Aggiornato al 27/04/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Valentin Alexandrovic Serov (San Pietroburgo, 1865 - Mosca, 1911) - Ritratto di Alfred Nobel

 

Alfred Nobel e nascita del Premio Nobel

di Vincenzo Rampolla

 

“La totalità del mio residuo patrimonio realizzabile dovrà essere utilizzata nel modo seguente: il capitale, dai miei esecutori testamentari impiegato in sicuri investimenti, dovrà costituire un fondo i cui interessi si distribuiranno annualmente in forma di premio a coloro che, durante l’anno precedente più abbiano contribuito al benessere dell’umanità senza tenere conto della loro nazionalità.

Detto interesse verrà suddiviso in cinque parti uguali da distribuirsi nel modo seguente: una parte alla persona che abbia fatto la scoperta o l’invenzione più importante nel campo della fisica; una a chi abbia fatto la scoperta più importante o apportato il più grosso incremento nell’ambito della chimica; una parte alla persona che abbia fatto la maggior scoperta nel campo della fisiologia o della medicina; una parte ancora a chi, nella letteratura, abbia prodotto il lavoro di tendenza idealistica più notevole; una parte infine alla persona che più si sia prodigata o abbia realizzato il miglior lavoro ai fini della fraternità tra le nazioni, per abolire o ridurre gli eserciti permanenti e per la formazione e l’incremento di congressi per la pace.”

Queste le parole di Alfred Nobel, sottoscritte nel suo testamento la mattina del 27 novembre 1895 allo Swedish Norwegian Club di Parigi, un anno prima della morte. Con esse istituisce una serie di riconoscimenti noti come Premi Nobel.

Industriale, inventore e scrittore dilettante come nasce quella decisione, a cosa deve la sua fortuna per poterlo realizzare, al brevetto della dinamite?

La storia inizia come tutte, parte dalla nascita e via di seguito.

Lontano discendente di un eminente scienziato svedese della dinastia di industriali Nobel, nasce da Immanuel Nobel detto Nobel il Giovane, ingegnere e inventore e da Karolina Ahlsell figlia di un ragioniere e affascinata dalla genialità del marito.

Lo spinge ad aprire la sua prima attività in proprio. Gli va male e nel ‘33 Immanuel dichiara il fallimento della sua società di esplosivi a Stoccolma.

Alla nascita del terzogenito Alfred, con moglie e i figli Robert e Ludwig emigra in Finlandia in cerca di fortuna. Dopo cinque anni si trasferisce a San Pietroburgo, entra nell'industria degli armamenti e riesce a risollevare le economie di famiglia.

Perfeziona i motori a vapore delle navi mercantili e da guerra, si dedica alla produzione di mine subacquee da utilizzare nella guerra di Crimea e ottiene incarichi di prestigio che gli valgono l’attenzione e la stima dello Zar.

Nel ’43 nasce Emil. I quattro fratelli ricevono una educazione privata diversa secondo le attitudini, ma tutti imparano cinque lingue straniere (svedese, russo, inglese, francese e tedesco).

Appassionato di esplosivi, Alfred studia chimica e matematica con un insegnante privato d’eccezione, Nicolaj Zinin, il più famoso scienziato dell’epoca, Presidente della Società Russa di Fisica e Chimica.

Nel frattempo il padre non demorde e fonda con i figli maggiori una fabbrica di materiale bellico. All'epoca, l'industria degli esplosivi era ferma alla polvere da sparo, mentre erano in atto promettenti esperimenti sui nitrati e l'acido picrico.

Giovinetto di 14 anni Alfred studia in Italia e a Torino conosce Ascanio Sobrero chimico e medico, inventore della nitroglicerina, presto accantonata per la pericolosità.

A 17 anni continua la formazione a Parigi e due anni dopo si stabilisce negli Usa, dove completa gli studi di chimica. Collabora con Ericsson, ingegnere minerario e ferroviario e brevetta il primo contatore a gas, subito affermato in campo industriale e per uso domestico.

In Russia intanto Immanuel sfonda nel settore degli armamenti per la guerra di Crimea e nel ‘56 dopo la morte della moglie ritorna a Stoccolma con Emil e affida l’azienda a Robert e Ludwig. Alfred brevetta la nitroglicerina, molto instabile e soggetta a violente esplosioni, perfeziona modelli di bombe e nel ‘63 inventa un primo detonatore di buona affidabilità. Il 3 settembre ‘64 il fratello più giovane Emil muore durante un’esplosione in un capannone-laboratorio.

Alfred ne è profondamente colpito e per tutta la vita accuserà il senso di colpa. Con il padre apre una fabbrica su una chiatta, in mezzo a un lago, obbligato dalle Autorità a compiere i suoi esperimenti in luoghi lontani dai centri abitati.

Compie nuovi viaggi di studio in Europa e dopo un breve periodo a San Pietroburgo nell’azienda del padre si installa a Stoccolma nella fabbrica di fucili del fratello Ludwig. Nel laboratorio di quella fabbrica intorno agli anni ’60 Alfred si concentra su una sua ricerca basilare: perfezionare la tecnica dell’esplosione con polveri sempre più potenti e progettare il giusto innesco per la nitroglicerina, ottimo esplosivo ma troppo pericolosa.

Ne studia un’altra caratteristica condivisa con lo stesso Sobrero: osservando gli arrossamenti delle mani e del collo degli operai addetti alla sua preparazione, ne scopre gli effetti vasodilatatori. Ancora oggi, con opportune modifiche nella composizione, viene usata per curare l’angina pectoris.

Dopo avere depositato il primo di una lunga serie di brevetti per l’invenzione del cosiddetto detonatore Nobel, molto sicuro, nel ‘64 riparte alla carica per eliminare la rischiosità della nitroglicerina.

Trova la soluzione utilizzando una roccia friabile di origine organica, la farina fossile o tripoli formata dai microscopici gusci silicei di diatomee, alghe unicellulari, capaci di assorbire una quantità di liquido tre volte superiore al loro peso.

Alfred mescola farina fossile e nitroglicerina e ottiene un esplosivo modellabile a piacere, maneggiabile e praticamente senza alcun pericolo. Innescando il composto con il suo detonatore sicuro produce esplosioni dagli effetti dirompenti. Nel ‘67 brevetta la nitroglicerina sicura e la chiama dinamite da dinamys, forza, potenza in greco.

Il nuovo esplosivo, subito richiesto in enormi quantità, ha una rapida diffusione in tutta Europa. Nobel accumula una notevole fortuna con il brevetto e con altre invenzioni vitali per il settore petrolifero controllato da Ludwig.

Nei mesi successivi continuano gli incidenti con la nitroglicerina, meno gravi ma che portano Alfred a migliorarla ulteriormente in uno stabilimento in Germania usando la farina fossile e semplice segatura compressa.

L'esplosivo ha un assetto definitivo: facile impiego, solidità e stabilità. Il brevetto gli consente di aprire in breve tempo società e laboratori in una ventina di Paesi fra cui l’Italia, presso Avigliana (TO), uno dei più grandi.

Con la disponibilità di 360 brevetti industriali cumulati fino allora, Alfred diventa un imprenditore con enormi disponibilità finanziarie, acquista la Bofors primaria industria svedese specializzata in armi pesanti e oggi in missili e riconosce una parte di paternità dell'invenzione della dinamite a Sobrero, intestandogli un vitalizio.

Con la morte del padre nel ‘72 lascia la Germania e si trasferisce a Parigi. Assillato dagli impegni di lavoro, assume Berta Kinsky come assistente segretaria, in cerca di un lavoro dopo il dissesto economico del casato aristocratico e cacciata dalla famiglia del barone Von Suttner ove lavorava per la relazione con il figlio.

Gestisce meglio gli affari e gli esperimenti, ma Berta si sposa in segreto con il baronetto e lo abbandona all’improvviso. Alfred mantiene sempre con lei contatti epistolari, mentre Berta si avvicina al movimento pacifista europeo di cui era divenuta la principale animatrice. Per quell’impegno nel 1905 sarà una delle prime donne a ricevere il premio Nobel per la pace.

Durante un soggiorno termale a Baden, conosce Sofie Hess una giovane esuberante di cui si innamora perdutamente. Con lei si trasferisce a Parigi e le mette a disposizione una casa e istitutori privati. I due convivono per una decina d’anni ma Alfred non la sposa anche se agli occhi della società parigina lei era la signora Nobel. Dalla corrispondenza tenuta negli anni con Sofie si scopre la sua vita privata e emerge una personalità ben diversa da quella pubblica: un uomo ipocondriaco e maniaco del lavoro, amante paranoico, geloso e patriarcale. La relazione tra l'anziano Alfred e la spensierata e sprezzante Sofie è degna di un’analisi freudiana sui temi da lei trattati con fermezza: il concetto di onore e reputazione, la vita di una donna mantenuta, la prevalenza dell'antisemitismo, l'importanza delle terme come luoghi di cura e centri di intrattenimento, la posizione delle madri sole e più in generale la cultura atea di un ricco borghese gentiluomo del secolo XIX.

Nel ‘75 Alfred inventa la gelignite, esplosivo gelatinoso ancor più stabile e potente della dinamite e si dedica allo studio delle esplosioni senza fumo, elemento di grave ostacolo nella mischia dello scontro bellico.

Le polveri che bruciano senza fumo hanno componenti di combustione gassose, a differenza della polvere da sparo che produce circa 60% di prodotti solidi.

Il chimico francese Paul Vieille aveva inventato la prima polvere senza fumo, la cosiddetta polvere B (poudre Blanche) subito adottata dai militi francesi ma instabile nel tempo per l'evaporazione dei solventi volatili e origine di gravi incidenti come l’esplosione delle due corazzate Iéna e Liberté, nella rada di Tolone nel 1907 e nel 1911.

Nel periodo ‘84-‘87, Alfred vive a Parigi e concentra gli studi sulla polvere B e inventa e brevetta la balistite, tre volte più potente della polvere da sparo e con ridotta emissione di fumo.

Con diplomazia tenta di vendere al Governo francese i diritti del nuovo esplosivo, ma fallisce esistendo già la polvere B.

Ripiega con successo sul Governo italiano con cui stipula un contratto per produrre 300.000 chili di balistite nella fabbrica di Avigliana.

L'esercito italiano sostituisce rapidamente i fucili con cartucce di polvere da sparo con un nuovo modello con cartucce caricate con balistite. L'Italia all’epoca era un Paese in competizione con la Francia e ciò non fu visto di buon occhio dalla stampa e dai francesi.

Alfred viene accusato di spionaggio industriale alle spalle del chimico Vieille e di alto tradimento verso la Francia. Gli vengono negati i permessi di condurre ulteriori ricerche in Francia e di fabbricarvi esplosivi. Decide di lasciare la Francia, mentre la sua compagna Sofie sceglie di non seguirlo e mette fine alla loro relazione.

Si trasferisce a San Remo in Italia, dove trascorre gli ultimi cinque anni della vita.

Nel frattempo, in Gran Bretagna, il membro di un Comitato governativo Explosives Committee che seguiva gli sviluppi degli esplosivi all'estero brevetta una variante di balistite, chiamata cord powder, detta cordite.

Alfred intenta causa per infrazione del brevetto ma la perde e la cordite finisce col predominare. Oggi la balistite è ancora prodotta come propellente solido per razzi.

Nella primavera ‘88 il fratello Ludwig è in Russia sul letto di morte in preda a forti febbri e colpito dall’angina pectoris; è assistito da Robert e dalla moglie Edla che gli ha dato 18 figli, di cui 11 sopravvissuti.

Per errore un giornale francese pubblica il necrologio della morte di Ludwig scambiando la sua identità con quella di Alfred che in quel periodo soggiorna a Cannes e lo condanna aspramente per l'invenzione della dinamite. Nell’articolo si legge: Le marchand de la mort est mort e insiste: Alfred Nobel ha reso la guerra ancora più sanguinosa e terribile e intanto si è arricchito a dismisura. E’ stato un industriale gelido e calcolatore! E’ morto ieri.

Ludwig, Alfred e Robert Nobel, tre fratelli, tre imprenditori giunti al redde rationem.

Ludwig: la fissazione del petrolio, l’ossessione per gli investimenti, l’avversione alla finanza. Robert: l’inventiva, la furia imprenditoriale e il ritiro improvviso da ogni attività aziendale.

Alfred: gli esplosivi, i sistemi di controllo e la gestione del petrolio con gli investimenti, i prestiti bancari, i tassi d’interesse, i rapporti con le Banche, pur lontano dai meccanismi di oscillazione del suo prezzo sul mercato, capace di dirigere dalla stanza d’albergo la nascita di una nuova Agenzia di vendita della dinamite e di un nuovo Centro di distribuzione di cisterne in un altro Paese del pianeta.

Alfred è l’unico dei tre fratelli a sapere gestire Branobel la fabbrica dei fratelli Nobel fondata in Azerbaijan nel ‘76-‘79 insieme agli impianti petroliferi di Baku sul Mar Caspio, con tecnici affluiti in massa dalla Svezia quando per mesi il petrolio fluiva naturalmente dal terreno, fabbrica all’epoca produttrice del 50% del petrolio mondiale e del 40% di quello russo, dotata di un Centro Ricerche di altissimo livello per ogni tipo di lavorazione del petrolio e per la costruzione di oleodotti, copiati dalle società petrolifere Usa della Pennsylvania.

Un annoso conflitto per questioni finanziarie era rimasto irrisolto tra Ludwig e Alfred, ancora vivo nello sfogo di una delle ultime lettere di Ludwig: Per dieci anni sono stato uno schiavo in questa azienda, ho sacrificato il mio tempo, la mia salute e la tranquillità … Un anno prima aveva lasciato il CdA della Branobel, pur rimanendo primo azionista insieme a Robert e Alfred.

Nell’autunno dell’88 lo Zar Alessandro accompagnato dalla moglie e da un corteo di Ministri e Direttori rende omaggio postumo a Ludwig e visita il Centro di Baku. Leader in Russia con la fabbrica di materiale bellico, di fucili e degli affusti con ruote per pezzi di artiglieria, la sua fortuna era nata dai pozzi di black gold, dal petrolio per illuminazione, dagli oleodotti, le cisterne e i sistemi di trasporto del petrolio via terra e mare (di cui peraltro si rifiutò magnanimamente di chiedere il brevetto).

Quali motivi inducono Alfred a destinare un’enorme fortuna per istituire il Premio che porta il suo nome?

Non ha eredi a cui lasciare la sua fortuna e nel testamento non si fa menzione della motivazione, ma al gesto possono avere contribuito la morte dei fratelli Emil e Ludwig.

Alfred, animo inquieto e malinconico, ebbe una personalità complessa. Diventò pacifista dopo aver inventato l’esplosivo più potente a quel tempo, era ricchissimo eppure sosteneva il socialismo, era ateo, ma elargiva offerte generose, restaurava chiese e costruiva cattedrali.

Non aveva conseguito alcun diploma in chimica eppure dirigeva personalmente una dozzina di avanzati laboratori di ricerca sparsi in molti Paesi, Italia compresa.

Ampliò sempre più i suoi interessi e alla fine aveva creato un impero di 450 società dislocate in tutto il mondo, dando lavoro a più di 50.000 persone.

Assurse al ruolo di uomo più ricco della Russia zarista con il controllo del 40% della produzione di petrolio dell’Impero.

Filantropo nella più classica delle accezioni, scienziato chiuso e introverso, negli ultimi anni si chiedeva quali fossero le reali implicazioni delle sue scoperte, ma lo spirito scientifico e la continua sete di ricerca gli impedivano di fermarsi a riflettere sugli effetti, tormentato dalle possibili applicazioni belliche e dalle sue scoperte devastatrici.

In tale contesto contraddittorio matura la volontà di lasciare di sé un'eredità migliore e istituisce il premio Nobel.

Alfred coltivò anche delle velleità letterarie, scrisse poesie e drammi e pensò di dedicarsi esclusivamente a questa attività.

Muore nel 1896 per un'emorragia cerebrale nella villa di Sanremo. Il corpo viene restituito alla Svezia, destinato al cimitero di Stoccolma.

Attraverso una frenetica attività industriale e di spostamenti in ogni parte del mondo, i Nobel sono stati un clan di straordinaria coesione e solidità economica, con incessanti contatti tra madri, figli, nipoti, intellettuali e inventori perennemente proiettati su nuove ricerche.

Alla morte degli zii, Emanuel figlio di Ludwig prende il comando, unico in grado di farlo. Riscatta le azioni di Alfred e può finanziare i Premi Nobel con i ricavi dalla dinamite.

Emanuel è Direttore presso la State Bank di Russia, ha eccellenti relazioni con Ministri e con lo Zar e nel 1916 riesce a mantenere in vita la rete di circa 400 depositi e centri di produzione, manutenzione e trasporto del petrolio in Russia, controlla 30% della produzione russa di grezzo e 40% del petrolio raffinato.

Nel 1918 in piena rivoluzione la situazione è drammaticamente ribaltata. Deve vivere travestito da contadino, due suoi fratelli sono in carcere e le fabbriche e i centri di ricerca sono stati tutti chiusi e i pozzi allagati con acqua. Gli altri Nobel riparano a Parigi e Stoccolma destinati a mantenere il semplice cognome Nobel, cancellato per sempre dalla storia della Russia. Con la sollevazione russa il cambiamento è repentino. Aizzate dal nuovo regime le bande disseminate nel Caucaso sono pronte a depredare i ricchi e finanziare le sommosse.

Rivoltosi sindacalisti assassinano a Baku quattro dirigenti svedesi. E’ il segnale: l’inizio dell’evacuazione e della consegna di ogni avere in mano ai bolscevici.

Gosta, ultimo figlio di Ludwig liquida metà delle azioni di Branobel alla Standard Oil del New Jersey. Dei Nobel l’unico a sopravvivere nella memoria storica è Alfred, grazie alla sua dinamite e a tre fratelli ignorati e depennati dai libri e dagli archivi, raschiati via secondo un detto popolare svedese.

 

Inserito il:03/10/2018 19:32:01
Ultimo aggiornamento:03/10/2018 19:39:37
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