Beatrice Aliamus (Baden, Bretagna, Francia) - Alter Ego
Alter ego
di Franco Filippazzi
La sala conferenze dell’ateneo è affollata perché il titolo dell’incontro – Alter ego - è piuttosto enigmatico. Lo speaker è un noto ricercatore informatico. Eccolo che entra, ha sul viso una mascherina che lo fa assomigliare a un robot. Saluta, si toglie la mascherina e inizia a parlare.
Comincia con una domanda: si può vincere il passare inesorabile del tempo?
Una risposta è quella data dalle religioni: dopo quella terrena esiste un’altra vita, in una dimensione eterna. Ci saranno premi o castighi a seconda di come ci si è comportati durante il periodo terreno.
Una risposta di tipo laico è che la vita continua nel ricordo di altri esseri umani. Ciò vale nell’ambito della famiglia, dei propri cari. Ma anche più estesamente se uno ha fatto cose significative in qualche ambito dell’arte, della scienza, della storia. A ricordo di questi personaggi rimangono nomi di vie, statue nelle piazze e altre presenze simboliche.
Ma ora – e qui lo speaker viene al nocciolo del suo discorso – si profila un altro modo per vincere la scommessa del tempo, un modo che non proviene da religioni o sentimenti umani, ma dalla scienza. E’ un tema su cui si sta lavorando in vari laboratori nel mondo.
Si tratta del cosiddetto mind uploading, e costituisce una branca della computer science. L’obiettivo è fare la copia di una mente cosciente, cioè di un cervello umano, registrandola su un substrato non biologico. Il processo consiste nella scansione e mappatura dettagliata del cervello, con tutti i suoi neuroni e collegamenti, e nel trasferire il tutto in un sistema informatico. A operazione compiuta, il computer si comporterebbe in maniera indistinguibile dal cervello originale.
Si può cioè dire che, a questo punto, il computer costituisce un perfetto alter ego della persona scansionata. E poiché in un computer si possono sostituire via via i pezzi usurati, si sarebbe così raggiunta la possibilità di prolungare indefinitamente l’esistenza di un soggetto umano.
Lo speaker conclude così la sua presentazione. Si rimette la maschera da robot e saluta il pubblico. La gente si alza e lascia la sala, pensierosa.