Silvia Pastore (Venezia, 1950 - ) - The Magician
S’io fossi un dio minore
di Antonio Bigazzi
Improbabile, ma assolutamente preferibile ad essere un dio maggiore. Se fossi onnipo, quali dei terribili problemi del mondo indirizzerei per primo? Clima? Sovrappopolazione? Fame? Malattie? Miseria? Ingiustizie? Sciovinismo? Al solo decidere a quale problema non dare precedenza mi si schianterebbe il cuore.
S’io fossi un dio minore invece, che godimento. Una di quelle divinità nemmeno degne di bestemmia. Una di quelle che non hanno templi dedicati, ma fanno bella figura sulle fontane ed ai giardinetti.
Comincerei dall’abolire i prezzi “... e novantanove”. Intollerabili numerazzi che dovrebbero darci l’impressione di spendere di meno - una delle tante corbellerie dei markettari. Esigerei numeri interi, belli tondi!
Anzi, imporrei per fiat prezzi veri, finali; non quei prezzi che quando vai a pagare si rimpolpettano di una tassa qui, un gabello là. Eliminerei anche gli “a partire da €699” che sono esca vera, ma mai fresca o veritiera.
Fatto questo, mi darei a cose meno importanti. Per esempio, accorcerei i cestisti ed allungherei i fantini. Abbasserei i cavalli od alzerei la terra - pensiero che una volta mi occorse assai repentinamente mentre stavo osculando tra un cavallo ed il suolo.
Agli anoressici, farei passare dalla mutua i tortelli alla maremmana. Non ai bulimici però eh!, perché non si spreca la grazia di Dio. Renderei la Nutella un prodotto medicinale, anch’esso prescrivibile ed a prezzo controllato.
Abolirei il Lei, il Voi e qualsiasi altra forma cosiddetta di rispetto, mentre incoraggerei il rispetto vero ed il ritorno della parola d’onore. Abolirei anche i bip che coprono le parolacce nei video.
Darei una fitta mascellare a coloro che, sbadigliando, ci offrono una vista panoramica delle loro tonsille. Multerei i loro genitori che gli hanno permesso l’ippopotamizzazione.
Rimpiazzerei la pubblicità televisiva con Carosello. Anche tre al giorno, mi voglio sprecare.
Congegnerei i telefonicchi in modo tale che cessassero di funzionare quando si è in una fila o in sala d’attesa, cosicché le persone cominciassero a riparlarsi.
Metterei una tassa progressiva sui selfie ed una sul guarda cosa ho cucinato o sto mangiando. Abolirei le robot-call. Anzi, farei sì che chi le origina riceva una scossa elettrica tipo il toccare la maniglia in una giornata ventosa.
Farei battere i calci di rigore da dodici metri, ma allargherei le porte. Darei all’arbitro un monopattino.
Renderei qual’e ed un’amico accettabili grammaticalmente. Darei un secondo articolo indeterminato al genere femminile, così, tanto per giustizia. Tanto che ci siamo, equiparerei i salari tra i sessi (o ci vuole un dio maggiore per questo? hmm).
Modificherei l’italiano alla guisa dei linguaggi iberici dove gli accenti irregolari vengono marcati: come in cànapa, làmpada, fèndere. Un occhio di riguardo per chi non parla l’itàlica lingua dalla culla.
Risarcirei sia il cerchio che la botte per tutti i colpi che sono stati loro dati.
Concederei la botte piena e la moglie ubriaca, almeno vicino a Natale.
Renderei squali, lupi e leoni vegetariani. Anche le tigri - a pensarci bene, tutti i felini.
Abolirei le maledette corride, le veline e Bruno Vespa.
Darei occhi alle talpe ed ali alle prede. Darei una coda più bella (di pavone?) ai topi.
E per finire in bellezza, farei gatti e cani amici inseparabili, aprirei tutte le gabbie e libererei tutti i pesciolini rossi del mondo.