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Il grande naufragio: la perdita irreversibile del patrimonio intellettuale
di Achille De Tommaso
L'Eco di Voci Perdute per Sempre
"Molte sono le cose mirabili, ma nulla è più mirabile dell'uomo", scriveva Sofocle nell'Antigone. Eppure, proprio l’uomo ha mostrato un’incredibile capacità distruttiva nei confronti (oltre che dei propri simili) del proprio stesso patrimonio intellettuale. La letteratura antica, prodotto sommo della mente e della sensibilità umane, è stata in gran parte cancellata dalla storia, lasciandoci con un’eco lontana di un universo culturale ormai inabissato.
Gli studiosi stimano che meno del 10% della produzione letteraria greca e latina sia giunta fino a noi. Il resto – opere filosofiche, scientifiche, teatrali, poetiche – è andato perduto, sepolto dall’indifferenza, dall’intolleranza o semplicemente dalla fragilità dei supporti materiali.
Oggi siamo abbastanza bravi, anche se non bravissimi, a preservare la memoria intellettuale storica, ma siamo pessimi nell’accettare il patrimonio attuale.
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Le Cause della Catastrofe
La perdita del patrimonio letterario antico è stata determinata da molteplici fattori: dalla fragilità del papiro all’incuria delle epoche successive, dalla trasformazione ideologica dell’Impero Romano in senso cristiano, alla sistematica distruzione delle biblioteche pubbliche e private. La Biblioteca di Alessandria, la Biblioteca di Pergamo, quella di Atene: ciascuna fu saccheggiata, bruciata o abbandonata.
Il cambiamento di paradigma culturale – dal pluralismo intellettuale del mondo classico al monoteismo intollerante delle prime epoche cristiane – segnò una svolta drammatica. Molti testi furono semplicemente ignorati dai copisti medievali (era l’unico modo per tramandarli), perché ritenuti “inutili”, “eretici”, “pagani”.
Il Caso Aristotele: Un Filosofo Mutilato
Le opere “essoteriche” di Aristotele (La parola essoterico - dal greco “esteriore, accessibile” - si riferisce a contenuti destinati al pubblico generale) sono scomparse quasi tutte. Ci resta solo il corpus scolastico, un insieme di trattati tecnici, spesso incompleti, che ci forniscono un’immagine parziale e distorta del pensiero del filosofo.
La Silenziosa Scomparsa di Saffo
Di Saffo, celebrata come la “decima Musa”, ci restano pochissimi frammenti. La sua poesia, che cantava l’amore e la bellezza da una voce femminile unica nell’antichità, è stata oscurata non solo dal tempo ma anche da secoli di censura implicita, incapaci di accettare l’intimità del suo sguardo.
La Filosofia Decapitata
Crisippo, Epitteto, Antistene, Epicuro, Plotino: di molti di questi giganti della filosofia antica conosciamo solo frammenti indiretti. La maggior parte delle loro opere è svanita. L’Occidente ha così ricostruito la propria identità filosofica su un terreno parziale, privo di voci che avrebbero potuto offrire visioni alternative del cosmo, dell’etica, della libertà.
La Conservazione Fortuita: Gli Amanuensi e i Palinsesti
Senza il lavoro meticoloso degli amanuensi medievali, la letteratura antica sarebbe scomparsa del tutto. Ma anche loro operarono una selezione, consapevole o meno, tra ciò che valeva la pena trascrivere e ciò che poteva essere sacrificato. I palinsesti – testi antichi cancellati per scrivere nuovi contenuti – rappresentano una metafora perfetta della sostituzione culturale.
La Lezione del Digitale: Il Futuro a Rischio
Oggi, nel XXI secolo, la fragilità non è più nel papiro o nella pergamena, ma nei supporti digitali. Un file non aggiornato, un server obsoleto, un formato proprietario dimenticato possono cancellare per sempre conoscenze intere. Il digitale, se non duplicato, conservato in più formati, aggiornato, rischia di rivelarsi meno duraturo della carta. Quante foto abbiamo immagazzinato in dischetti da 3,5”, oppure in CD. E nessun computer oggi viene fornito con i driver per leggerli.
L’Oblio Programmato e la Nuova Censura Culturale
Se la letteratura antica fu vittima dell’intolleranza religiosa, oggi si assiste a una nuova forma di epurazione: la censura ideologica mascherata da virtù civile. Le fiere del libro, i festival culturali, le università stanno diventando il terreno di una nuova inquisizione.
La Caccia alle Streghe Contemporanea
Autori scomodi, voci non allineate, pensatori eterodossi vengono silenziati con metodi subdoli: disinviti, pressioni alle case editrici e alle librerie, che espongono i libri capovolti o li rimuovono da cataloghi. La logica è quella della “sicurezza emotiva”: proteggere il pubblico da idee disturbanti. Ma questa forma di protezione è, in realtà, una forma di controllo del pensiero. Esattamente come è stato fatto centinaia, migliaia di anni fa.
Libertà di Stampa e Bias Editoriali
I grandi gruppi editoriali seguono linee editoriali sempre più omologate. La cultura non è cultura se non ha la “puzza sotto il naso”; Il pluralismo si riduce a una facciata; il dissenso è tollerato solo se inoffensivo. Le opinioni fuori dal coro vengono ignorate, non recensite, non ristampate. Non è più la censura esplicita a governare, ma la selezione algoritmica e l’autocensura preventiva.
I giornalisti chiedono “libertà di stampa”, ma già non hanno “libertà di scrittura”: il giornalista stesso deve adattarsi alla linea politica editoriale, altrimenti non è bene accetto. Non c‘è bisogno di censura esterna: già all’interno ce n’è abbastanza. Addirittura “chi è dall’altra parte” viene licenziato perché ha scritto un libro.
Una Cultura Normativa, non Descrittiva
Come nell’antichità furono salvati solo i testi compatibili con la nuova ideologia, oggi si promuove solo ciò che non turba l’establishment culturale. La cultura diventa prescrittiva, conformista, incapace di contenere contraddizioni. Una monocultura ideologica travestita da progresso.
Salvare la Cultura è Salvare il Dissenso
Non possiamo più tollerare che ciò che è scomodo venga silenziato. Il compito delle nostre generazioni e delle nostre istituzioni (tra gli altri) non è solo quello di produrre cultura, ma di preservare la libertà di espressione, di conservare il dissenso, di archiviare anche l’errore, perché ogni voce cancellata oggi sarà un’assenza irreparabile domani.
Il naufragio del passato è stato, almeno in parte, inevitabile. Quello del presente no.