Aggiornato al 06/11/2024

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Voltaire

La "Ruota della Creazione" illustrata nel Sefer Yetzirah

 

Sefer Yetzirah, DNA e Fisica Quantistica

di Vincenzo Rampolla

 

 

Il Sepher Yetzirah è il più importante testo di mistica ebraica.

È il Libro della Formazione, opera della tradizione segreta del giudaismo dal III al XVIII secolo, oltre che di matematica e linguistica.

Attribuito ad Abramo, 11 pagine divise in 64 sezioni, tratta dell’Albero della Vita, delle Sephirot, delle lettere ebraiche, dei pianeti e delle costellazioni dello Zodiaco, dei confini dell’Universo e delle figure della Terra, da ultimo dell’Uomo, quali testimoni tutti del Signore nell’opera della Creazione.

Sephirot è termine connesso con sefer (libro), sefar (calcolo) e sipur (storia), parole che derivano dalla stessa radice con significato emanazioni. Le Sephirot nella Kabbala ebraica sono le dieci modalità o strumenti di Dio attraverso cui l'Infinito (Ein Sof ) si rivela e crea sia il mondo fisico che la catena dei mondi metafisici superiori: Corona, Intelligenza, Sapienza, Forza, Amore, Bellezza, Splendore, Eternità, Fondamento, Regno.

Questo l’inizio: Trentadue meravigliosi sentieri di sapienza tracciò Iddio Signore delle schiere… creò il suo mondo con 3 strumenti: la scrittura, il calcolo e la parola… 10 sephirot di determinazione e 22 lettere di fondamento… nella circoncisione di lingua, bocca e corpo…

Il senso dell’esordio e il significato dei termini hanno una lunghissima storia, lunga almeno quanto il libro, e sono uno dei principali nodi dell’immensa letteratura di commento all’opera; questa gioca con le assonanze di sephirot con l’ebraico sappir, zaffiro, e il greco sphaira, sfera e con quelle di millah, parola, con grafìa identica a milah, circoncisione e parola, dialogo tra la carne e il divino (“analogo nella sostanza” non nella forma, al battesimo cristiano).

E non sono che le prime righe del testo.

È notevole il parallelismo tra la rappresentazione dell’Essere fornita dal Sepher Yetzirah e quella derivata dalla fisica quantistica. Questa considera il Tutto come un Multiverso, ovvero un inviluppo multidimensionale di infiniti universi estesi nello spazio-tempo.

L’autore del Sepher Yetzirah concepisce l’Essere come un’iper-sfera (con un concetto identico a quello matematico degli spazi multidimensionali) sulla cui superficie sono poste le porte della percezione, simbolicamente identificate con le lettere dell’alfabeto ebraico. Non forzatura nel confronto, ma cammino attraverso il Sepher Yetzirah presentato in modo semplice e chiaro, peraltro richiedendo una solida base di spiritualità ebraica. La percezione umana viene espressa come un campo algebrico con complesse matrici che giustificano l’intensità dell’azione mentale. Gli stati di coscienza generati durante la meditazione corrispondono allora ai fenomeni descritti dalle onde elettromagnetiche e dalle particelle sub-atomiche ad esse associate. Con il variare dello stato di coscienza varia di conseguenza anche l’aspetto dell’Essere: Se un giusto lo desidera, può creare un mondo (Sanhedrin, trattato del Talmud), ed emergono inattesi parallelismi con i concetti alla base delle teorie che cercano di conciliare la relatività einsteniana con la fisica quantistica in un’unica Teoria del Tutto o di Grande Unificazione. La prima spiega il Macrocosmo, la seconda descrive il Microcosmo sub-atomico, teorie tuttora inconciliabili, soprattutto sul piano della formulazione matematica.

La conciliazione c’è: è l’Uomo con la sua Coscienza.

In un percorso arduo e affascinante attraverso gli spazi multidimensionali, le Sephirot dell’Albero della Vita e il Verbo Divino che plasma il vuoto, il Sepher Yetzirah riesce a dare una risposta semplice e sconcertante. Spiega perché le lettere dell’alfabeto ebraico sono 22, lo stesso numero degli amminoacidi del DNA, spiega ancora che 3 famiglie di particelle elementari si associano come le 3 lettere madri dell’alfabeto e che le 3 categorie in cui sono organizzate le lettere dell’alfabeto trovano perfetta corrispondenza con le 3 categorie degli amminoacidi dello stesso DNA. Percorso affascinante sì, nuovo peraltro, complesso, incomprensibile a una prima lettura e difficile per il neofita, perché proiettato in entrambe le dimensioni dello spirito e della coscienza. Descrive infine un Universo coerente con le equazioni della fisica quantistica. L’Universo viene formato, non creato, perché questa è prerogativa del Signore e Sepher Yetzirah significa Libro della Formazione, non della Creazione.

Sefer Yetzirah, DNA e fisica quantistica, tre mondi all’apparenza eterogenei, incompatibili, distanti oltre misura l’uno dall’altro. Tre realtà che si sfiorano, si toccano, si aprono e si compenetrano. Tre Entità che accostate dalla mente umana, rivelano l’appartenenza a una unità - unicità che le trascende nelle spirali del Cosmo. Un nuovo passo nell’incontro tra mistica e scienza.

Le scoperte e le nuove leggi della fisica quantistica, dell’astronomia, della biochimica e della genetica mostrano una sorprendente corrispondenza con le tesi dell’antica spiritualità ebraica e aprono nuove dimensioni per capire l’Universo. Una rivoluzione è in atto, legata alle nuove conoscenze cosmiche. Le teorie del Macrocosmo, delle Superstringhe e della Grande Unificazione tra relatività e fisica quantistica, sostengono che l’Universo intero è energia, vibrazione, suono, in accordo con la dottrina ebraica.

Da epoca immemorabile la Kabbala sostiene che tutto ciò che esiste nasce dalle combinazioni dei 22 suoni archetipici della parola del Signore (Verbum nell’analogia cristiana), dalle 22 lettere dell’alfabeto ebraico, dai geni del DNA cosmico e dagli atomi che compongono il linguaggio. È profondo il legame tra l’energia vitale del corpo e quella della mente e le parole pronunciate dall’individuo. Le lettere ebraiche sono i canali che mettono in comunicazione le consonanti, i numeri e i segni dell’alfabeto con le molecole, le membra del corpo, lo spazio-tempo e gli astri nell’etere cosmico.

La mistica del linguaggio è iniziazione dell’uomo alla riscoperta di sè.

In prima persona, mai lasciato solo. Su di lui vigila il Signore attraverso il Chesed, primo attributo emotivo delle Sephirot, con desiderio avido e ardente letteralmente, con gentilezza amorevole o con amore e misericordia in senso arcaico, con costante amore nelle attuali traduzioni della Bibbia in inglese.

 

(consultazione: mistica ebraica - einaudi 2016; torah; talmud; enciclopedia giudaica - gerusalemme, 1971; dictionnaire du judaisme - laffont 1996)

 

 

Inserito il:06/11/2020 12:35:40
Ultimo aggiornamento:06/11/2020 12:40:39
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