Aggiornato al 07/10/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Vincent Van Gogh ((Zundert, Olanda, 1853 - Auvers-sur-Oise, Francia, 1890) - The Yellow Books

 

Libro più, libro meno

di Annalisa Rabagliati

 

Su consiglio di amiche di un gruppo Whatsapp ho preso a prestito, in momenti diversi, alcuni bestseller dalla biblioteca civica online. Sono state letture deliziose, perché i libri valevano l’attesa. Mi sono arrivati dopo mesi dalla prenotazione, ma a distanza di quattro o cinque giorni l’uno dall’altro, ponendomi qualche problema.

Ogni prestito, infatti, dura quattordici giorni e i libri contavano rispettivamente, nell’ordine di arrivo, 349, 425, 171 e 332 pagine. Naturalmente ho scaricato sul pc l’applicazione per lettura di ebook, per non ripetere la faticosa esperienza di leggere una tal quantità di pagine sul telefonino, visto che il mio tablet si rifiuta di collaborare. Però anche leggendo sul pc, la sorpresa di veder arrivare troppo presto un altro libro prenotato si fa subito affanno, benché superato dal piacere di una lettura degna di completa immersione.

Come ho già fatto in un altro mio articolo, non dirò subito di quali libri si tratta, perché mi piacerebbe che fosse il lettore a indovinarlo. Però, da lettrice un tempo accanita della Settimana Enigmistica, so bene che quando si cerca di risolvere un rebus o una sciarada è frustrante aspettare tanto per avere conferma del proprio intuito. Perciò, anziché suggerirlo con un indizio, rivelerò alla fine di ogni recensione di quale libro si tratta, con soddisfazione di chi, nel frattempo, avesse indovinato.  Se siamo d’accordo, iniziamo.

Il primo dei bestseller è italiano e parla di una dinastia di imprenditori. La storia dei singoli personaggi, forzatamente, è stata romanzata, pur basandosi su documenti storici. Come farebbe, infatti, l’autrice a conoscere la personalità e i sentimenti intimi di persone vissute circa due secoli fa? È stata bravissima a rendere la narrazione della storia di una famiglia di successo non agiografica, senza, peraltro, dipingerla a tinte fosche come in certi polpettoni stranieri, buoni per una telenovela.

Devo dire, però, che i personaggi non mi hanno ispirato molta simpatia, se non due: il cofondatore della ditta, uomo integerrimo e serio, che rinuncia ad una vita sentimentale propria per il bene della famiglia e la moglie, venuta dal nord, di colui che ha reso la ditta importante a livello internazionale. Questa donna capace di amare, benché dapprima senza speranza, mostrandosi sempre compassionevole e forte, è il personaggio più positivo, quello che alla fine la vita premia.

Ma, al di là dei rapporti tra personaggi e della loro saga familiare, mi sono piaciuti nel romanzo i precisi riferimenti storici, in una vicenda collocata tra il periodo napoleonico e quello postunitario, con la descrizione di aspetti economici che non vengono spesso menzionati nei testi di storia. Ogni capitolo, infatti, ha come premesse la situazione storica del momento e la spiegazione dettagliata della produzione e del commercio di materie prime di cui noi oggi ignoriamo addirittura l’esistenza, oppure della cui provenienza non ci curiamo.

Eppure la storia non è fatta solo di guerre, o, meglio, queste sono sempre scaturite da problemi economici, a meno che nascessero per cause religiose o che un motivo camuffasse l’altro. Il destino del popolo è sempre stato legato all’economia e la vita del singolo è stata condizionata dai beni materiali e dalle invenzioni nate dalla possibilità di usare certe materie prime. Questa storia minuta, che non parla di grandi condottieri, è anche Storia.

Un aspetto che mi ha stupito è che il romanzo, di cui, ovviamente, leggerò con interesse il seguito, è scritto al tempo presente, pur trattando di fatti accaduti nell’Ottocento. Mi domando perché. È forse un modo per rendere gli avvenimenti più vicini a noi? È un modo per agevolare la lettura? Per renderla più scorrevole? Si ritiene, orribile a dirsi, che il pubblico giovane non conosca più il passato remoto? Se tu che leggi ne conosci il motivo me lo chiarisci, per favore?

Indovinare questo primo titolo è stato sicuramente facile, mi pare che sia l’unico in questo momento che abbia una dinastia di imprenditori come protagonista …

Ma sì, è proprio “I leoni di Sicilia” di Stefania Auci. Perfetto!

Lo stesso uso del presente (sostituito dall’imperfetto quando venga rievocato un avvenimento trascorso) l’ho trovato nel secondo bestseller, un romanzo francese scritto dalla moglie di un celebre regista, un libro che ha battuto ogni altro nelle classifiche italiane dei più venduti l’anno scorso, in gran parte grazie al passaparola.

Il romanzo narra la storia di una donna cresciuta in un orfanotrofio, che nutre risentimento nei confronti della madre che non ha conosciuto, ma sarà, al contrario, una mamma amorevole e verrà colpita da una tragedia terribile. Nella lettura mi sono affezionata al personaggio e ho caldamente detestato quello del marito, nonostante verso la fine l’autrice cerchi di dargli un risvolto umano.

Il libro però non racconta una sola storia, ma quella di decine di altre persone, perché la nostra protagonista è la guardiana di un cimitero e di molti dei defunti che vi sono sepolti vengono narrati vita, morte e miracoli. Una di queste narrazioni mi ha un po’ tediata, forse perché sotto forma di diario. L’espediente narrativo principale è quello del flashback, con capitoli di storie diverse che si avvicendano, che serve anche a tenere vivo l’interesse per la trama principale, la quale diventa, senza che sia stabilito fin dall’inizio, una trama gialla.

Questo libro lo avrai certo riconosciuto e ti aiuterò dicendo che la sua autrice è attesa al Salone del Libro di Torino che aprirà in Ottobre … Esatto, è Valérie Perrin e il libro si intitola “Cambiare l’acqua ai fiori”.

La conclusione del romanzo è lieta, per quanto può esserlo il finale di una storia che si trasforma imprevedibilmente in una tragedia che mi ha angosciata per diversi giorni.

Il problema è mio, che da un libro o da un film interessante mi lascio sempre troppo coinvolgere. Dovrei leggere fumetti e guardare solo cartoni animati, ma troverei modo di star male anche per quelli. Meglio andare su un saggio, almeno quello non ti fa patire, a meno che parli delle problematiche della nostra società … Infatti è proprio un saggio il terzo libro che mi è arrivato dopo pochi giorni.

Ed è saggio il giornalista che lo ha scritto, che ha uno sguardo colto e ragionato sul mondo in cui viviamo e sulla nostra storia. Hai già capito di chi sto parlando? Ma certo, chi non lo riconosce?  È Augias e il suo ultimo libro è “Breviario per un confuso presente”.  Ho parecchi suoi titoli in libreria, perché mi piace molto il modo che ha di spiegare e divulgare. Ovvio che sul suo pensiero filosofico- religioso si può essere o no d’accordo, ma, quando parla del nostro Paese, un giudizio così preciso, ma pacato, non si può non condividere. E poi l’uso della nostra lingua! Chiaro, esauriente, semplice! Spero che molti dei nuovi scrittori lo leggano e imparino qualcosa …

Tra i libri che consigliavano le amiche non c’era il quarto, sempre di Augias, che ha scritto una lunga introduzione al saggio “Guarda! 100 storie di artisti per scoprire il mondo”. Appena ho saputo che era stato pubblicato l’ho prenotato e, in poco tempo, l’ho potuto scaricare. Lo scrittore parla di molte figure di pittori e scultori, scegliendole e illustrandole in ordine cronologico. Ammette l’impossibilità di presentare in un solo libro tutti gli artisti che si sono succeduti dall’epoca delle pitture rupestri in poi, e quindi si dedica in modo particolare ai grandi del Rinascimento italiano, inquadrando opere e autori nel loro contesto storico, quello che ha influenzato anche i geni, perché nessuno vive avulso dal mondo.

Il libro è dedicato ai ragazzi, ma le citazioni dotte, le note storiche e critiche possono interessare anche chi ne sa un po’ più di loro. Si impara sempre qualcosa. Le parti del libro più specifiche sugli artisti in cui viene presentato uno dei loro capolavori si devono ad altri autori, probabilmente critici d’arte esperti, infatti riescono a illustrare molto bene le opere d’arte scelte. Ma, se è facile essere d’accordo sulla grandezza degli artisti antichi, quando si arriva ai contemporanei diventa un po’ più difficile, per chi è profano come me, accettare che vengano chiamate arte certe installazioni e anche le spiegazioni non mi risultano sempre convincenti.

Intendiamoci: io ammiro profondamente chi sa disegnare e dipingere, chi sa modellare, scolpire o sa usare tecniche artigianali, anche se poi lascia la strada classica per inventare vie nuove (un esempio banale è Picasso), ma negli ultimi decenni c’è stato chi ha convinto il pubblico che un oggetto, ad esempio un uovo, diventa arte solo perché toccato dalla mano dell’artista. Oppure messo in scatola. Vorrei tanto sentire di nuovo il povero Daverio esprimere il suo parere su questo.

Andrò a rileggere i suoi libri. Ma a me viene il dubbio che, come sempre accade, ci sia chi è capace di vendersi e chi no. E che anche il mondo dell’arte sia una questione di commercio, come tutto il resto. Peccato che veri artisti siano morti poveri in canna! Tu che cosa ne pensi? Forse pensi che il mio discorso sia frutto di ignoranza? Pazienza. Se vuoi esprimere la tua opinione, possibilmente senza giudizi frettolosi e impietosi su chi non la pensa come te, puoi farlo nei commenti. Io, appena potrò, mi fionderò di nuovo nei musei ad ammirare le mie opere d’arte preferite. De gustibus …

Come accennavo all’inizio leggere con lo spauracchio di non finire in tempo il libro per poter iniziare quello successivo ha reso un po’ affannata la lettura. Certamente con il cartaceo questo non succede e poi a me piace tornare indietro, rivedere con calma le pagine che ho amato di più. E toccare la carta, leggere senza bisogno di un aggeggio elettronico e di corrente elettrica!

Ma allora perché non andare in libreria e acquistare i libri che volevo leggere? Motivi economici? No, quel che si risparmia si butta poi via per altro. Ho preferito attendere il prestito anziché comprarmeli perché avevo appena finito di riordinare, etichettare e catalogare in un file Excel i libri che possiedo, un migliaio, senza contare quelli di studio, né quelli dei miei familiari. Ci ho messo un bel po’ soprattutto a catalogarli, ma ritengo difficile riuscire a far stare altri libri nel mio piccolo alloggio, né ho “l’eleganza del riccio” … Però mi hanno regalato altri due bestseller, che ci posso fare? Li leggerò e aggiornerò l’elenco e, quando i libri saranno troppi, uscirò di casa io.

 

Inserito il:21/09/2021 16:24:16
Ultimo aggiornamento:21/09/2021 16:39:30
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