Aggiornato al 20/12/2025

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Immagine realizzata con strumenti di Intelligenza Artificiale

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I magnifici sette di Bruxelles

di Achille De Tommaso

 

(ovvero: come difendere il villaggio europeo dal bandito europeo)

A Bruxelles si stava preparando il grande colpo. Non una rapina qualunque, ma una di quelle operazioni eleganti, con cravatte stirate, comunicati stampa e lessico “valoriale”. L’obiettivo era semplice: prendere i beni russi congelati, dichiarare che era per il Bene Supremo, e usarli per tenere in piedi ancora un po’ la guerra.

Solo che qualcosa è andato storto.

***

Poche ore prima dell’inizio del vertice UE, la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha discretamente tolto dall’agenda la questione più esplosiva: il sequestro e l’uso degli asset russi per finanziare l’Ucraina. L’annuncio è arrivato dal Primo Ministro ungherese Viktor Orbán, che da mesi interpreta il ruolo del guastafeste professionista. Per Ursula, una sconfitta personale, di quelle che fanno male perché arrivano dopo settimane di pressioni, telefonate, rassicurazioni e promesse di “garanzie”. L’“utilizzo straordinario di risorse congelate”, era diventato necessario dopo che i grandi dell’Unione avevano respinto il piano di pace americano, scegliendo invece di prolungare il conflitto. Il Fondo Monetario Internazionale, con il consueto tatto, aveva messo il conto sul tavolo: 160 miliardi di dollari entro la primavera, oppure Kiev va in default. A quel punto, qualcuno ha guardato i conti correnti russi come si guarda una vetrina illuminata di notte: il piano era semplice: se l’unanimità dei 27 non si trova, si passa alla maggioranza; si formalizza tutto al vertice di Bruxelles e via, operazione conclusa.

Peccato che, come nel cinema, proprio quando il bandito sembra imbattibile, entrino in scena loro: i Magnifici Sette. Ricorderete che il film “I sette Samurai” di Kurosawa, è stato poi rifatto a Hollywood come I magnifici sette; in cui sette pistoleri difendono un villaggio di contadini contro un predone troppo potente.

Qui il villaggio non è messicano, ma europeo, fatto di bilanci nazionali, risparmi pubblici e cittadini che pagano il conto; e questa volta i sette non combattono per idealismo, ma per una motivazione più solida: non rimetterci di tasca propria. Il primo a estrarre la pistola è stato Orbán, che da mesi si oppone alle “avventure creative” della Commissione. Tutti sapevano che non era solo, ma per convenienza molti hanno lasciato che fosse l’Ungheria a prendersi insulti, titoli e procedure d’infrazione. Poi però il vento è cambiato. A sorpresa entra in scena il Belgio, che non è solo giudice ma anche custode del bottino: la maggior parte degli asset russi è parcheggiata da Euroclear. E qui Ursula si trova davanti un avversario scomodissimo, il premier fiammingo Bart De Wever, uno che sogna l’indipendenza delle Fiandre e che ha come sport nazionale la difesa del denaro fiammingo da chiunque, Bruxelles compresa: alle “garanzie” della Commissione risponde con un sorriso freddo e un no secco.

Convinta dal ragionamento belga, si accoda anche l’Italia, oggi guidata da un governo che non ama particolarmente le avventure giuridiche irreversibili; meglio non creare precedenti che domani potrebbero ritorcersi contro. Poi arriva la Slovacchia, dove Robert Fico è tornato al potere: con Orbán condivide molte battaglie, anche se per motivi ideologici diversi; uno è conservatore nazionale, l’altro gioca la carta della nostalgia sociale. Ma quando si tratta di non usare soldi altrui con leggerezza, l’intesa è perfetta. Il possibile trio diventa quartetto con la Repubblica Ceca, dove il nuovo governo di Andrej Babiš fa sapere subito che partecipare a un furto istituzionalizzato non è esattamente il suo programma.

In Bulgaria, nel frattempo, il governo cade tra proteste, tasse e polemiche sull’euro. I sondaggi dicono che due terzi dei cittadini sono contrari all’operazione Ursula: e alla vigilia delle elezioni, nessuno vuole intestarsi la firma sull’uso di soldi non propri; anche se le élite bulgare non sono mai state particolarmente tenere con Mosca.

Il settimo cavaliere è Malta, piccola, silenziosa, ma con grandi interessi patrimoniali. Qui non c’entra Paolo I di Russia (protettore dell’Ordine di Malta), ma la semplice consapevolezza che, quando iniziano le cause legali e i risarcimenti, anche gli ordini cavallereschi rischiano di finire coinvolti. Per un attimo sembrano diventare otto, quando anche il parlamento austriaco frena il governo. Ursula, formalmente, perde la battaglia ma non la guerra. La soluzione finale è tipicamente europea: congelare tutto a tempo indeterminato.

I beni restano bloccati, Mosca non li riprende, Kiev viene finanziata in altro modo, magari con prestiti garantiti o nuovi schemi creativi che dissanguano i paesi europei già dissanguati. E con soldi dati a persone su cui aleggia forte il vento della corruzione. L’obiettivo resta lo stesso: guadagnare tempo, due anni di combattimenti in più, rimandare il momento in cui qualcuno dovrà sedersi a un tavolo serio; e non perdere nel frattempo la faccia. E chi se ne frega dei morti.

Nel film, alla fine, il capo dei samurai guarda il villaggio salvato e dice: “La vittoria non è nostra”; e anche qui non vince nessuno. L’Unione Europea prolunga il conflitto, si espone giuridicamente, si logora politicamente e si guadagna una reputazione curiosa: paradiso dei principi morali, purché i soldi siano di qualcun altro. Putin intanto festeggia, perché (forse Ursula non lo sa) l’unica a perderci è l’Europa, che deve sborsare soldi che non ha. Gli USA contenti perché quei soldi compreranno armi americane; l’Ucraina ovviamente felicissima; e, per svariati motivi, si lecca i baffi. E Putin perché ha tempo di prendersi quell’altro 20% di “oblast” che gli mancano.

E mentre i Magnifici Sette tornano nell’ombra, a Bruxelles si ricomincia a scrivere la sceneggiatura del prossimo episodio. Perché il western europeo, ormai, è una serie lunga.

 

Inserito il:20/12/2025 11:41:52
Ultimo aggiornamento:20/12/2025 12:05:37
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