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16 agosto 2025 - Il giorno dopo l'incontro Trump Putin in Alaska
di Graziano Saibene
Oggi di proposito non ho voluto leggere o ascoltare i commenti a caldo dei miei giornali e notiziari preferiti: forse lo farò più tardi. Ma ho voluto provare a trascrivere quello che ho provato apprendendo che l'attesissimo incontro tra i due capi di Stato degli Stati Uniti e della Russia si era concluso con un apparente nulla di fatto.
Ero già quasi sicuro che non si sarebbero verificate le condizioni per una qualche forma di tregua dei combattimenti, ma mi ero illuso che forse tra i due potentissimi personaggi – che, confesso, non mi sono mai piaciuti, per non dire di peggio.... - avrebbe potuto intercorrere qualche discorso attorno a segrete convenienze reciproche. Il che forse è anche avvenuto, ma non poteva tradursi in un annuncio immediato di accordo raggiunto. Che era quello su cui aveva scommesso Trump, che quindi ne è uscito, almeno per ora, come perdente.
Del resto l'ho sempre visto come assolutamente inadeguato all'incarico a cui era stato eletto: per tutta una serie di ragioni (età, curriculum, personalità e gusti, ma soprattutto gli enormi conflitti di interesse che si porta appresso e che mi sono sempre sembrati la motivazione principale del suo impegno politico).
Quanto a Putin, appartengo alla oramai minoritaria quantità di persone che lo giudicano gravemente colpevole di delitti contro il genere umano: eppure con qualche vantaggio sul suo “amico” incontrato in Alaska: età, carriera politica, chiarezza di obbiettivi, capacità negoziale e entourage diplomatico a disposizione.
Ammetto tranquillamente che il mondo è sempre andato avanti senza che i protagonisti dei grandi avvenimenti che ne hanno determinato l'evoluzione storica si siano mai eccessivamente preoccupati di apparire coerenti con i principi morali vigenti.
Eppure, in questo caso, ciò che stanno cercando di ottenere quei due, coi loro accordi più o meno segreti, mi sembra sempre più indigeribile.
Probabilmente il più inadeguato a commentarli sono però proprio io: che mi sono illuso di poter continuare a giudicare quello che sta succedendo con punti di vista ormai decisamente obsoleti.