Aggiornato al 27/04/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Coby Whitmore (Dayton, Ohio, 1913 - 1988) - Lady drinking tea

 

Il potere di un sorriso

di Marialuisa Bordoli Tittarelli

(seguito)

 

La porta del negozio si aprì con forza e qualcuno entrò con passo risoluto.

Si sentivano i tacchi battere decisi sul pavimento.

La signora Persi, che stava lavorando nella piccola stanza sul retro che fungeva da ufficio, sorrise mormorando “Ecco una donna sicura di sé che viene a visitarci”.

Un – Gregory caro! – pronunciato con entusiasmo le strappò un altro sorriso divertito.

Sentì Greg esclamare “ - Prue! – con un tono che tradiva un certo imbarazzo oltre che sorpresa.

Seguirono complimenti sull’aspetto e sulla forma perfetta e infine un concitato discorso pronunciato con un accento insolito.

La signora Persi continuava a sorridere divertita mentre faceva congetture sull’identità della visitatrice che ancora non aveva visto poiché aspettava che fosse Gregory a chiamarla per essere presentata, se fosse stato il caso.

Per il momento era ben felice di starsene tranquillamente celata alla vista.

Il discorso pronunciato a voce piuttosto alta era difficile da seguire per lei, data la velocità con cui le parole rotolavano vivaci, ma il suo ascolto si fece più attento quando comprese che era proprio lei l’oggetto della conversazione.

“ - Greg mi sono precipitata a vedere di persona quello che ti stava accadendo.

La settimana scorsa Margaret è passata a trovarci e ci ha raccontato cose sensazionali.

Non potevo crederci.

Metterti a lavorare alla tua età, in una libreria, a Cambridge e in affari con una straniera e per giunta cuoca! Non può essere vero! Devi essere stato vittima di qualche raggiro mio caro … e, Greg scusa sai, ma si dice anche che gli affari con questa signora siano anche affari di cuore, questo proprio non lo credo!”

Ci fu un silenzio; la nuova venuta doveva riprendere fiato e Gregory, secondo la signora Persi, stava annaspando per l’imbarazzo.

Lui sapeva benissimo che sul retro si sentiva ogni parola pronunciata nella stanza accanto e certamente si stava struggendo pensando che lei fosse dispiaciuta.

La sconosciuta riprese a parlare e fu facile comprendere di chi si trattava.

Infatti disse: “ Immagina che cosa avrebbe detto Alice!”

“ Oh - pensò la signora Persi - fantasmi dal passato! Alice, infatti, era il nome della defunta moglie di Gregory.

Finalmente Greg recuperò voce e coraggio e replicò con la sua proverbiale calma che Alice era morta da quindici anni e che sicuramente avrebbe approvato e gradito qualsiasi scelta lui avesse fatto per essere felice.

Poi si avviò verso l’ufficio aggiungendo “ - vieni Prue, ti presento la signora Persi, cara amica e compagna che sto cercando di convincere a diventare la futura signora Green.

La signora Persi, a questo punto, ritenne giusto affacciarsi alla porta preparando un sorriso che celasse l’emozione e la curiosità.

Tese la mano ripetendo mentalmente, come un mantra, che tutto andava bene, che non aveva nulla da temere e che quella nuvola d’ansia che passeggiava nella sua testa era assolutamente fuori luogo.

Alzando gli occhi incontrò lo sguardo grigioazzuro di Prue, e scoprì con stupore che era una raffinata e bella donna, certamente di qualche anno più giovane di lei.

Questo le fermò la parola e si incantò a guardare la perfezione del tailleur di lino grigio ferro che indossava, della spilla antica e preziosa che chiudeva il colletto della impalpabile camicia di seta azzurro chiarissimo.

La signora Persi aveva un debole per le belle toilette.

Il nome Prue le aveva suggerito l’immagine di una donna attempata e petulante uscita dritta, dritta da un romanzo di Trollope.

Questa Prue invece era bella, elegante, giovane, sicura di sé … forse un tantino troppo?

Si riscosse per salutare come si conviene cercando di scacciare la sensazione di essere sbiadita e vecchiotta, vestita così, così e insomma fuori posto.

Le due donne si studiarono accuratamente, entrambe con l’aria di non osservarsi affatto; operazione particolare e difficile, ma semplicemente naturale tra due donne.

La signora Persi era seccata e delusa con se stessa per la sensazione di disagio che provava e per l’atteggiamento sciocco e difensivo.

“- Cadere ancora nella vecchia trappola della competizione femminile! - pensava furiosa - Possibile che ancora percorra questa strada obsoleta. “Io sono quello che sono” – sentiva la sua voce urlare - e pace et amen!”

Il suo senso dell’humour le venne in aiuto e stava quasi per scoppiare in una risata poiché le erano venute in mente vecchie strips in cui Braccio di Ferro grida la stessa frase espressa però in modo comicamente sgrammaticato.

Questo allentò la tensione e sul suo viso apparve un sorriso vero e contagioso che costrinse Prue a sorridere di rimando.

Le difese e la diffidenza stavano crollando.

La signora Persi era pronta ad accettare la rabbia della bella sorella di Alice, lasciandole tutto lo spazio per la sua delusione, la sensazione di tradimento, probabilmente una bella dose di invidia e tristezza.

Ne aveva tutto il diritto.

Erano tutte cose legittime e comprensibili che non la riguardavano e che non dovevano importarle.

Non spaventandosi, ma comprendendole, tenendosene a distanza, sarebbero scemate senza danno per alcuno.

Ripensò a quanta strada aveva percorso per arrivare a dominare passioni negative, sfiducia in se stessa, gelosia e invidia.

Tutte quelle emozioni istintive che hanno una loro ragion d’essere, ma che devono essere comprese e domate per non danneggiare fortemente la vita di un essere umano.

Le sue riflessioni si interruppero di colpo sentendo la voce di Prue che, scandendo le parole e con il tono che si usa per un non udente, chiedeva “- Lei è una brava cuoca mi hanno riferito, è vero? Che dolce ha preparato oggi?” –

Alla signora Persi venne di nuovo da ridere e si trattenne a stento.

“ E’ancora una nemica – pensò – ma disse “ Sì credo di cavarmela abbastanza bene in cucina e oggi i dolci sono due: una torta di limone e una di mirtilli, semplici torte sfoglie ripiene di frutta.”

Avrebbe voluto aggiungere che ci sentiva ancora benissimo, ma non voleva affatto litigare con Prue, anzi desiderava farsela amica, smontando la sua rabbia e la sua gelosia.

Si accorse che Gregory era teso e si era avvicinato come per proteggerla da qualcosa.

Non era necessario.

Aveva combattuto già troppe battaglie contro gelosia e invidia che rendono davvero infelici e non voleva proprio più saperne di emozioni così invalidanti.

Prue, lasciava trasparire con evidenza, un grande interesse per il cognato.

– “Forse ne è innamorata” – aveva pensato la signora Persi – di sicuro lo vive come una persona di famiglia e in certo qual modo “di proprietà” che un’estranea non autorizzata si è permessa di portare via. Come non comprenderla?” -

Sempre sorridendo le indicò il centro della sala e chiese se poteva offrire una tazza di the e una fetta di torta.

Si allontanò dal tavolo dopo averla fatta accomodare lasciando a Gregory il compito di farle compagnia e dando a se stessa il tempo di riflettere, calmarsi e trovare le parole giuste per metterla a suo agio e mostrarle che non era una nemica, né un’usurpatrice.

Gregory che aveva assistito a quell’incontro/scontro piuttosto preoccupato, si sentiva colpevole per non aver saputo evitare sia all’amica che alla cognata una sorpresa così imbarazzante.

Si era ripromesso cento volte di informare, spiegare, preparare, ma aveva sempre rimandato, come spesso accade, sentendo che era un compito complicato e noioso.

Diamine era un uomo quasi anziano e detestava dover dare spiegazioni che riguardavano la sua vita privata.

Un po’ fatalista, un po’ottimista, aveva pensato che le cose si sarebbero aggiustate da sole e invece….

Comunque la signora Persi, la persona che più le stava a cuore, le era sembrata la più serena delle due e questo lo tranquillizzò un poco mentre sedeva davanti a Prue in attesa della tazza di the, cercando le parole che non venivano per sciogliere la tensione ancora nell’aria.

Non ci fu bisogno di attendere a lungo.

La signora Persi arrivò di lì a poco sempre con un gran sorriso e sistemando sulla tavola due magnifiche torte di frutta coloratissime e dall’aria davvero invitante.

Per quanto la riguardava ogni problema era superato, ma non aveva ancora escogitato nessuno stratagemma per tranquillizzare la bella cognata.

Decise di cominciare con complimenti sulla bellissima spilla, cosa semplice, era pura verità.

“ E’ un regalo di Gregory – disse Prue, con molto entusiasmo – è davvero pregevole ed io la indosso con immenso piacere.”

Ho scelto l’argomento giusto - pensò la signora Persi - questo le darà modo di stabilire il suo forte legame e la sua appartenenza al clan. Quindi sorrise serena a quell’informazione lasciandole il piacere di raccontare tutti i particolari sul come, quando, perché il dono era stato fatto.

Poiché continuava a tacere, ascoltando di buon grado i racconti minuziosi, facendo sì che la sua interlocutrice occupasse spazio e importanza e limitandosi a sottolineare il suo interesse assentendo con il capo ad ogni frase, rese possibile la fine della tensione e quindi dell’ostilità.

Il silenzio, il sorriso, il cedere il comando senza supponenza avevano smontato tutta l’antipatia e le prevenzioni.

Si accorse che finalmente Prue la “vedeva” per quello che era e non per quello che pensava che fosse.

Alla seconda tazza di the i sorrisi erano generali e le parole che circolavano intorno al tavolo erano solo buone parole.

Buone come le torte.

(continua)

Inserito il:12/07/2018 15:51:01
Ultimo aggiornamento:27/03/2019 21:04:03
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