Aggiornato al 18/12/2025

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Voltaire

Colma del Mombarone – Base del Redentore

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Un monumento per due Giubilei

di Margherita Barsimi

 

Dal Giubileo del 1900 sono passati 125 anni, sette Giubilei (1925, 1933, 1930, 1975, 1983, 2000) e sei Papi (Leone XIII, Pio XI, Pio XII, Paolo VI, Giovanni Paolo II e Francesco), l'Italia, l'Europa e il mondo hanno dovuto fare i conti con due guerre mondiali, cadute di Imperatori, ascese di tiranni...

Una testimonianza concreta del lontano Giubileo del 1900, indetto da Papa Leone XIII, l'11 maggio 1899, con la bolla "Properante ad exitum Saeculo", è rimasta però al suo posto, dove era stato deciso fosse collocata.... Il Papa, lo stesso che nel 1891 aveva pubblicato l'enciclica "Rerum Novarum", lanciò con l’indizione del Giubileo un appello al risveglio della Fede nel popolo cristiano di tutto il mondo.  L'intento principale era quello di vincere la sfida della modernizzazione della vita cristiana e della cristianizzazione della vita moderna.

All'anno Santo furono chiamate a contribuire le comunità di montagna, che in numero di 20 erano state individuate, dalla Sicilia al Piemonte, per erigere sui monti prescelti dal Comitato Romano altrettanti Monumenti da dedicarsi al Cristo Redentore, all'avvento del secondo millennio dell'era cristiana.

Il primo "Redentore" ad essere posto su una delle cime individuate allo scopo, fu quello del Mombarone, montagna scelta per la regione del Piemonte nord-occidentale.

La cima, una sorta di piramide naturale posta tra tre curie (Aosta, Ivrea, Biella) ma anche tra tre diverse regioni fisiche (la Valle del Lys, il Canavese e il Biellese), era all'epoca frequentata su tutti e tre i versanti non certamente per motivi sportivi, ma per le attività connesse alla pastorizia e all'allevamento del bestiame.

Nonostante i cambiamenti intercorsi in 125 anni, la vita alle falde del Mombarone continua ad essere cadenzata dai movimenti stagionali delle mandrie e delle greggi, da attività legate all’agricoltura e alla cura dell’ambiente. A dimostrazione di ciò, è arrivata, del tutto indipendente dall’azione intrapresa a livello giubilare, nella settimana prima di Natale, il riconoscimento, da parte del Ministero dell’Agricoltura, del paesaggio terrazzato caratteristico dell’Unione Montana “Mombarone”, come “paesaggio rurale storico di interesse nazionale”, come tale è stato iscritto nel Registro Nazionale dei Paesaggi Rurali di interesse storico, delle Pratiche Agricole e delle Conoscenze tradizionali.

Anche la statua del Redentore ha però conosciuto  i contraccolpi della guerra (nella primavera del 1945, ai primi che ebbero modo di salire in vetta, apparve lo scempio fatto all'interno della Cappella della Madonna delle Nevi e, all'esterno, il furto sacrilego di chi aveva pensato di rubare il filo di rame che per 40 anni aveva preservato il complesso dalla furia dei fulmini...!); purtroppo erano tempi in cui le priorità avevano come obiettivi le urgenze dei reduci, degli sfollati, di chi era rimasto senza casa o lavoro...

Inevitabilmente arrivò il momento in cui un fulmine colpì in pieno il Monumento rimasto senza difesa: era il 1948, quando la statua in bronzo del Cristo Redentore crollò in pezzi, la cappella ebbe gravi mutilazioni e il gelo scese nei cuori dei valligiani.

Si dovette aspettare sino al 1991 per vedere risorgere il Monumento per iniziativa della Sezione degli Alpini in congedo di Ivrea, a cui si unirono entusiasticamente quelli di Biella e di Aosta. Ancora una volta, come già era successo nel 1900, l'adesione della popolazione fu determinante, sia in termini di offerte di danaro per far fronte alle spese di restauro dell'intero complesso, ma anche in termini di ore di lavoro volontario non retribuito.

Come non vedere un legame ideale tra il lontano Giubileo d'inizio del nuovo millennio con questo, indetto con la Bolla "Spes non confundit"?

La speranza del 1900 era che il nuovo secolo e il secondo millennio dell'era cristiana trovasse nuovo vigore nel Cristianesimo, "i pellegrini della speranza" del 2025 sono invitati a guardare con speranza alla vita considerata come un pellegrinaggio: non è forse quello che tutti i frequentatori della montagna fanno ogni volta che si accingono a partire per un'escursione?

L'altra grande coincidenza (non certamente casuale!) è la proclamazione a Santo, a chiusura del Giubileo dei Giovani, di Pier Giorgio Frassati che del Mombarone era un assiduo frequentatore e al quale già nel 1934 era stato dedicato il Rifugio che si trova a breve distanza dalla cima e che altro non è, se non la baracca costruita nel 1900 per accogliere coloro che sulla cima della montagna stavano costruendo il Monumento.

Alla chiusura della Porta Santa, al termine dell’anno giubilare del 1900, si era provveduto con i “mattoni” provenienti dai Monumenti, alcuni terminati in realtà in tempi dilatati ben oltre l’anno giubilare, che nel corso degli anni sono stati restaurati e che, come il “nostro” Mombarone", continuano ad essere non solo dei punti di riferimento geografico, ma soprattutto dei riferimenti ideali: di cultura popolare, di fede religiosa e di speranza nei destini dell’umanità.

 

Inserito il:18/12/2025 18:04:37
Ultimo aggiornamento:18/12/2025 18:51:26
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