Madre di Dio del Segno - Russia - Scuola di Mosca - Inizio del XIX Secolo - Fondo oro - tavola da Iconostasi
Perché tanto interesse, oggi, verso l’Icona?
di Giovanni Boschetti
La Bellezza, che in ogni testo di iconologia russa è l’essenza stessa per poter “scrivere/dipingere” un’Icona, è un termine ancora poco conosciuto da parte di chi osserva un’Icona, senza vedere il messaggio che la medesima vuole e deve dare.
Pavel Florenskij scriveva: “La bellezza dell’Icona esprime la manifestazione dell’Invisibile nel visibile perché la Bellezza stessa è Icona ed è simbolo del rapporto tra il Creatore è la creatura.”
Pavel Evdokimov in <Teologia della Bellezza - l’Arte dell’Icona> scriveva: “Per incontrare la Bellezza a volto svelato, per attingere alla ricchezza della sua Grazia occorre, mediante una trans-ascendenza, mediante il superamento del sensibile e dell’intellegibile, oltrepassare le porte del Tempio ed è l’Icona. Dio si è fatto uomo, Cristo è il volto umano di Dio. Egli inaugura la nuova economia in cui tutto diviene, alla sua Luce, Sacramento di Dio. Attraverso il visibile, l’Invisibile si lascia intravedere, contemplare e tale contemplazione trasforma l’uomo di luce in luce, di gloria in gloria: è la Divinizzazione.”
Se è vero che “la Bellezza salverà il mondo” (Dostoevskij) allora questa Bellezza non potrà essere altro che la manifestazione dell’Invisibile nelle cose visibili; sarà l’incanto tra l’esperienza estetica, etica, Sacra.
L’Icona diventa così un’espressione artistica in grado di esprimere la rivelazione di Dio e lo svelare la Verità all’uomo; essa, l’Icona, non è un quadro a soggetto religioso che esprime eventi della storia della salvezza per fini di evangelizzazione, ma l’Ineffabilità di Dio e la Verità dell’uomo.
Ma perché tanto interesse oggi verso l’Icona? Le risposte sono molte. L’uomo di oggi ha bisogno di Bellezza, di incontro e di relazioni vere. La “bellezza” che ci viene proposta dalla società odierna ha dentro di sé la sfida, la competizione, l’antagonismo, la provocazione, l’annientamento dell’altro. È bellezza che dura pochi attimi, che ci stravolge perché dobbiamo uniformarci in un unico vessatorio modello.
L’uomo si ritrova solo, stanco, ha nostalgia della Bellezza e la cerca. Il suo essere creato ad immagine e somiglianza a Dio lo porta a cercare la Bellezza che è già dentro di lui.
L’Icona si offre come questo luogo di incontro desiderato, si apre a questa Bellezza, Bellezza crocifissa e disarmata, Bellezza liberante e misericordia che è Dio stesso.
“La nostra tradizione più autentica che condividiamo pienamente con i nostri fratelli ortodossi, ci insegna che il linguaggio della Bellezza, messo a servizio della Fede, è capace di raggiungere il cuore degli uomini e di far loro conoscere dal di dentro Colui che osiamo rappresentare nelle immagini, Gesù Cristo, il Figlio di Dio fatto uomo…” (Giovanni Paolo II).