Caspar David Friedrich (USA 1774-1840) - Donna al tramonto del sole (1818)
Non è mai troppo presto
di Simonetta Greganti Law
Trasformare un quadro d’autore in parole …
Mio padre prima di morire mi ha detto: “mi piacerebbe poter correre sotto alla pioggia senza ombrello per sentirmi vivo e provare una gioia selvaggia, dimenticata”.
L’ho fatto io per lui, quando se ne è andato. Aveva ragione, è stata un’esperienza di felicità, ho percepito il cuore esplodermi nel petto, ho respirato un’aria fredda che mi ha lasciato quasi senza fiato ma che però mi ha risvegliato dal torpore delle restrizioni. Mi sono sentita fortunata per poter correre bagnandomi i capelli, non temere i malanni potenziali dovuti al freddo che percepivo coi miei vestiti inzuppati, muovermi senza il pensiero di essere composta, prudente o controllata.
Questo episodio è stato l’occasione per pensare a tutte le cose mai fatte per chissà quale motivo di rimando che invece avrei voluto vivere per non temere di rimpiangerle quando ormai sarebbe stato troppo tardi.
Ecco, ci sono proprio tanti desideri che chissà se riuscirò a realizzare perché la vita non è eterna come invece si crede quando la si vive.
Vorrei vedere un’aurora boreale, assistere alla trasformazione dei colori in un cielo ancora buio e stupirmi alla visione di bagliori inaspettati. Riuscire a scorgere quella luce magica e osservarla mentre danza nel cielo delle nere nottate invernali.
Un’altra esperienza da non lasciarmi sfuggire è quella di dormire sotto alle stelle in mare aperto per percepire di stare sospesa in mezzo a due mondi: quello sconfinato dell’universo che è sopra di me e l’abisso insondabile che immagino sia al di sotto. Sarebbe bello poter starmene in silenzio, dondolata dalle onde che cullano il mio sonno per ascoltare solo lo sciabordio dell’acqua che è come un respiro affannoso o il pulsare delle onde che bussano allo scafo e che ricordano il palpitare del cuore del mare.
Mi piacerebbe anche fare un pellegrinaggio spirituale, per ascoltare il rumore dei miei passi affaticati e pregare in silenzio, sentirmi vicina al mistero divino da sempre capace di affascinare gli uomini di ogni epoca ma che oggi invece è guardato con troppa diffidenza.
E poi desidererei gridare con tutto il fiato che contengono i polmoni dal ciglio di un dirupo prorompente e dire tutto ciò che mi opprime il cuore, rassicurata dal fatto di non avere nessuno attorno a me, sicura di non essere udita ma speranzosa invece che qualcuno, da qualche parte, possa ascoltarmi e comprendermi. Prestare attenzione a un’eco di rimando che affascina perché sa trasformare la solitudine in compagnia, sa trasformare il vuoto in qualcosa di vivo. Che dolce assurdità!
Sogno anche di percepirmi minuscola davanti alle rovine di un tempio antico, immaginare divinità dimenticate e soffermare lo sguardo su pietre che hanno attraversato i millenni.
Restare immersa nel silenzio per sentirmi parte di un luogo sacro anche se ormai dimenticato.
Vorrei anche riuscire a trovare il coraggio per fare una cosa divertente e liberatoria: lanciare una torta in faccia a chi, a mio giudizio se la meriterebbe tutta, per mostrare così che la vendetta non è solo crudele ma può essere anche zuccherina.
Riuscirei così a prendermi una “dolce” rivincita che soddisferebbe la voglia di rimettere a posto almeno una delle molteplici ingiustizie della vita.
E in fine, trovare il tempo per scrivere una lunga lettera indirizzata alla me stessa del futuro e stabilire di leggerla solamente dopo vari anni. Potrei così congratularmi se scoprissi di essere riuscita a realizzare qualche desiderio oppure cercherei di consolarmi nel caso in cui il destino non me lo ha concesso.
Si, occorrerebbe far tutto questo prima di morire.
Ecco i miei sogni che vorrei realizzare prima che gli stessi sogni, rimandati troppo a lungo, muoiano da soli. Sogni che vorrei non restassero semplicemente imprigionati nel mio cuore ma che trovino lo spazio per respirare, per liberarsi e turbinare come un vento senza direzione o come un suono che vibra dentro ma che non si può descrivere a parole.
Solo ora comprendo che per tramutare i sogni da desideri astratti in realtà concrete basta semplicemente cominciare ad attuarli.