Giorgione (Castelfranco Veneto, 1478 - Venezia, 1510) - Le tre età dell’uomo
Scoprire la vita
di Gianni Di Quattro
La vita si scopre sempre sino all’ultimo giorno della nostra esistenza, nel senso che ogni giorno è diverso, ha colori diversi, è popolato da persone diverse, i tempi sono diversi. Non per tutti è così, non tutti si accorgono che è così, ognuno ha la sua sensibilità e il suo modo di cercare la vita nelle cose che fa. Però può essere così.
Ci sono due periodi della nostra esistenza che assumono particolare valore e significato, il primo è il più bello e quasi sempre il più felice e il secondo è il più sereno e il più consapevole nel senso che si percepisce maggiormente il senso della vita, si provano e si immaginano sensazioni prima del tutto sconosciute e impensabili. Il primo periodo è quello dell’infanzia e il secondo è quello della vecchiaia.
Il primo è il più bello e il più felice perché c’è la scoperta della vita, di come si può camminare, assaporare, sentire l’amore, del significato di oggetti anche di quelli più comuni, del cominciare ad immaginare dove si è, cosa succede, verso dove si va, perché, ed è bello, sono tutti così gentili, tutti ti sorridono. Purtroppo è anche il periodo senza consapevolezza della bellezza della scoperta, questa si forma dopo, molto più tardi.
Il secondo periodo è meno bello del primo perché è vero che si scopre sempre qualcosa della vita, ma è il periodo del tramonto, certamente con i suoi splendidi colori e della tristezza e della paura. La tristezza di essere fuori dalla società, spinto da tutti verso il niente, senza ascolto, senza ruolo, inseguendo una società che continua a cambiare e che si sente sempre meno congeniale, meno propria. La paura del tempo che continua velocemente ad accorciarsi, del dolore che forse si dovrà avere e che si dovrà dare, del pensiero che lentamente si separa dall’azione.
In mezzo c’è il percorso della vita, in cui si lotta, si vince e si perde, si conosce e ci si stupisce, si arriva o si rimane, si ha il successo e il denaro o si fracassa. Ci si accontenta o ci si rammarica, ci si dispera. C’è quello che si può e che spesso si merita.
Comunque la bellezza maggiore è nell’infanzia ed è un peccato che ci sia data quando meno lo apprezziamo, quando meno ne siamo coscienti e quando meno possiamo modificarla. In fondo tutto questo è la metafora della vita, ognuno di noi ha il suo periodo felice anche se lo capisce dopo, ognuno di noi si avvicina alla fine della vita quasi sempre con amore e grande partecipazione sentimentale.