Salvador Dalì (Figueres, Spagna, 1904 – 1989) - Maschera di scacchi sul mare
“La realtà è una semplice illusione, sebbene molto persistente.” Albert Einstein
Zugzwang
di Iman Zahra Favretto
Non mi chiedo più il quando, il come, il perché…
Semplicemente è come deve essere in questo universo, che sia esso unico o parallelo posso solo intuirlo, sentirlo, provarlo dentro di me come certezza che assoluta non potrà essere, secondo ciò che ci viene insegnato sia la realtà.
Ma tu, lettore, te lo sei mai chiesto?
Mai hai pensato, ma questa carne e sangue questo corpo e la mia mente possono essere frutto dell’immaginazione?
Posso provare che siano effettivamente reali?
Perché credere che ciò che vediamo o sogniamo che non rispetta i canoni dalla società imposti debba essere per forza surreale, o peggio, sbagliato… e se invece fosse un potere!
Sì chiamiamolo come avrebbe fatto un bambino, perché è nascosto ancora in te e in me quel bambino che sognava di avere i poteri, quando invece li aveva già ma non se ne era ancora reso conto.
Se tutto quello che definiamo anormale ed illogico non sia altro che una delle dimensioni che ancora non abbiamo scoperto, che va oltre lo spazio e il tempo oltre i sentimenti, oltre… creando un multiverso di forme, colori, mondi e esseri con leggi fisiche completamente diverse.
Si sa il diverso oggi come ieri incute timore.
Questa paura innata, che ogni essere umano prova per qualcosa; sia esso animale, oggetto, luogo, persona o situazione, ha radici cosi profonde che magari studiandole potremmo risalire alla nostra creazione, alla grande diatriba tra evoluzione Darwiniana, di Lamarck o ancora altre nate prima e successivamente.
Se scoprissimo davvero da dove nasciamo e come siamo stati creati o come ci siamo evoluti, cosa pensate accadrebbe?
Il mondo che conosciamo crollerebbe, ne rimarrebbero brandelli qua e là sparsi nel globo, da dover incollare, strappare, cucire per cercare di capire il senso del nostro passato e per creare un nuovo futuro.
Eppure non potremmo mai essere tutti certi di una possibile teoria, eh no!
Perché esiste la diffidenza, emozione angosciosa a dire il vero che non ci permette di rilassare i muscoli e le sinapsi eppure la diffidenza è fondamentale per la sopravvivenza, quel sesto senso che ci dice se avanzare o no.
Tutto questo per dire cosa?
Semplicemente di ampliare le proprie vedute, di non rimanere schematizzati sui tempi, gli orari scanditi al secondo; come se uscendo da una fascia d'età non ci sia più futuro, o come perdendo il lavoro e rimanendo per strada non ci sia più alcuna possibilità di rinnovarsi, o peggio scoppiata un guerra non ci sia più modo di agire affinché chi gioca con le vite dei più deboli sia costretto a proseguire su una scacchiera, questa volta fatta di pedine di legno potendo guardare negli occhi il proprio avversario.
Anche lì esiste un tempo in cui ci si rende conto di trovarsi in un Zugzwang, ovvero in un momento dove forse la mossa migliore… è non farne alcuna.
Lo so caro lettore la vita è fatta di mosse e di scelte non è possibile vivere senza farne.
Ma sei davvero certo di questo?
Sei certo che il mondo continuerà a girare anche quando tu non sarai più qui?
Non è forse colpa di queste nostre certezze, il motivo per il quale ci troviamo di nuovo in una situazione che ricorda il passato, il presente e rispecchia un futuro che rifiutiamo di vedere poiché troppo… troppo come, irrealistico?
Mi chiedevo, caro lettore, ti andrebbe di fare una partita a scacchi?
Sarà una partita particolare poiché non dobbiamo muovere né scegliere. Giocare affinché il conflitto invisibile si risolva, affinché le domande trovino risposta e ciò che è reale non rimanga normalità ma piuttosto quello che se ne discosta, sia la prova di una scelta mai fatta.