Aggiornato al 27/04/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Edgar Degas (Parigi, 1834 -1917) -  La scuola di danza (1876)

 

Trasformare un quadro d’autore in parole…  

 

Vipere in Tutù

di Simonetta Greganti Law

 

“Avanti!  Molto bene, cerca di essere un po’ più elegante mentre danzi!  E un, due e tre, pas de bourrée.  Forza, ripetere nuovamente”.

Le ballerine dell’Opéra di Parigi cercavano di continuare a sorridere anche se erano ormai esauste.  Eppure tra queste ve ne erano alcune che avevano smesso di ridacchiare come fino a poco prima mentre si scambiavano sguardi complici.

Al gruppo delle danzatrici era stato concesso una pausa durante la prova poiché il Maestro Jules Perrot aveva deciso di impegnarsi a correggere un’unica ragazza che era arrivata molto in ritardo e per questo adesso si ritrovava da sola a dover ballare un pezzo della coreografia. 

“Oggi è un giorno importante, è la prova generale e si deve urgentemente trovare una sostituzione per il ruolo della prima ballerina” diceva Monsieur Perrot mentre se ne stava appoggiato sul suo lungo bastone che utilizzava per battere il tempo ma che comunque era pronto ad adoperare con severità quando le ragazze sbagliavano anche il più piccolo movimento.  Mai ragazza aveva avuto il coraggio di protestare.

“Silenzio, sapete bene che non è ammesso parlare.  In questa sala voglio sentir riecheggiare solo le note del pianoforte.  La melodia del piano deve essere l’unico suono che arriva alle mie orecchie perciò ricordatevi di ammorbidire le punte gessate battendo le scarpette sui gradini di marmo delle scale perché non le voglio più sentir rimbombare sorde sul parquet.”

Suoni ancestrali, tamburi di guerra che agivano come una vera e propria arma psicologica  sulla mente di Evelyne che si sentiva paralizzata dalla paura.  A sorpresa vedeva però il suo corpo levitare grazie a una forza inspiegabile che contrastava la gravità.

“Fortunatamente il battito del mio cuore viene a confondersi col ritmo dei piedi!” pensava la giovane che era convinta di essere la sola ad avere tanti timori.

Seduta sul pianoforte stava Odette che riposava il suo corpo ancora sudato dopo l’estenuante prova che sarebbe ricominciata a breve.  Anche Yvonne era accaldata e col ventaglio si sventolava sotto al naso, cercando di ritrovare un po’ di refrigerio. La sensazione di calore delle due era comunque accresciuta dai bollori della rabbia dopo che si erano rese conto di non aver eliminato la temuta rivale dall’audizione, come programmato.

La stizza di Odette la faceva rodere dentro e fuori perciò continuava a grattarsi la schiena non riuscendo a fare altrettanto con la sua anima.

Nonostante la scena della sala potesse revocare un’immagine di leggiadria, data la prevalenza di costumi evanescenti in vaporoso tulle, quello era un vero e proprio nido di vipere.

L’invidia faceva da sovrana. 

Le “amiche” di Evelyne avevano cercato di metterla in cattiva luce agli occhi del maestro facendola arrivare in ritardo ed infatti erano state loro che le avevano comunicato l’orario sbagliato della prova.

“Fortuna che ad ogni appuntamento io arrivo sempre molto prima” pensò la giovane dopo aver capito dell’inganno delle altre.  “Sono circondata da serpi in tutù che producono veleno come veri e proprie vipere.  Solo ora riesco a capire il perché della loro delusione quando il maestro, anziché arrabbiarsi, mi ha invitata a provare dimenticando le ferree regole della scuola che impone la puntualità.

Adesso mi rendo conto che sono tutte invidiose del mio innato talento e che non fanno altro che augurarsi un mio passo falso, una distrazione, una mia debolezza”.   

Questo non avvenne e furono costrette ad assistere a salti impeccabili, ad ammettere la perfezione delle sue piroette e ad ascoltare gli elogi pronunciati ad alta voce dal maestro.   Il loro livore non riuscì più a nascondersi dietro i falsi sorrisi. 

Avevano cercato di metterla in cattiva luce ma non ci erano riuscite, quella continuava a brillare mentre la loro invidia le sminuiva ancora di più.

Cercavano di sorridere ma dentro covavano rancore, invidia, odio, frustrazione perciò, accecate dalla rabbia quando Evelyne ottenne il ruolo tanto ambito, cominciarono a perdere il controllo e a sbagliare i passi già provati e riprovati.

L’equilibrio divenne instabile e iniziarono a farsi notare dal maestro non più per la loro bravura ma per i loro errori.  Le altre ballerine più giovani compiacendosi di quegli sbagli, come avvoltoi in volo intorno alle carogne, cominciarono ad avvicinarle sperando in una possibile sostituzione, proprio come avevano auspicato loro poco prima.

 

Inserito il:01/05/2022 17:29:14
Ultimo aggiornamento:01/05/2022 17:35:18
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