Aggiornato al 03/11/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Matthias Stomer (Utrecht, c. 1600 - after 1652, Dutch or possibly Flemish) – The Mocking of Christ

 

La Passione di Sordevolo risorge nel 2022

di Giuseppe Silmo

 

Chi arriva all’inizio del paese di Sordevolo, nella verde Valle dell’Elvo, a sette chilometri da Biella, vede sulla sua destra un complesso di tralicci con un grande portone d’ingresso, la domanda di cosa ci faccia questa struttura viene spontanea.

La risposta è sorprendente: è la struttura dell’apprestamento scenografico non completato del grande spettacolo teatrale della Passione, le cui origini si rifanno a un testo recitato all’inizio del Cinquecento nel Colosseo dalla Compagnia del Gonfalone, che il Teatro Popolare di Sordevolo ogni cinque anni, mette in scena. Il ciclo di rappresentazione, da giugno a settembre, doveva tenersi nel 2020, ma l’incombente pandemia lo ha fatto rimandare.

 

Lo spettacolo si ripete da tempo immemore. Fino a metà Ottocento il Teatro Popolare metteva in scena anche le rappresentazioni del Giudizio Universale e della Risurrezione, che richiedevano però un assetto scenico complicato e forse per questo sono state abbandonate nel 1850. Si ha inoltre notizia documentata che nel 1777, in pieno periodo giansenista nel biellese, viene rappresentata la Conversione di S. Agostino. Giansenio si rifà, infatti, a San Agostino per elaborare la sua interpretazione teologica. Tracce gianseniste permangono nelle Passioni ottocentesche a testimonianza della tradizione teatrale che le aveva precedute, come è documentato da una fotografia della Passione del 1886, dove il Cristo è crocefisso secondo l’iconografia giansenista delle “braccia avare”, cioè in una posizione asimmetrica con un braccio non aperto, quasi a indicare il piccolo numero degli eletti che possono entrare nel regno dei cieli.

Ulteriore testimonianza del perdersi nei secoli di questa rappresentazione teatrale l’abbiamo nell’ex Monastero della Trappa, a un’ora di mulattiera dal paese. Nella Sala Capitolare sulle quattro colonne, che sorreggono gli archi della volta, le sei raffigurazioni sono tutte incentrate sulla rappresentazione della Croce, circondata dai simboli tradizionali del cristianesimo e dagli strumenti per la crocefissione. Un abitante di Sordevolo non ha difficoltà a riconoscere che quella è la sua Passione, di cui ha imparato fin da bimbo simboli e raffigurazioni. Quasi a confermare la fonte di ispirazione su un pilastro, alla base della croce, una Chiesa con il campanile in pietra molto simile alla Chiesa Parrocchiale. Poi gli oggetti: le tenaglie, il martello e il secchiello dei chiodi; e ancora: l’albero secco dell’impiccagione di Giuda. Queste raffigurazioni sono state dipinte dopo l’ingresso dei monaci Trappisti nel 1796 e prima della loro partenza nel 1802. Si potrebbe addirittura ipotizzare che sia stato un artista del luogo a realizzarle.

La Passione è una grande rappresentazione corale di una intera comunità che ogni cinque anni si ritrova ricca di un patrimonio recitativo che si tramanda di generazione in generazione. Più di quattrocento sordevolesi sono impegnati come attori o comparse. Ogni aspetto dello spettacolo è affrontato con le sole risorse umane e tecniche locali (dai costumi confezionati nei mesi precedenti dalle donne del paese, alla scenografia, alla regia e a tutti gli altri aspetti organizzativi).

Lo spettacolo che si svolge a Sordevolo, in questo mondo, dove i rapporti umani tendono a sbriciolarsi, ha invece al suo centro la comunità, il lavoro di squadra, il riconoscimento dei ruoli, il piacere e l’entusiasmo della partecipazione anche nelle parti delle comparse.

Sembra che l’evento sia soltanto per noi estranei che vi assistiamo e che la Passione rientri naturalmente tra le attività del paese. L’assistervi rappresenta un momento di coinvolgimento con questa comunità e di partecipazione all’emozione che è trasmessa dallo svolgersi del dramma. Tutti possono, infatti, lasciarsi prendere dalla tragedia che è rappresentata, e dalla bravura che attori non professionisti, ma profondamente coinvolti nella loro parte, che già i loro padri avevano recitato, ti sanno trasmettere.

Lo spettacolo è composto di venticinque scene. Inizia con l’ingresso in Gerusalemme di Gesù tra la popolazione osannante e termina con la Resurrezione, dove le pie donne entrano nel Sepolcro e non trovano il Cristo, ma sentono un annuncio di vita: “Perché cercate tra i morti Colui che è vivo? Gesù Nazareno il Crocifisso non è qui. È Risorto”.

È l’inizio di un mondo nuovo, pieno di speranza, che è il vero messaggio della rappresentazione.

Il Teatro Popolare di Sordevolo non vuole lasciare cadere questo messaggio e propone il 2022 come l’anno della ripresa con rinnovato slancio delle rappresentazioni.

 

 

Inserito il:03/04/2021 23:02:11
Ultimo aggiornamento:03/04/2021 23:10:32
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