Jean-François Millet (Greville Hague, F, 1814 – 1875) – Le spigolatrici - 1857
Spigolature novembre 2017
di Giorgio Panattoni
- Grasso è Presidente del Senato, la seconda carica dello Stato. E’ colui che in caso di necessità sostituisce il capo dello Stato e ne fa le veci. E’ quindi la carica più super partes prevista dal nostro ordinamento costituzionale. Eppure si è lasciato andare a dichiarazioni per lo meno inopportune. Prima ha dichiarato che lasciava il PD, poi che “non sono io che me ne vado è il PD che non c’è più”. Senza entrare nel merito di queste affermazioni, un Presidente del Senato non deve farle. O per lo meno deve dimettersi prima. Ha tutto il diritto di fare politicamente quello che vuole, ma non come seconda carica dello Stato.
- Una squadra di basket fatta tutta di giovani nati in Italia da genitori nigeriani non viene ammessa al campionato juniores perché il requisito è quello di essere italiani. Problema. Anche nello sport esiste questa barriera? Ma i neri persino in America sono osannati se giocano bene o se vincono le olimpiadi (Owens escluso, ridotto sul lastrico per essere il più bravo). Finalmente in Italia si fa una eccezione (!!), il primo caso di Jus Soli sportivo. A quando una legge che ridia i diritti rubati agli italiani?
- Una giovane nera su un bus a Torino viene insultata da un sessantenne bilioso che le dice “inutile che vai a scuola, tanto finirai sulla strada …” E poi quasi una rissa. Nessuno, come al solito, interviene, neppure quelli che nelle interviste dei telegiornali stigmatizzano questi fatti e sostengono la filosofia del bene, ma sempre senza far nulla. La giovane in questione è guarda caso anche lei giocatrice di basket, integrata, “normale” direbbe qualcuno. Ma al solito vince la intolleranza, anche gratuita e non provocata se non dal colore della pelle.
- Trump si lascia andare a dire del dittatore della Corea del Nord “ mi ha chiamato vecchio, ma io non gli ho mai detto che è piccolo e grasso”. Le punte eccelse della diplomazia. Ma tanto ha anche affermato che “Putin mi ha detto che lui non c’entra con le elezioni americane, e Putin è sincero...” quando la bufera in USA sulla questione sta esplodendo con prove sempre più consistenti e con prese di posizione di personaggi importanti. E le reazioni sono state al solito molto negative.
- Di Maio dopo aver sfidato Renzi a un confronto pubblico, dopo aver rifiutato la RAI come ospitante del dibattito e aver imposto Floris e La 7, rinuncia con la scusa puerile se non fosse assurda che “dopo le elezioni siciliane Renzi non è più il mio competitor...”. Ma la cosa curiosa è che dopo questo rifiuto, doppio, del confronto con Renzi e del diniego dell’uso della televisione pubblica, quest’ultima invita Di Maio a Che Tempo Che Fa da Fazio. Che coerenza e che senso della opportunità. E la motivazione come al solito sarà ciecamente: tutti hanno diritto di dire la propria, anche se si rifiutano di farlo.
E si potrebbe continuare.
Ultimo aggiornamento:13/11/2017 22:49:32