Lily Koto Olive (Durham, NC, United States) - Epitaph
L’epitaffio
di Gianni Di Quattro
Il Presidente della Repubblica è stato eletto, anzi di più è stato conservato quello di prima in modo che niente cambi, sono contenti i cittadini, l’establishment finanziario e quello internazionale, i mercati. Il presidente del Consiglio ne esce forse rafforzato perché può essere meno accomodante, può mediare di meno, sa di avere un appoggio forte nel Quirinale. Certo corre il rischio della campagna elettorale per le elezioni politiche del prossimo anno che comincerà dal 4 febbraio, cioè dal giorno dopo il giuramento di Sergio Mattarella, ma forse se si appoggerà di più ai governatori potrebbe anche farcela e poi ha capito che nessuno ormai ha la forza di porre condizioni.
Apparentemente nulla è cambiato ma non possiamo scomodare il principe di Salina in questo caso perché si ha la sensazione che tutto è destinato a cambiare. Si ha la sensazione che la politica, questa politica abbia scritto l’epitaffio sulla sua fine. Certamente i leaders che sarebbe bene non chiamare più in questo modo, ma solamente capi e pare già molto osè, hanno dimostrato di non avere la stoffa, intesa come capacità strategica e umana, per guidare gruppi, per cercare di definire percorsi, per cercare di rappresentare la società o quantomeno parte di essa.
La settimana in cui i partiti con i loro capi hanno tentato di trovare una soluzione, hanno tentato di concordare un comune sentire in modo da mandare a fare il capo dello Stato una persona con un livello culturale, sociale, morale e una sapienza umana in grado di rappresentare degnamente tutto il paese è trascorsa con gli italiani allibiti davanti ai televisori che credo abbiano definitivamente capito che la politica attuale non solo non esiste, ma rappresenta un danno costante per il paese e per tutti i suoi cittadini.
Certamente non tutti i partiti e non tutti i loro capi hanno dato lo stesso spettacolo, alcuni hanno confermato la loro vacuità, altri la loro tendenza a non potere essere altro che dei pagliacci, altri ancora la loro tendenza a non sapere fare, ma contare solo sulla incapacità evidente degli altri. Insomma, il grado di stupidità e di inadeguatezza non è uguale per tutti ma il totale è di tutti direbbe il grande Totò. Nessuno può tirarsi fuori da questa vergogna nazionale, nessuno è nelle condizioni di fare davvero politica.
Che succede adesso? I cittadini voteranno sempre meno, per fortuna il ricorso ai tecnici sarà sempre maggiore (sempre meno ci saranno critiche al riguardo), alcune istituzioni come la Corte costituzionale, il Consiglio di Stato per citarne alcuni di prima linea aumenteranno il loro ruolo, il parlamento futuro, quello dimezzato dagli stessi parlamentari, assisterà impotente. Poi speriamo nel futuro di assistere ad una maturazione del popolo, una maggiore coscienza del sistema economico, una revisione e potenziamento della scuola con relativo aumento di gente che non solo sappia leggere ma sappia anche capire quello che legge (41% secondo il Censis) e una maggiore presenza del mondo culturale non solo fatta da musei e da mostre, ma da iniziative diffuse collegate ai circuiti della conoscenza del paese.