Aggiornato al 27/04/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

John D. Benson (Baltimore, Maryland, USA - Contemporary) - The White House

 

Cronaca di una settimana alla Casa Bianca: aria di impeachment

di Vincenzo Rampolla

 

Quattro donne, la cosiddetta Squadra, rappresentanti democratiche delle minoranze, hanno mostrato unghie e denti a Capitol Hill. I commenti di Trump, la sera di giovedì 11 luglio 2019 in risposta a domande su un evento della Casa Bianca per una serie di prodotti americani, sono stati la miccia che ha sfidato Donald.

Tra venerdì e sabato si è scatenata una valanga di tweet in cui il Presidente ha detto alle donne della Squadra: dovreste tornare ai luoghi infestati dal crimine da cui siete venute. Queste le donne: Alexandria Ocasio-Cortez (New York), nata a New York, Rashida Tlaib (Michigan) nata a Detroit, Ayanna Pressley (Massachussets) nata a Cincinnati e Ilhan Omar (Minnesota), nata a Mogadiscio. Omar è cittadina statunitense, da bambina la famiglia fuggì dalla Somalia durante la guerra civile e da adolescente è diventata cittadina americana. Voglio dire ai bambini di tutto il Paese che non conta quello che dice il Presidente, questo Paese vi appartiene, appartiene a tutti, ha scritto.

Lunedì il Presidente ha difeso a spada tratta le sue parole e alla domanda se fosse preoccupato che molte persone le considerassero razziste e che se la intendessero con i nazionalisti bianchi, Trump ha detto: Non mi riguarda perché molte persone sono d'accordo con me. Desidero dire questo: vogliono andarsene, se ne vadano, odiano il nostro paese e se sono infelici dovrebbero andarsene. La Squadra ha prontamente risposto con una conferenza stampa congiunta in cui ha concentrato l’attenzione su temi come l'assistenza sanitaria e l'immigrazione, valutando le azioni svolte in merito dal Presidente. Omar ha raccolto una lista con i più turpi e crudeli commenti di Donald sulla razza e sui generi, con le più efferate idee di offese ai genitali di una donna, con l’uso di empie volgarità dirette agli atleti neri e assurde critiche contro i Paesi in via di sviluppo. Questo è il suo piano per metterci l'uno contro l'altro, ha sostenuto Omar. I commenti di Trump hanno dato un’idea del tipo di campagna elettorale che vuole mettere in campo per essere rieletto: aperta e provocatoria, in prima linea il tema razziale e il proposito di stimolare e trascinare lo zoccolo duro del suo elettorato. Trump ha detto che da tempo le quattro donne non hanno fatto che disprezzare gli Usa e continuano a farlo. Sono persone queste che odiano il nostro paese, ha ribadito. Penso che lo facciano con passione, dovrebbero tutte semplicemente lasciare gli Usa. Per quanto mi riguarda, se odi il nostro Paese, se qui non sei felice, puoi andartene, accolto dagli applausi dei partecipanti all'incontro.

Nella stessa giornata di lunedì i leader democratici della Camera hanno annunciato la preparazione di una risoluzione di condanna delle affermazioni di Trump. In una lettera ai colleghi democratici, Pelosi (California) ha detto: Trump è andato ben oltre il suo squallido stile, usando un linguaggio vergognoso con i membri del Congresso… i democratici reagiranno con forza a questi disgustosi atti. Nancy Pelosi, 79 anni, è al 17° mandato, Presidente democratica (Speaker) della Camera dei Rappresentanti, unica donna al più alto livello gerarchico dopo i vice presidenti. Il democratico

D. Mucarsel-Powell (Florida), immigrato ecuadoriano, che ha pungolato Pelosi a andare al voto, attacca Trump: È importante per la Camera dei Rappresentanti dimostrare a questo e ad ogni futuro Presidente che è assolutamente inaccettabile criticare e offendere i membri del Congresso. Condanniamo con fermezza questi commenti: sono razzisti, misogini e xenofobi.

In risposta alle bordate dei tweet di Trump, Pelosi ha prontamente difeso la Squadra, tacciando Trump di sfruttare lo slogan Make America Great Again (il noto MAGA) per mascherare la sua voglia rendere di nuovo bianca l'America. Con perfidia Trump le ha rinviato la palla sostenendo che quella era la sua personale visione del mondo. Pelosi gli ha rispedito il suo MAGA e di rimando Trump l’ha graffiata: Lascia che te lo dica, sei razzista, questa è una dichiarazione molto razzista. Sono sorpreso che sia tu a dirla. Botta e risposta al vetriolo, come due adolescenti che contendono la preda. Se un voto della Camera che condanna i tweet di Trump potrebbe unificare una base elettorale democratica sfilacciata dalle numerose tensioni, dopo i primi tweet di Donald, domenica i repubblicani in parte si sono rintanati con la coda tra le gambe e con il terrore di venire pestati da un Presidente saldamente sostenuto dalla base del partito. Lunedì uno sparuto gruppo ha iniziato a defilarsi. Il repubblicano M. R. Turner (Ohio), si è fatto avanti, ha definito razzisti i tweet di Trump e l’ha invitato a scusarsi. Il collega nero W.Hurd (Texas), ha detto alla CNN che le frasi di Trump erano razziste e xenofobe. E T. Scott (South Carolina), l'unico senatore nero repubblicano, ha rilasciato una dichiarazione bocciando gli inaccettabili attacchi personali contro la Squadra e l’offensivo linguaggio razziale di Trump. Un pizzino con gli scarabocchi di Trump - catturato da un fotografo del Washington Post - ha rivelato i pensieri del Presidente, tra cui le note che ribadivano che i democratici tengono sempre in serbo una scorta di battute anti-americane antisemite.

Lunedì sera, con una ballata di tweet, Donald ha tentato ancora&ancora di chiarire quello che alcuni collaboratori della Casa Bianca dicevano essere l'intento originario dei suoi tweet: Mai saremo un Paese socialista o comunista, ha scritto. Se non sei felice, puoi lasciarlo! Alcune persone, ha aggiunto, odiano il nostro Paese. Sono anti-Israele, pro al-Qaeda e commentano l'attacco dell'11 settembre, altre persone hanno fatto qualcosa… (riferendosi ai dirottatori).

L’intera Squadra presa di mira da Trump ha chiesto l’impeachment e è stata molto critica nei confronti della sua amministrazione, in particolare ha denunciato le condizioni delle strutture di detenzione dei migranti federali vicino al confine Usa-Messico. I commenti di Trump su Israele e gli attacchi dell'11 settembre non sono passati inosservati, erano diretti di certo a Omar e Tlaib.

A inizio 2019, Omar ha dovuto scusarsi dopo essere stata ampiamente accusata di antisemitismo per aver detto che i sostenitori del governo israeliano mostrano fedeltà a un paese straniero. È stata anche sottoposta un’inchiesta per un discorso in cui, mentre difendeva i musulmani che avevano perso la libertà dopo l'11 settembre, ha aggiunto che alcune persone hanno poi fatto qualcosa, riferendosi ai dirottatori (parole rinfacciatele ora da Trump). Durante la conferenza stampa dei democratici, Trump ha inviato una nota su twitter che gli permetteva di trarre un vantaggio politico dal suo stile, spingendosi oltre: Ora i democratici sono costretti a sostenere quelle quattro donne e arrancano per difendere il socialismo, l'odio di Israele e degli Stati Uniti! Gira male per loro!

Con la Camera in fermento martedì si è andati al voto di condanna delle dichiarazioni del Presidente che chiede a quattro parlamentari di tornarsene al loro paese d’origine; il voto dei repubblicani non è compatto, i democratici esigono dai loro leader una severa punizione di Trump. Netto il risultato del voto: 240 sì contro 187 no: le parole del Presidente sono marchiate come un affronto a milioni di americani e di discendenti di immigrati, mentre i parlamentari repubblicani, schierati con Trump, devono inchinarsi alla risoluzione che ha respinto i suoi commenti razzisti che hanno legittimato la paura e l'odio per i nuovi americani e le persone di colore.

Martedì mattina Trump ha insistito in tutti i modi per negare di essere razzista. Non ho un solo osso razzista nel mio corpo! ha scritto. Per il terzo giorno consecutivo gli fanno eco due repubblicani, il leader della maggioranza al Senato McConnell (Kentucky) e il leader della minoranza McCarthy (California) unanimi nell’accusa alla Squadra di vomitare le più vili, odiose e disgustose cose mai pronunciate da un politico alla Camera o al Senato. Nel verbale del dibattito mai appare che le donne abbiano detto di odiare l'America, come Trump ha affermato. Conosco il razzismo quando lo vedo. Conosco il razzismo quando lo sento. E ai più alti livelli di governo, non c'è spazio per il razzismo, ha detto il democratico J.Lewis (Georgia), che ha combattuto per i diritti civili negli anni '60: Molte persone sono d'accordo con me, Trump non si preoccupa dei tweet considerati razzisti!

Un nuovo attacco è contro il termine razzista usato dalla presidente Pelosi. Pelosi ha detto che le parole sono vergognose e disgustose e che quei commenti sono razzisti, facendo attenzione a non etichettare Trump come un razzista e il dibattito si infiamma e viene sospeso per più di un'ora mentre è in corso la verifica che gli standard di decoro della Camera non siano stati violati. E. Cleaver II (Missouri) presidente democratico dell'Assemblea, apostrofa i colleghi: In un momento drammatico, nonostante i miei sforzi per essere giusto, non volete mai perdere un'opportunità per crescere. Volete solo farvi la guerra. Lascia il martelletto e abbandona il posto. McCarthy si alza per attaccare i democratici e definisce quel martedì giorno triste per la Camera. Le nostre regole di ordine e decoro oggi sono state infrante. Esultano i democratici, è arrivata finalmente l’occasione di mettere i repubblicani con le spalle al muro e ammettere l’incapacità di Trump, mentre gli schiavetti in silenzio sono ben guardati dal criticarlo, temendo la ritorsione sui propri risultati elettorali. Trump si è battuto con i tweets, affinché i repubblicani votino contro. Non considerateli messaggi razzisti, ma di socialismo contro la libertà!

Quattro repubblicani hanno comunque sostenuto la risoluzione con i Democratici, i fedifraghi: W.Hurd (Texas), S.Brooks (Indiana) unico repubblicano nero della Camera, B. Fitzpatrick (Pennsylvania) e F.Upton (Michigan). Anche J.Amash (Michigan), rappresentante indipendente che ha lasciato il partito questo mese, ha votato contro. Sei repubblicani non hanno votato. Nei suoi ultimi tweet, Trump ha reiterato contro le quattro donne le accuse di essere volgari anti-Israele, anti-Usa, pro-terroristi.

Martedì pomeriggio al termine di una riunione di Gabinetto, ha detto ai giornalisti di avere una lista dei documenti con le dichiarazioni delle donne del Congresso talmente oscene che mi rifiuto di parlarne. Gli è stato chiesto dove dovrebbero andare le quattro deputate democratiche se lasciassero gli Stati Uniti? Dove vogliono, ha risposto. O restino pure. Dovrebbero però amare la nostra nazione, non odiarla. Quando la Squadra ha chiesto l'impeachment di Trump, Ocasio- Cortez, che rappresenta il Queens, distretto che comprende parte del distretto in cui è nato Trump, ha ironicamente contestato la tesi del Presidente razzista: Hai ragione, signor Presidente, non hai un solo osso razzista nel tuo corpo, hai una mente razzista nella tua testa e nel tuo petto un cuore razzista.

La maggior parte dei repubblicani ha cercato di rovesciare le carte, accusando i democratici di ignorare le dichiarazioni incendiarie fatte dalle donne, mentre i democratici si sono uniti a sostegno della risoluzione approvata. Pelosi sostiene la Squadra, le nostre sorelle, e molti membri di alto rango vogliono fare di più. Dozzine hanno firmato una risoluzione di censura presentata dal rappresentante Steve Cohen (D-Tenn.), che ha definito i commenti di Trump meritevoli di un duro rimprovero, censura per mettere Trump a livello del Presidente A.Jackson, epurato dal Senato nel 1834. Ha detto: Che vada dove vuole, insieme a un presidente razzista, circondato da schiavi e che ha trascinato gli indiani nativi americani sul Sentiero delle Lacrime. Una possibilità più ardita per i democratici viene da Al Green che martedì notte ha presentato un dossier di articoli di crimini e reati gravi per un impeachment con procedure speciali che potrebbero essere votate entro fine settimana.

Mercoledì il giorno del giudizio. 24 ore per vedere nascere la voglia di cacciare Donald dalla Casa Bianca. Si va al voto. 332 no contro 95 e 137 democratici schierati con i repubblicani. Situazione ribaltata, svolta sorprendente, solo un giorno dopo che le due parti si sono scontrate duramente per il passaggio di una risoluzione che condannava le dichiarazioni razziste di Trump. Pelosi è in difficoltà. Ha resistito alle richieste di impeachment, consapevole che alla Commissione elettorale oltre 86 membri fremono determinati a avviare un'indagine per impeachment e che la Camera sta già seguendo altre strade con 6 Commissioni parlamentari che indagano su Trump, dall'abuso di potere all'ostruzione della giustizia e altro. Se è impeachment, lo sia con un dossier solidissimo, dal quale Donald non abbia via di scampo. Nel dicembre 2017, Al Green aveva forzato un voto sugli articoli di impeachment, 126 democratici votarono a favore e 58 si sono battuti per il no. Nel gennaio 2018, Green di nuovo ci ha provato e 121 democratici votarono per il sì e 66 hanno respinto la mossa. Martedì notte è intervenuto J.Nadler (New York) Presidente del Comitato Giudiziario e ha messo sul tavolo il diritto di anonimato per discutere il problema internamente, prima di decidere, protetto dal primo emendamento e da un pronunciamento della Corte Suprema del 1955. Pelosi prende tempo, ha deciso. Per ora non è sicura di come la Camera saprebbe gestire la misura di impeachment di Al Green.

Oggi, Giovedì, l’America si è svegliata con un Donald sempre più proiettato su se stesso e determinato a ripetere il mandato. Che succederà nelle prossime settimane?

 

Inserito il:18/07/2019 21:41:21
Ultimo aggiornamento:18/07/2019 21:50:28
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