Aggiornato al 11/11/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Ruta Usaite (London, United Kingdom – Contemporary) - Bored Painting

 

La Noia

di Camilla Accornero

 

Caro lettore,

vorrei raccontarti con poche, minuziose pennellate, dalle tinte pittoresche e sfumature di grottesco, quali sconquassamenti dell’animo sono avvenuti nel momento in cui mi sono destata dal sonno della mente e ho vissuto un momento epifanico. Dopo aver trovato a lungo rifugio nel divertissement, pur di sottrarmi alle grandi domande sul senso della vita e al dolore e all’angoscia che provocano, son precipitata in uno stato di stordimento tale, una sorta di apatia, da non essere più gravata dal peso di pensare. Caduta vittima di questo deliquio, mi sono ritrovata in un’angosciosa ripetitività, con i suoi vuoti e la sua pochezza, che mi ha condotta per mano verso un inquieto vivere succube della noia.

Oh, la Noia. Caro lettore, da quale ottundimento dei sensi sono stata colta?  Da quali illusioni sono stata abbacinata? Quali malevoli inganni hanno offuscato ed oscurato la verità, camuffando la fragilità della mia anima?

È dunque da imputare al più sublime dei sentimenti umani -vanità della vita e tedio esistenziale-, il mio incedere verso la caduta del velo di Maya e il disvelamento del mio stare al mondo. La noia costringe a mettersi a nudo di fronte a se stessi, ci impone i nostri pensieri e ci obbliga a sottostare alla sua sfibrante ripetitività; la noia impera nella nostra esistenza inducendoci poco a poco ad indagare la nostra stessa natura.

Tesi come corde di violino, noi uomini, esseri sciocchi e vanesi, vibriamo sulle note violente della fragilità della vita, sulla sua insensatezza, e per questo anche sulla sua incomparabile bellezza. Incauti ci destreggiamo su questa corda tesa, in bilico tra la dimensione concreta che riusciamo a stento a comprendere e l’infinità al di fuori dello spazio privilegiato di cui siamo i protagonisti. Dileggiandoci, ci convinciamo di essere il centro del mondo, pur di sopprimere quella parte del nostro essere che recalcitra come un giovane puledro affamata di risposte ai mille perché che affogano le nostre instancabili menti.

Ciò detto, devo avvertirti, caro lettore, che rimirare un cielo stellato o un tramonto dorato interrogandoti sul senso della vita non ti farà piovere addosso le risposte di cui vai in cerca, cionondimeno ti illuminerà la via per conoscere te stesso.

Cosa vado farneticando, ti domanderai. Ebbene, mio caro lettore, quel che vorrei che comprendessi è l’urgenza, la frenesia di dover trovare una risposta esaustiva alla domanda “di cosa vado in cerca?”. La risposta, devo ammettere, ancora mi sfugge, ma non me ne rammarico, perché è ormai il leitmotiv di tutte le nostre vite. Siamo indotti a credere, pensare, agire in un modo veicolato e veicolabile, tanto da essere diventati incapaci di credere, pensare e agire in maniera del tutto indipendente. Tuttavia, sono ancora convinta che sia possibile avellersi e comprendere ciò che più intimamente e profondamente desideriamo e cerchiamo. E questo è il primo passo per prendersi cura di se stessi, procedere con un’analisi interiore e mettersi a nudo. Solo allora, dopo essersi ascoltati e accettati, con l’assunzione della consapevolezza di sé, si può ragionevolmente sperare di trovare una soluzione ai piccoli grandi crucci della vita.

Caro lettore, questi tempi incerti ci hanno costretti a rimanere prigionieri di noi stessi e ci hanno indotti, sfacciatamente, a conoscerci intimamente, forse per la prima volta. E se siamo stati capaci di cogliere tale opportunità, forse saremo anche in grado di compiere il passo successivo e comprendere come realizzarci. Certamente non è cosa facile tuffarsi negli abissi meno esplorati dell’intelletto umano, ma è senz’altro un’occasione per imparare a comprendersi. Io l’ho fatto, caro lettore, mi sono fermata ad ascoltare i miei silenzi, ho toccato con mano le ferite che mi dilaniavano l’anima, ho affrontato a testa alta i pensieri che affollavano la mia mente, ho trafitto i demoni che adombravano la mia vita e sono giunta ad un’indubbia verità: sino ad ora non mi conoscevo affatto.

Guardando il mio riflesso allo specchio, capisco solamente adesso chi sono: condizione necessaria per capire cosa si cerca e come prendersi cura di sé. Ed allora, poco a poco, ho persino iniziato a conoscermi, trovare gradevole la mia compagnia, - malgrado dei momenti di innegabile frustrazione -, scoprire i miei gusti e le mie passioni. Ho riscoperto i miei punti di forza e le immancabili debolezze, ho scovato qualità nascoste e ho cercato di celare difetti sin troppo evidenti. Insomma, ho tentato di accettarmi così come sono, con il giusto compromesso.

Caro lettore, che con troppa dedizione stai leggendo i miei vaneggiamenti, ti starai domando se mai risposta troveranno le tue insaziabili domande. Una scrittura nervosa è la mia, piena di giri di parole, vaniloqui e considerazioni che rasentano l’assurdo, ma nella mia urgenza di comporre parole e metterle in fila l’un l’altra, spero, -forse nel candore della mia ingenuità-, di trasmettere qualcosa a te che leggi e provocare, anche nel tuo animo, uno scompiglio, tale da procurarti la comparsa del dubbio. E nell’annebbiamento dei tuoi pensieri, potrai scovare i lati tenebrosi e fulgidi del tuo essere, ed allora conoscerai l’eloquenza del tuo animo. Parlando con te stesso, troverai un senso alle mie farneticazioni e non mi darai della pazza, ma saprai riconoscere il Vero in quanto ho maldestramente e disperatamente tentato di farti comprendere.

È giunto, ordunque, il momento del congedo.

Dimentica di sentimentalismi, ho deciso di accomiatarmi da te elargendoti un ultimo – anche se non richiesto! – consiglio. C’è sempre un modo di volgere uno svantaggio a proprio favore; quale che sia la maniera non sempre appare chiara, ma è indubitabile il fatto che sia possibile. Come si è detto, la Noia può diventare la miglior consigliera, basta saper guardare ove gli altri sguardi, per irriducibile caparbietà o insensato ottundimento mentale ed emotivo, rifuggono.

 

Inserito il:14/01/2022 11:59:54
Ultimo aggiornamento:14/01/2022 12:21:46
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