Aggiornato al 27/04/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Cristo Pantocratore - Russia Scuola di S. Pietroburgo (1889) Riza in oro - pietre preziose - smalti

 

Icona - Bellezza Divina (3)

di Giovanni Boschetti

 

(seguito)

 

“L'Icona è quello spazio sacro in cui nella Bellezza, l’immagine compie la parola”

(P. Florenskij)

 

Il messaggio cosmico, emanato dalle Icone, va decifrato ed infuso come soffio di Bellezza Divina, come verbo di Dio.

Con il Cristianesimo nasce una nuova antropologia che innalza l’uomo alla dignità, senza precedenti, di figlio di Dio; come dicono i Padri della Chiesa:”Dio si è fatto uomo, perché l’uomo potesse tornare ad essere Dio”.

Il concetto di deificazione, caro alla patristica Orientale, discende direttamente dall’incarnazione, ma attinge alle origini stesse dell’uomo come leggiamo nelle prime righe della Bibbia: “…e Dio disse - facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza”.

In questo modo il discorso teologico si apre ad una teologia delle immagini: l’immagine è il luogo privilegiato per capire la possibilità e la vocazione della deificazione.

Alle immagini sacre, nella visione della Chiesa, è affidata la missione di testimoniare la raffigurazione Divina in sembianze umane, lo stesso verbo incarnato che si rende visibile nel “tempio del suo corpo”.

Le Icone non sono dunque immagini create secondo una concezione umana, ma rappresentano il volto autentico del Figlio di Dio fatto uomo e derivano da un contatto diretto, concreto, con la sua persona.

L’Icona, divenne allora il luogo teologico di un rapporto con Dio, fondato sulla Bellezza, perché a sua volta il simbolo stesso dell’Icona è manifestazione concreta della Bellezza stessa di Dio. La Bellezza dell’Icona manifesta la teofania della Creazione come manifestazione dell’invisibile nel visibile perché la Bellezza stessa è Icona e simbolo del rapporto tra il creatore e la creatura.

E, per questa concezione, della Bellezza come manifestazione della bontà e della verità per Pavel Florenskij, la stesa santità non può esserci senza bellezza: “…l’ascetica crea non l’uomo buono, ma l’uomo bello e la caratteristica più saliente dei Santi non è la bontà, che può esserci anche in persone carnali e peccatrici, bensì la Bellezza spirituale, la Bellezza accecante, la Bellezza Divina”.

“Nulla è più bello di Cristo, l’uomo senza peccato.”

“La Bellezza è la manifestazione della Verità e della Bontà di Dio.”

“Per incontrare la Bellezza a volto svelato, per attingere alla ricchezza della sua Grazia occorre, mediante una trans-ascendenza, mediante un superamento del sensibile e dell’intellegibile, oltrepassare la parte segreta del Tempio ed è l’Icona”

Pavel Evdokimov prosegue con una frase meravigliosa: …”dopo l’Incarnazione del Verbo tutto è dominato dal Volto, dal volto umano di Dio. Il Cristo è l’Icona di Dio, la prima, la vera, l’unica. Egli è venuto a liberare gli uomini da ogni mitologia, da ogni idolo, non sopprimendo l’immagine e la parola, bensì rivelando la vera figura umana di Dio, inaugurando la nuova economia in cui tutto diviene, alla sua Luce, un grande sacramento di Dio.

Attraverso il visibile, l’Invisibile si lascia intravedere e tale contemplazione trasforma l’uomo di luce in luce, di gloria in gloria: è la Divinizzazione”.

 

(Fine)

 

Inserito il:08/09/2019 11:06:56
Ultimo aggiornamento:08/09/2019 11:13:10
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