Leonid Afremov (Vicebsk, Bielorussia, 1955 - ) - The silence of the fall
Ecco l’autunno!
di Gianni Di Quattro
Sta ormai arrivando l’autunno, la stagione di mezzo, la stagione traghetto, quella che ci porta dalla luce splendente dell’estate alla penombra della stagione fredda, dalle trasgressioni alle riflessioni. La stagione dei colori forti che affascinano, che richiamano l’attenzione come se fossero un grido della natura o un forte sbadiglio prima di addormentarsi, prima di nascondersi nell’oscurità dell’inverno per proteggersi dal freddo e dalle nebbie.
L’autunno è il momento in cui tutti, in modo più o meno cosciente, pensano al futuro, decidono cose, ripensano al passato, si guardano dentro come non sempre capita. E’ il momento in cui è naturale pensarsi, in cui è spontaneo rallentare e abbandonarsi alla speranza di sogni e di progetti e alla nostalgia della propria storia, dipende dalla nicchia in cui si trova la propria vita.
L’autunno è, infatti, per tutti una pausa, è il momento in cui si riprende fiato mentre si corre la maratona della vita, per gli anziani però, quelli che sono nell’età non più attiva e colorata, si cominciano a spegnere le luci e si prende coscienza che bisogna prepararsi al gelo di un inverno virtuale.
Prepararsi ad un inverno virtuale. Ci sono tanti modi di farlo, ci si può lasciare andare, si può continuare a volere scoprire emozioni e sentimenti, si possono esplorare nuovi sentieri della vita, si possono continuare a coltivare speranze di bellezza, si possono consolidare gli affetti e scoprirne di nuovi, si possono rivedere i film della propria vita con la nostalgia “bella”, quella cioè che non ci porta ai rimpianti ma ci consente di rigodere rivivendo un momento, una persona, una situazione, un successo.
La nostalgia bella è quella che nasce da una serenità d’animo, dal piacere di amare la vita, dalla coscienza di avere fatto sempre il possibile, a prescindere da errori o successi.
È nostalgia bella pensare alla propria infanzia e ricordare l’affetto della propria famiglia anche quando questa aveva grande difficoltà ad andare avanti, quando sbagliava, non capiva, non poteva dare quello che i sogni avrebbero desiderato, quello che la voglia di vivere cercava di raggiungere. E lo è anche pensare alla prima parte della vita, quando piano piano si sono messi da parte i sogni, si sono abbandonate tante speranze, ci si è adeguati alla realtà possibile, magari si sono messe in valigia le poche cose per emigrare e cercare altrove e si è imparato a sognare, si è imparato a dividere la propria vita tra reale e immaginaria, quella dei sogni cui si è rimasti aggrappati e dove si è sempre trovato rifugio quando gli ostacoli della realtà sembravano bloccare l’aria.
Ed è ancora nostalgia bella ripercorrere il proprio lavoro, la fortuna di avere lavorato in una grande azienda innovativa, professionale e piena di valori, spesso persino troppi. Soprattutto i tanti amici conquistati di cui tanti molto cari, quelli che davvero indicano il livello della propria umanità come diceva il grande poeta Machado, i tanti momenti di entusiasmo di lavoro, le esperienze e il coraggio di andare sempre, le ansie quando si è creduto di non farcela, l’orgoglio di essere arrivato non al vertice, di non aver raggiunto posizioni importanti, ma di aver fatto quello che si è fatto nel bene o nel male da solo.
Ed è ancora di più nostalgia bella ripensare alle emozioni e ai sentimenti che si sono conosciuti nel corso della vita, a partire dagli anni verdi quando ci si interrogava su quello che si provava che non si capiva bene, quando si cominciava a capire la bellezza dell’amore, quando si viveva spesso tra sogno e realtà e non si riusciva bene a distinguere dove finiva uno e cominciava l’altra.
Ecco, questo capita in autunno, questo e tanto altro ancora. Ed è bello continuare ad immaginare, a sperare anche se la via si sa che può essere interrotta da un momento all’altro magari per lavori in corso o per una frana imprevedibile. Andare avanti, continuare a volere bene, ad amare gli amici e gli affetti, non avere paura, pensare sempre che il futuro tratta bene chi lo aspetta con piacere, chi non passa il tempo a conservare, ma ama andare oltre. Un abbraccio a tutti quelli che hanno letto, è poco ma per me vale tanto, non posso dare molto di più.