Jennifer Owens (Irlanda, 1982 - ) - Discussion Developed (2008)
L’invasione
di Gianni Di Quattro
Succede che questo nuovo governo ha deciso di approfittare del suo potere per occupare tutte le posizioni di prestigio formale e sostanziale del paese, quelle dalle quali si può parlare alla cittadinanza per influenzarla e quelle da cui dipendono le gestioni principali del sistema. Lo hanno fatto i precedenti governi, lo fanno i governi in tutto il mondo, dicono che è il gioco della democrazia, dicono anche che l’alternanza di chi comanda nei posti di potere pubblico è in fondo una garanzia della stessa democrazia. È vero probabilmente questa ultima considerazione, ma qualcuno ritiene che questo ricambio di tutti i principali dirigenti pubblici che occupano posti chiave, questa che a buon ragione può essere definita una vera e propria occupazione del paese, una invasione politica, ma non meno cruenta quasi sempre di quella militare, c’è modo e modo di farla.
Che vuol dire c’è modo e modo di farla? Può voler dire rispettare le vecchie dirigenze e non offenderle od accusarle solo per preparare il popolo alla loro sostituzione. Può voler dire scegliere tra persone obbiettivamente riconosciute sul piano professionale e umano e non connotate come fanatici seguaci del partito o dei partiti che hanno la responsabilità di nominarli. Può voler dire ancora far circolare i loro curricula e avere l’accortezza di non nominare chi per caso o meno si è trovato coinvolto in situazioni che possono essere imbarazzanti nella carica cui viene destinato. Infine, sarebbe un atto di rispetto verso le minoranze politiche e verso tutto il paese indicare professionisti non necessariamente legati al proprio partito anche per dimostrare il proprio senso civico, il proprio tasso di democrazia, il senso di rispetto delle istituzioni e del paese.
Naturalmente i partiti che sono al potere possono non tenere in conto tutto questo e nominare solo fedelissimi attraverso i quali poi esercitare un potere di fatto, possono farlo perché non esiste nessun obbligo giuridico che glielo impone, ma rappresentano solo un modo che può consentirgli di manifestare la loro idea in merito alla democrazia e alla correttezza istituzionale e morale.
Altra domanda chiave in merito a questo aspetto del sistema democratico è se i cittadini capiscono e considerano in modo appropriato il comportamento del partito o dei partiti (in caso di coalizione) oppure si disinteressano e trovano che chi ha il potere è normale che lo eserciti come ritiene e anche nel modo più protervo, perché queste sono le regole del gioco. Tanti sondaggi si vanno facendo per tentare di capire il pensiero del popolo di fronte a questa che abbiamo chiamato invasione politica e tutti più o meno dicono che il popolo in gran parte non capisce, quando capisce in gran parte lo considera corretto perché il famoso guai ai vinti è purtroppo a distanza di secoli ancora il pensiero più diffuso. E le minoranze che si rendono conto di come sia pericoloso per il paese hanno, come diceva Catalano, le mani legate.
È un periodo in cui assistiamo nel nostro paese, e per la verità in tutto il mondo, ad una decadenza del rispetto istituzionale e ad una azione anche spudorata di invasione delle strutture di potere da parte di chi ha ottenuto la maggioranza alle elezioni. Il rispetto delle minoranze, l’equilibrio dei poteri, il mantenimento della forma istituzionale non solo in occasione delle visite di Stato, ma sempre, come il rispetto per chi lascia il posto ad altri, pare non abbia più alcuna importanza. Forse è proprio cambiato il modo di intendere la democrazia o forse la democrazia non funziona più correttamente come prima.
Penso che le intelligenze nei vari paesi dovrebbero dibattere di più questo tema, dovrebbero cercare di diffondere un tessuto culturale che inviti i governanti tutti, di qualsiasi partito, soprattutto quelli che si avvicinano al potere per la prima volta, di praticare maggior rispetto verso le persone e le istituzioni. Un maggior rispetto che sicuramente può influenzare il comportamento delle popolazioni e può evitare lo sbracamento etico e culturale, che alla fine prepara la strada verso il degrado del paese.
Pensiamo al nostro governo cosa ha fatto, cosa sta facendo e cosa vuole fare. Ha occupato le principali e più diffuse fonti di informazioni (la RAI) e minaccia giornali e giornalisti che palesemente dimostrano di non sostenere il governo e al contrario polemizzano. Hanno occupato le Ferrovie e le aziende collegate, stanno occupando l’INPS (sostituendo il Presidente e inserendo il Consiglio di Amministrazione politicizzando l’Ente che non è garanzia di indipendenza), l’ISTAT (snodo delicato perché fornisce gli andamenti della nostra economia), la CONSOB (controlla le banche quotate in Borsa), la Cassa Depositi e Prestiti snodo finanziario importante del nostro sistema, si propongono di occupare la Banca d’Italia (mai nessun governo prima di loro aveva pensato di violare l’autonomia di questa istituzione che è una garanzia per il paese da sempre). Solo per citare i casi più eclatanti. Pensa ancora il governo di influenzare la politica di Telecom Italia spingendola allo scorporo e successiva statalizzazione della rete e influenzando tutto il settore, vuole statalizzare l’Alitalia e altre grosse aziende italiane in difficoltà. Tenendo conto che opera da soli otto mesi, bisogna dire che va veloce, non ha turbamenti etici, trascura ogni forma di rispetto verso chi non è un loro adepto, enuncia piani bellicosi e minaccia sanzioni, allontanamenti, defenestrazioni verso chi tende a non essere allineato alle politiche governative, peraltro sempre in costruzione giorno per giorno e non contemplate da un piano generale di riferimento.
Una invasione dunque legale, ammessa dalla Costituzione, legittima anche, ma drammatica dal punto di vista della morale di un paese democratico e civile, brutto esempio di conquista (niente prigionieri), un modo che finisce per giustificare la corruzione del paese e la cultura del più forte. Così è se vi pare!