Jean-Claude Campana (Sénas, France, 1941 - Venezia) - Carnevale a Venezia
Suggestioni di una maschera
di Simonetta Greganti Law
Margaret, Olga e Louise avevano optato per una breve vacanza di sana follia.
In un periodo dell’anno in cui il grigiore è il colore predominante di ogni giornata, l’idea di stupirsi ed emozionarsi con i colori del Carnevale ormai imperante aveva incoraggiato le tre amiche a partire per la laguna veneta e raggiungere Venezia, la città più sorprendente del mondo.
La decisione di gettare momentaneamente dietro alle spalle ogni problema per vivere qualche giorno in completa euforia si era concretizzata con l’acquisto dei biglietti aerei e la prenotazione di una camera per tre in un elegante hotel del centro.
Volevano essere coinvolte in questa festa unica nel suo genere, che infervorava gli spiriti con la sua atmosfera settecentesca. Le giovani donne fremevano di desiderio per poter entrare a far parte di una folla tumultuosa e in subbuglio ed erano cariche di elettricità positiva.
La laguna già di per sé magica, grazie ai colori e all’allegria che si respirava tra le calli, sembrava aver acquistato un potere ancora più inebriante.
Il tempo prometteva di poter passeggiare senza bisogno di un ombrello. C’era una leggera foschia che sfumava i colori e, rendendo vaghi i contorni delle cose, contribuiva a ricreare un’atmosfera rarefatta, da sogno. Nell’acqua si riflettevano luci e colori raddoppiando, come fa uno specchio, la visione della magnificenza delle architetture imponenti.
Le tre amiche entrarono in un Atelier del posto e presero in affitto favolosi costumi settecenteschi. Erano ora pronte a vivere questa esperienza indimenticabile. Una volta indossati quegli abiti elegantissimi si mescolarono alle numerose dame che, col volto celato da morette o altre mascherine, affiancavano cavalieri in tricorno e grottesche baute.
Margaret aveva scelto un abito nero. Il colore del mistero che, indossato assieme alla maschera sul volto, la rendeva paradossalmente libera perché lei lo associava all’invisibile e all’ignoto. Era così diventata una dama enigmatica che si nascondeva agli sguardi della gente avvolta in un nero esoterico.
Olga era vestita di rosso, colore pieno di energia e luce. Il colore rappresentativo del dinamismo, della vivacità, della vita e dell’adrenalina. Ma anche il colore della regalità e lei, in quei giorni, si stava sicuramente sentendo una regina. Chissà se era proprio il rosso a darle quello slancio vitale e a renderla così eccitata.
Infine Louise aveva optato per un vestito color oro, simbolo di estetica e ricchezza, capace di trasmettere calore, luce e forza. Indossando quel costume si sentiva pulsare di energia, di lucentezza, e di magia.
Tutte le molteplici sfumature degli abiti della folla veneziana erano comunque stupefacenti. Le nuance di colore, in quel vortice di maschere frivole ed eleganti, unite a un arcobaleno di coriandoli, si diluivano nei riflessi dell’acqua salmastra e sembravano voler ricreare con pennellate acquerellate un’opera artistica moderna incorniciata da un’intelaiatura d’epoca.
L’atmosfera festosa dilagava nelle calli proprio come abitualmente era solita fare la marea quando, scavalcando gli argini, inondava la terraferma.
Immerse nella folla, venivano trascinate in quella colorata vivacità e senza neppure rendersene conto persero la cognizione del tempo che passava. Frastornate da tutti quei colori e suoni sentirono lecito non aver più freni inibitori e si lasciarono così tentare dal richiamo di una vetrina straripante di frìtole e galani, ovvero i dolci tipici del carnevale veneziano preparati con la maestria degli artigiani pasticcieri locali. Assaporando queste frittelle tradizionali le tre giovani amiche, per un fenomeno di suggestione oppure di immedesimazione con i loro colori, decisero di identificare le caratteristiche di questi dolci partendo proprio dalle proprietà del nero, del rosso e dell’oro.
E così Margaret, la dama nera, tentò di penetrare il mistero della ricetta. Volle cercare di riconoscere gli ingredienti che sin dai tempi di Marco Polo venivano tramandati per la preparazione di questi dolci tradizionali. Rivelò così quello che sicuramente doveva essere il segreto dell’impasto: farina, uova, zucchero, burro, scorza di limone grattugiata, pizzico di sale e zucchero a velo.
Olga, la dama rossa, identificò un ingrediente inebriante sfuggito all’amica: l’aggiunta del rum che, scaldando il cuore, aggiungeva felicità. Calandosi nei panni di Orsola, la frìtolera Goldoniana della commedia Il Campiello, ne elogiò soprattutto la frittura poiché si immedesimò nei bollori dell’olio di arachide in cui si dovevano far sfrigolare.
Infine Louise, la donna in oro, oltre a pagare il conto, si soffermò sull’estetica di questi sottili nastri croccanti, dorati al punto giusto, sicuramente belli all’occhio e ottimi nel gusto.
Naturalmente, questa piccola pazzia di affiancare le caratteristiche dei dolcetti che stavano assaporando a quelle dei colori che indossavano, faceva parte dell’allegria e giocosità di quella folle giornata.
Presto divenne sera.
Tutte quelle maschere continuavano a trasformare la Serenissima nel più grande palcoscenico del mondo e anche le tre amiche si sentivano ormai parte di una straordinaria compagnia di attori che improvvisavano inchini e saluti.
Margaret col naso in su puntato verso la luna, scorgendola bella piena, trovò la spiegazione di questa follia irriverente del Carnevale e, citando Shakespeare, declamò: “E’ tutta colpa della luna, quando si avvicina troppo alla terra fa impazzire tutti”. Certo, indossando quel costume d’epoca era entrata perfettamente nel ruolo di una primadonna a teatro. Fu proprio per questo che le altre due amiche l’applaudirono felici.
Ecco la ricetta dei galani veneziani
Ingredienti:
500gr di farina
100gr di zucchero
40gr di burro
2 uova
scorza di un limone grattugiata
un pizzico di sale
50gr di rum
Olio di semi d’arachide per friggere
Zucchero a velo per guarnire
Preparazione:
impastare tutti gli ingredienti per la frolla e farli riposare in frigo per circa un’ora.
Col matterello stendere la sfoglia che andrà tagliata in nastri, per formare i galani, con l’aiuto di una rotella dentellata. Fare una piccola incisione al centro del nastro per ottenere la forma tradizionale. Friggerli in abbondante olio bollente, di arachidi fino ad ottenere una colorazione dorata. Adagiarli su una carta assorbente per eliminare l’olio in eccesso e una volta freddati cospargerli con lo zucchero a velo.