diritto romano, filosofia stoica, architettura monumentale. Nel tardo impero, questa creatività si esaurì. Il Cristianesimo veniva dal Medio Oriente, il neoplatonismo dall'Oriente ellenistico. Roma aveva smesso di produrre i simboli e le narrazioni che guidano le civiltà.

L'Europa, epicentro culturale del mondo fino al XX secolo - dal romanticismo alla psicoanalisi, dal neorealismo a Sartre - oggi ha perso il primato. Il cinema è Hollywood, la musica pop americana, la tecnologia Silicon Valley o Shenzhen, Le migliori università, americane; la lingua universale è l’inglese (il latino si è tolto dalle scuole) persino il linguaggio delle startup è americano. Ma le ideologie non sono più quelle creative (filosofia, musica, arti, astronomia, lingua); no, sono quelle “woke”.

Questo è forse il segnale più sottile ma decisivo: la lingua è la base dell’intelligenza (le LLM insegnano…): quando una civiltà smette di ispirare, quando ha perso le ideologie creative, ha già perso la battaglia per l'egemonia, anche se è ancora ricca.

Frammentazione

Il tardo impero fu minato da rivalità regionali, secessioni, lotte di potere. Quando si spezzò in Occidente e Oriente, la disintegrazione divenne irreversibile.

L'Unione Europea fatica con fratture analoghe: Nord "frugale" contro Sud "spendaccione", Est atlantista contro Ovest più accomodante con la Russia, sovranisti contro federalisti. Ventisette voci che si bloccano a vicenda su ogni decisione strategica.

La Scelta

L'Europa non è condannata. La storia non è un ciclo meccanico. Ma le somiglianze rivelano un principio: il declino inizia quando una civiltà rinuncia a creare futuro. Roma smise di innovare e continuò solo a gestire l'esistente con competenza decrescente. L'Europa rischia lo stesso: regola il mondo ma non lo plasma più.

Trump, con la sua brutalità, non sta distruggendo l'Europa - l'Europa si sta sgretolando da sola. Trump è piuttosto quella madre severa che sveglia bruscamente il figlio trentenne che dorme a mezzogiorno e lo caccia fuori dal letto. Sgradevole ma necessario.

L'Europa ha ancora tutte le carte: mercato enorme, università eccellenti, patrimonio culturale immenso, istituzioni solide, tradizioni scientifiche senza pari. Ma deve scegliere: restare eco nostalgica del proprio passato glorioso o tornare centro del mondo che viene. Regolare l'innovazione altrui o generarne di propria. Mercato passivo o potenza produttiva.

La storia dimostra che le civiltà che scelgono conservazione anziché costruzione sono destinate al declino. Il tempo per scegliere sta finendo.

 

Inserito il:10/12/2025 11:09:10
Ultimo aggiornamento:10/12/2025 17:09:27
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