Carmelo Margarone - (Como, 1963) - Tarocco con Velina Incarto di Agrumi
Intorno ai tarocchi
di Gianni Di Quattro
Da dicembre sino al marzo successivo di ciascun anno si possono trovare i tarocchi, un’arancia saporita, colorita, dolce ma non troppo, bella da aprire e guardare e molto succosa. Questa arancia trova il suo massimo splendore in Sicilia e non è paragonabile a nessun’altra arancia che nasce in qualsiasi altra parte del mondo, in Spagna o in Israele, in California o in Brasile per citare alcuni paesi riconosciuti per la produzione di arance e che vantano qualche qualità di rilievo.
Il tarocco è il trionfo degli agrumi, è una delle produzioni naturali più straordinarie, un simbolo di quale capolavoro è capace la natura e una rappresentazione della bellezza.
Cresce in pieno inverno con i suoi colori sgargianti, provocatori e aggressivi come per ricordare che il grigiore della stagione è solo un momento di percorso della vita e il tarocco è l’appunto della natura per ricordarcelo.
Ma ha anche altri significati dimostrando una elasticità grande, di essere una parola capace di rappresentare molte cose e di assumere un significato asseconda di come viene usata e di come viene pronunciata. È un gioco di carte praticato in varie regioni, soprattutto in Sicilia ma anche in Emilia o in Piemonte. È persino un arnese per la cucina.
Ma la straordinarietà della parola sta nel fatto che da una parte significa bellezza e dall’altra parte contemporaneamente può significare falsità. Dipende appunto da come viene pronunciata e in quale contesto viene usata. Una parola, dunque, che indica in modo perfetto i tempi che stiamo vivendo, dove bellezza e falsità si fondono persino nella stessa persona, dove le parole e i loro significati dipendono da chi le dice e da come le dice. La superficialità dei tempi, la voglia di dire ma non dire se non ai pochi che sanno capire, l’abitudine a mascherare i propri pensieri, ad offrire qualcosa per avere qualcosa. Forse anche una dimostrazione di quanto poteva avere ragione Omero quando faceva dire “timeo Danaos et dona ferentes”. Ed infine, la conferma che un simile prodigio poteva nascere e vivere solo in Sicilia, la terra con i contrasti più accesi di tutto il paese. Io comunque amo i tarocchi a prescindere.